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Che settimana...

Non mi ero mai sentita così, così...boh. Non riesco a descriverlo.
Forse sono troppo stressata e con la mente sulle nuvole.

Da quando sono ritornata a casa, dopo essere stata con Paolo, ho avuto molte cose da fare.

Prima ho chiamato Erica, la quale è arrivata subito da me e ha pianto come una fontana.

Non saprei chi l'abbia presa peggio, se lei o io.

Mi è stata comunque vicina e mi sta aiutando a prepararmi psicologicamente.

Mio fratello, invece, dopo un giorno di barricamento in camera è entrato in cucina, mentre io e la mamma stavamo preparando la cena.
Mia madre è andata incontro a lui e, abbracciandolo, gli ha detto che sarebbe potuto rimanere a Milano con il padre.

"Tranquilla" ha detto sorridendo "Ho già deciso. Verrò in Inghilterra con te. Mi fa male lasciare tutto e tutti, però ho meditato sul mio futuro: con una laurea in Inghilterra avrò un buon curriculum, oltre ad avere un ottimo inglese..."

"Certo, come se ne avessi bisogno..." sbuffai io.

Lui era bravissimo in inglese, sembrava un madrelingua. Non sopportavo ad esempio quando si atteggiava e scimmiottava l'accento di Oxford. Allo stesso tempo però, era molto buffo.

"Tu cosa hai deciso?" mi chiese guardandomi fisso negli occhi.

"Non sei l'unico a voler un buon curriculum" sogghignai passandomi una mano sotto ai capelli per atteggiarmi.

Quella sera passammo una bella e tranquilla serata.

Sempre durante questa maledetta settimana, arrivò la notizia che nostra madre sarebbe dovuta partire al più presto per ambientarsi negli uffici nuovi e per imparare alcune cose prima del suo reale inizio.

Così addio vacanze con gli amici e relax prima di partire per quella città che consideravo il mio sogno nel cassetto.

Io ed Erica qualche anno prima, avevamo fatto una promessa: per il viaggio di maturità saremmo andate a Londra una settimana, per dedicarci allo shopping più sfrenato.

Infatti è quello che mi rinfaccia proprio ora, in aeroporto, quando ci dobbiamo salutare.

Piangiamo entrambe come delle fontane.

"Altro che viaggio di maturità, come due turiste spaesate...
Mi farai da cicerone! Almeno, guardando il lato positivo, non dovrò pagare l'albergo!" ride.

Ci promettiamo di risentirci, ma io non credo molto alle amicizie a distanza...
All'inizio ci si tiene in contatto, ma dopo, giorno dopo giorno, ci si dimentica e si incomincia una nuova vita.

Scuoto la testa per non pensarci, cercando di pensare positivo e l'abbraccio così forte che la soffoco.

Tossisce e poi : "Di certo questi abbracci non mi mancheranno! Ogni volta prego di non morire stritolata! " le tiro un pugno sulla spalla.

Poi lei si dirige verso mio fratello: diventa rossa e lo abbraccia con tenerezza.

Matteo, che non è affatto stupido, lo ha già capito da prima di me che lei gli va dietro. Anche lui la stringe e le posa un piccolo bacio sulla fronte.

Lei ovviamente è in brodo di giuggiole...

Tocca a Paolo adesso: non cosa cosa dirgli, sono in forte imbarazzo.
Lo abbraccio e basta, senza dirgli una parola.

"Mi mancherai da morire" sussurra nel mio orecchio.

"Anche tu. Tanto." dico io mentre una lacrima mi riga il viso.

"Io, io ecco...mi sei sempre piaciuta. Sei una ragazza fantastica e se qualche inglese ti farà soffrire, chiamami e verrò subito, così lo sistemo per le feste!" dice facendomi l'occhiolino, ma vedo anche nei suoi occhi che sta dicendo seriamente.

Gli do un bacio sulla guancia tenera e continuo a salutare gli altri miei amici che, facendomi una sorpresa, sono venuti a salutarmi.

Sono stati così carini: la sera prima mi avevano organizzato una festa a sorpresa e siamo stati insieme fini alle 4 del mattino a fare giochi di società e a raccontare tutte le avventure-disavventure durante gli anni della nostra amicizia.

Spero di incontrare persone così anche nella mia nuova casa.

Appena questa parola attraversa la mia mente, mi vengono dei brividi lungo la schiena.

Per ultimo saluto mio padre: è lontano da tutti, isolato e con le spalle curve.

Lo sguardo vaga sul pavimento dell'aeroporto e continua a cambiare posizione delle gambe.

È nervoso e preoccupato, ma soprattutto triste.

So che gli mancheremo molto, ma cerco di vedere il lato positivo: con la scusa che lui rimarrà qui, potrò rivedere i miei amici e stare nella mia amata Milano.

Strano...Prima la consideravo una città come le altre, grigia e banale...

"Promettimi che starai attenta. Lo sai che potrai venire qui ogni volta che vorrai a casa. Chiamami spesso per favore e tutti i giorni pretendo una mail con tutte le novità!" dice piangendo.

Non lo avevo mai visto piangere. Ciò mi provoca un attacco di pianto e lo abbraccio anche io.

Salutiamo con le mani di nuovo e trasciniamo le nostre pesanti valigie fino al controllo.

Fortunatamente non mi sono dovuta portare tutto. Le altre cose arriveranno fra una settimana con i containers.

Arrivati finalmente in aereo, mi siedo vicino al finestrino:questo è sempre il mio posto da quando sono piccola.

Amo guardare il cielo,le nuvole...

Mi dà un senso di libertà e tranquillità: so cosa vedono gli uccelli quando volano spensierati nell'aria.

Il viaggio lo passo dormendo, dato le ore piccole della notte precedente.

Appena arrivata, Matteo mi scuote per il braccio e mi preparo a scendere ancora con gli occhi socchiusi e le labbra secche.

È complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora