•35•

109 12 7
                                    

"Abbiamo fatto le ore piccole stanotte..." canticchia una Sharyl già vestita e pronta per iniziare una stupenda giornata.

Si sta pettinato i capelli con troppa cura e si stiracchia la maglietta che indossa.

Non sentendo nessun commento da parte mia si gira, mettendo le mani sui fianchi e domanda gracchiante: "Non avrai già donato il tuo fiore al primo che passa!?"

Io mi butto sul letto con la leggerezza di un ippopotamo morto.
Chissà quante volte ancora questo povero materasso dovrà subire un trattamento simile...

Sharyl si avvicina pericolosamente a me e, con la bocca aperta mi tira i vestiti.

"Dove é finito il tuo vestito?! Non sapevo che fossi Cenerentola: vai al ballo agghindata e dopo la mezzanotte ritorni con degli stracci!"

Mi alzo a sedere e con voce stridula dico: "Sharyl! Ma da quando sei così amorevole? Anzi, scusa...acida?"

"Ma di chi sono? Dov'è il tuo vestito? Oh Zeus..." dice sospirando e sedendosi sulla scrivania, "aiutami a capire che cavolo è successo."

Oh no...il vestito. Me lo sono dimenticata da Daniel.

Ora non ho la forza di ritornare in quella stanza. Me lo riporterà lui, se no può anche tenerlo.

"In realtà non saprei neanche io...è successo tutto così in fretta."

"Quindi?"

"È complicato."

Mi alzo e mi cambio velocemente, se no faremo tardi a lezione. Prendo lo zaino ed esco dalla camera, con ancora gli occhi della mia coinquilina puntati addosso.

"Aspetta che lo dica a Cindy...lei mi aiuterà a farti dire qualcosa" dice con un filo di voce ed aumentando il passo.

"Sei una pettegola!" urlo con un sorriso ed inizio a correre per arrivare prima di lei in aula.

MATTEO'S POV

Mi sveglio con un sorriso da ebete stampato in faccia. Se mi vedessero i miei amici mi prenderebbero in giro a vita.

Allungo il braccio per afferrare la causa della mia felicità, ma sento solo il tessuto del lenzuolo che, a confronto alla pelle vellutata di Diana, mi sembra ruvido e freddo.

Mi alzo di scatto e smetto di respirare, ma non percepiscono nessun rumore.

Abbattuto, mi alzo e mi scompiglio i capelli, dirigendomi alla finestra.

Guardando fuori, con la testa fra le nuvole, mi stiracchio e noto che una ragazza guarda verso l'alto, rossa in viso e con una mano che le copre la bocca aperta.

Mi accorgo subito di essere nudo e corro in bagno per coprirmi.
Non c'è mai limite alle gaffe...

Mi sistemo con parsimonia la divisa, i capelli e i libri da portare a lezione, poi mi dirigo davanti alla porta 356. Busso in modo estenuante fino a quando il viso di Daniel non fa capolino.

"Che romp-" inizia a dire, ma lo spingo via e mi siedo su una poltrona.

"Non capisco e non capirò mai tua sorella. Forse non gli piaccio. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato. Perché?!"

Domando mentre dondolo come uno instabile mentalmente, gomiti sulle gambe e mani che tirano i miei capelli.

Danny mi osserva stupito: "Io, invece, non finirò mai di stupirmi per la grande quantità di pazzi esistenti su questa terra!"

"Neanche tu mi capisci..." scuoto la testa affranto.

Mi alzo per uscire dalla stanza, quando noto sull'altra poltrona un vestito adagiato.

Lo indico: "Ecco perché non capisci. Nottatina intensa?"

Scoppiamo a ridere insieme, ma lui sembra un po' teso.

Entro in aula, sperando di incontrare la ragazza ribelle, ma non la scorgo.

Inizio ad essere nervoso, ho paura di aver fatto qualcosa, ma non ricordo di preciso. Ripercorro mentalmente la nottata, ma rivedo solo immagini positive, anzi, molto più che positive!

GIULIA'S POV

È inutile.

È inutile cercare di seguire una lezione mentre le tue tre amiche ti fissano rabbiose perché non vuoi raccontare nulla. Sfortunatamente manca poco alla fine della lezione, poi sarò costretta, con le buone o con le cattive, a parlare.

Sicuramente salterò tutto il passaggio di Daniel.

No, no. Dopo il racconto sarà poco credibile.

Va bene, opterò per una mezza verità: dirò che mi è venuto a prendere perché mi ha vista che stavo tornando a piedi in dormitorio. E che mi ha riaccompagnata. Punto.

DRIIIIIIIN

Cerco di sistemare tutto nella borsa, ma tre ombre si parano davanti.

----------

Le ragazze sono sconvolte.

Pensate me, vorrei dire.

Cindy é arrabbiata e le vene del collo le si sono gonfiate.
Mi fa paura, devo ammettere...

"Ma lui non ti ha chiamata? Mandato un messaggio? Niente di niente?" chiede Alice.

"Niente. Infatti mi sono stupita" dico, guardando da un'altra parte.

In realtà non avevo pensato a questo.

Nella mia mente però scatta una scintilla, tanto che salto sulla sedia come se fosse reale, e afferro il cellulare.

È spento. Ecco perché non mi era arrivato nulla.

Aspetto che passino quei cinque minuti prima che possa azionarsi e aspetto.

Dopo pochi secondi mi arriva una raffica di notifiche.

34 chiamate perse e 12 messaggi.

Nella mia intera vita non ho mai ricevuto così tante chiamate.

Ovviamente se togliamo quelle 157 giornaliere da parte di mia madre...

I messaggi erano tutti lunghissimi e pieni di scuse, della parola "amore", "io voglio solo te", "lei per me non conta nulla" e simili.

Li cancello tutti con un'ondata di stizza e addento un cracker integrale con fin troppa forza.

Le ragazze mi guardano e poi scoppiano a ridere.

"Hai fatto bene. Nessuna si merita un ragazzo che le invii messaggi di scuse. Un ragazzo non deve mai avere ragioni per scusarsi" esulta Sharyl, mettendo un piede sulla sedia e le mani sui fianchi.

"Questa me la scrivo" sussurra Cindy, prendendo il suo smartphone.

"Lascialo correre" sorride Alice.

"L'inferno non e' mai tanto scatenato quanto una donna offesa."

William Shakespeare

~Angolo Autrice~

Cari lettori, eccomi qui dopo tanti mesi di attesa!
Sono così felice di aver pubblicato ancora e mi scuso per avervi fatto attendere♡
Spero che questo capitolo vi piaccia e vi faccia ritornare la voglia di continuare a leggere e vivere le avventure dei personaggi.

Vi auguro un felice 2017, pieno di gioia e di capitoli nuovi!!!

Bacioni e cuori

Lisbeth♡

È complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora