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"Ehi! Non mi hai detto come ti chiami!" le urlo appena fuori dalla camera.

Lei si gira e sbuffa: "Sharyl"

"Non potresti aiutarmi per le lezioni? È il mio primo giorno e non so dove debba andare". Sto ancora correndole dietro e mi sto veramente stufando.

Alla fine si ferma e mi ritrovo davanti alla segreteria della scuola.

"Entra pure qua dentro. Buona fortuna!" dice e se ne va.

Non faccio in tempo a dirle grazie. Che ragazza strana...

Rimango impalata per un po' davanti alla porta, poi decido di entrare per andare subito nella mia nuova classe.

Mi ritrovo sempre la solita donna bionda che ora si sta sistemando il rossetto.

Alza la testa e mi sorride e, dopo aver chiesto il mio nome, mi da tre fogli: la mappa della scuola, le materie con le classi che frequenterò e tutti gli orari e regole da rispettare in questa scuola.

Fortunatamente non sono in ritardo e me la prendo comoda per cercare la mia prima aula.

Mi siedo al primo banco e mi massaggio le tempie. Sono già stanca per il lungo viaggio e non so come farò a seguire le lezioni.

Quando riapro gli occhi la classe è già piena e tutti mi guardano con curiosità.

Arrossisco e due ragazze si avvicinano a me:"Ciao, siamo Alice e Cindy. Tu?"

"Giulia, piacere" sorrido e stringo le loro mani calde.

Sono due ragazze bassine con capelli lunghi castano chiaro. Cindy ha una bellissima treccia a spiga.

Anche io vorrei farmela, le adoro! Ma ho sempre i capelli corti perché stanno meglio con il mio viso paffuto.

"Da quanto ti sei trasferita? Da dove vieni? Ti piace l'Inghilterra? Ti trovi bene qua a Cambridge? Hai visto che fighi i ragazzi che vanno all'università di Cambridge? " Alice mi strizza l'occhio, mentre Cindy le tira una gomitata.

"Per favore, non traumattizzarla con le tue domande a raffica!" ridiamo tutte e tre.

Sto per rispondere, ma entra il professore di letteratura inglese.

"Buongiorno. Oggi è arrivata una nuova ragazza dall'Italia che si chiama Giulia e passerà con noi quest'anno" mi fa segno di alzarmi e dire qualche cosa.

Io inizio a tremare e a sudare, mentre il mio viso si colora di rosso:"Ciao a tutti, come è stato detto prima sono Giulia e spero di passare un bell'anno in questa struttura meravigliosa" mi siedo mentre da dietro viene una risata e sento pronunciare la parola lecchina.

Ecco, anche qui inizieranno a prendermi in giro. Non credono mai che io dica queste cose perchè le penso veramente! Che nervoso!

A fine lezione l'insegnante mi chiama alla cattedra e mi spiega il programma di quest'anno per mettermi alla pari.

Ovviamente anche io conosco i principali scrittori inglesi, ma qui, giustamente, si studiano anche quelli minori.

Uscita dalla classe trovo Cindy e Alice che mi aspettano.

Sorrido e mi chiedono:"Allora? Non hai ancora risposto alle nostre domande!"

Mentre parliamo ci incamminiamo nell'aula in cui avremo matematica.

La giornata passa così, a parlare con queste due nuove ragazze e senza che nessun altro si venga a presentare. Meglio così, non mi piace stare al centro dell'attenzione e preferisco avere poche ma buone amicizie.

Alle 3 rientro nel dormitorio e mi dirigo in camera.

Appena entro, vedo la mia compagna di stanza che studia come una pazza alla scrivania e non mi saluta neanche quando le porgo un "ciao".

Continua ad ignorarmi senza che io le abbia fatto nulla di male.

Stanca, allora, mi stendo sul letto e mi addormento all'istante.

Mi sveglio alle 6 e chiamo immediatamente mia madre che sicuramente si starà preoccupando.

Infatti, appena dopo uno squillo, risponde con la sua voce acuta: "Tutto bene? Perché non mi hai chiamata subito? Come è andato il primo giorno? Ti trovi bene?".

Parliamo per un'ora, mentre mi godo questi attimi di tranquillità con mia madre.

Le chiedo anche come va nel nuovo ufficio e ad un certo punto mi viene un infarto.

"Ma non stai lavorando?"

"Sì, perché? "

"Siamo al telefono da un'ora e nessuno ti dice niente? " urlo fuori di me.

"Calmati. Sono a casa, sto lavorando con il PC da casa! Un giorno alla settimana posso farlo" ride.

Tiro un sospiro di sollievo:"Perché? Avevi paura che mi licenziassero?".

"Sì, lo ammetto...mamma ora devo andare, devo vedermi con Matteo per la cena. Almeno oggi ceniamo insieme. Ti voglio bene e stai attenta".

Le mando un bacio e inizio a prepararmi per uscire.

Mi metto un paio di jeans e una maglietta dell'Hard Rock di Parigi e prendo una borsetta.

Sto per chiudere la porta quando mi accorgo che Sharyl non è più in camera. Non me ne ero neanche accorta che fosse uscita...strano. Chissà dov'è andata?

È complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora