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GIULIA'S POV

"Io ho parlato con chi?" chiedo incredula.

"Alexander Davis! Uno dei ragazzi più ricchi di Inghilterra!" urla con una voce stridula Cindy.

"E più carino..." continua Alice.

"Frequenta il penultimo anno di università a Cambridge, ma alcune volte viene qui per aiutare i professori a fare delle lezioni "alternative". Tra poco diventerà medico e io sarò la sua prima paziente" sogna ad occhi aperti Cindy.

Ma sono pazzesche! Sanno tutto di tutti, ma sono delle brave ragazze e sono anche simpatiche.

"Quindi quando vi vedrete? Dobbiamo sistemarti noi, scusa, non ti offendere, ma non ti trucchi mai e i tuoi capelli..." dice Alice.

"Cos'hanno i miei capelli? Solo perché sono ricci, all'aria e sembro un leone non vuol dire che non siano belli! E comunque mi ha solo salutata e basta".

Il professore di fisica entra e inizia a spiegare svogliatamente.

Ottimo. Così facendo non aiuta i suoi studenti.

Inizio a scarabocchiare sul foglio e alla fine della lezione noto che ho scritto due lettere: una A e una P.

Oh cavolo! Devo chiamare Paolo!

Saluto le due ragazze e ci diamo appuntamento a questa sera e digito subito il nome del mio "amico".

Ovviamente non risponde, lo avrà in silenzioso e gli mandi un messaggio per farmi richiamare.

In camera trovo Sharyl che studia. Strano...

Cerco di iniziare un discorso con lei, ma finisce dopo due secondi e mezzo.

Mi butto sul letto e inizio a copiare gli appunti di fisica che non ho preso.

Alle 18 vengono in camera mia Alice e Cindy e invito Sharyl a passare con noi la serata.

"Ho da fare" si alza dalla scrivania ed esce senza neanche salutare.

"Ma chi è quella?!" ride Cindy.

"La mia compagna di stanza preferita" facendo finta di essere eccitata.

Ci sediamo sul letto finché non bussa qualcuno.

"Buona sera fanciulle!"dice entrando Will.

Io gli butto le braccia al collo. Sono felice di vederlo.

Le due ragazze lo salutano con un timido "ciao" e si presentano educatamente.

Non le ho mai viste così in imbarazzo e rimango scioccata.

Ciò provoca in William un grossa risata e alla fine riesce a dire:"Ragazze, tranquille. Non siate in imbarazzo perché sono all'università e sono figo".

Scoppiamo tutti a ridere. Lo adoro! Riesce a rompere persino i ghiacciai del polo nord!

Chiaccheriamo per un'oretta, quando mi spazientisco e chiedo a Will di mio fratello.

"Dov'è Matteo?"

"Non sono mica il suo baby sitter, come faccio a saperlo?"

"Lo chiami per favore? Se no ho paura di urlargli nella cornetta."

Digita il numero ma poco dopo mette giù.

"Ha il telefono spento"

Inizio ad agitarmi. Calma, respira.

Non sopporto le persone in ritardo e lui lo è di 30 minuti.

Aspettiamo un'altra mezz'ora e poi decido di prenotare da mangiare.

Alice domanda curiosa:"Ma quindi Matteo è tuo fratello?"

"Sì. Ma ancora per poco " rispondo seriamente, ma provoca una risata generale.

MATTEO'S POV

Sono le 18.30 e dei suoi amici neanche l'ombra. Inizio a pensare che sia uno scherzo, quando entra nella stanza un ragazzo bassino e con i capelli castani.

"Ciao David, lui è Matteo, il ragazzo italiano"

"Ah sì, ricordo come è stato coraggioso durante l'incontro di scherma. Complimenti per la tua tenacia."

Stringo la sua piccola mano e lui me la strattona forte.

Mi sto per sedere di nuovo, quando entra una ragazza con un' aria menefreghista e scocciata.

I suoi capelli ricci ricadono sulla schiena e i suoi occhi marroni mi risucchiano l'anima.

Ha dei jeans neri e un giubbotto di pelle sopra ad una maglietta bianca attillata.

Rimango molto stupito dal suo abbigliamento: perché è maschile, perché lei e una ragazza dell'alta borghesia e perché non è consono a Cambridge.

Ma come parlo?! Sembro il preside in persona!

Appena mi vede si allarga sul suo viso un sorriso e si avvicina con la mano tesa:"Piacere, Diana".

Rimango sbigottito di fronte alla sua bellezza e non riesco a dire niente. Lei ride e si va a sedere al mio posto.

GIULIA'S POV

Incavolata e con la pizza che mi è andata di traverso, mi dirigo verso la stanza di Matteo seguita dagli altri.

All'entrata del dormitorio vedo tre ragazzi e uno di questi sta fumando una sigaretta con movimenti scattosi e preoccupati.

Li supero e inizio ad urlare fuori di me come non mai "MATTEO" mentre salgo le rampe delle scale.

Uno dei ragazzi che abbiamo trovato fuori ci insegue e urla:"Non c'è, lo stiamo aspettando anche noi!".

Mi fermo esterrefatta.

"Chi sei? Come fai a conoscerlo?" Gli chiedo con il sangue al cervello.

Il poveraccio mi risponde:"S-sono Thomas, un suo amico. Non sappiamo dove sia. Lo stavamo aspettando perché sapevamo che aveva appuntamento con un ragazzo e volevamo sapere se era tutto apposto. Ma è via dalle 16 e non è ancora rientrato".

Intanto io mi guardo intorno spaesata e vedo le mie due amiche che, pur essendo preoccupate, guardano i tre universitari con malizia.

"Chi è e in che stanza alloggia?" domanda William serio.

"Daniel Clarke, stanza 356".

Non ringraziamo neanche, Will inizia a correre e io lo seguo, anche se la corsa non è il mio forte.

Appena arriviamo davanti alla fatidica stanza, busso forte.

Nessuno viene ad aprire e così mi appoggio con l'orecchio per sentire se c'è qualcuno dentro.

Zero. Neanche una formica o un acaro che cammini in questa maledetta stanza.

Accade tutto velocemente.

Sto per tirarmi indietro, quando la porta si apre e perdo l'equilibrio, andando a finire per terra.

O quasi.

Delle braccia forti mi afferrano appena in tempo prima dell'impatto.

Cade il silenzio intorno a noi.

Alzo lo sguardo pronta a sbraitare in faccia a qualcuno, ma incontro i suoi occhi azzurro ghiaccio.

È complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora