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GIULIA'S POV

"Giulia!" mi saluta un ragazzo dall'altra parte della strada e corre incontro a me con il sorriso stampato in faccia.

"Ciao William, grazie per essere passato a prendermi...io mi sarei persa sicuramente".

Mi stampa un bacio sulla guancia e mi domanda sempre allegramente:"Allora, com'è andato il primo giorno di scuola? Hai già fatto amicizia con qualcuno? La tua compagna di stanza è simpatica?"

Scoppio a ridere:"Non è la tipica compagna che uno si aspetta, ma non si può avere tutto dalla vita. Fortunatamente quando sono uscita non era in camera. Per il resto tutto bene, adesso ho solo voglia di vedere mio fratello e di mangiare insieme a voi due qualche cosa."

Non faccio che tre passi quando incontro la faccia scioccata di Alice che, con i suoi occhietti indagatori, sta passando ai raggi X William.

Vedo chiaramente che si sofferma sullo stemma della scuola che è finemente cucito sulla giacca.

Alza di scatto la testa e mi fissa negli occhi. Inizia a sorridere con aria sorniona, che la dice lunga, e con la bocca mima le parole "brava italiana, sai chi andare a scegliere" e mi fa l'occhiolino.

Io divento paonazza e abbasso lo sguardo, mentre cerco di camminare più velocemente.

Saliamo nella macchina di Will che lui lascia sempre all'università, una Land Rover, enorme e grigio metallizzata.

"Ma che cavolo...!" inizio stupita io "ma cosa devi fare con questo aggeggio? Ma è enorme e brutto e ha un colore triste e...."

"È un regalo dei miei. Anche io lo trovo eccessivo... L'importante però, che io abbia una macchina. Non mi interessa di che marca o colore sia, basta che mi porti dove voglio andare".

"Giusto. Scusa, non volevo inveirti contro."

"Tranquilla, tanto neanche a me piace!" mi dice strizzandomi l'occhio.

Dopo 5 minuti in macchina senza parlare, entriamo nel complesso dell'università di Cambridge. Si vedono già macchinoni simili a quelli di William, studenti con abiti firmati e tutto, case e giardini, curati alla perfezione.

Inizio a muovermi sul sedile, non mi sento a mio agio.

Fortunatamente arriviamo in tempo davanti al dormitorio di Matteo. Scendo subito dalla macchina e mi dirigo alla sua stanza sapendo il numero esatto.

Busso e appena entro salto addosso al mio fratellone che per poco non cade per terra. Meno male che è ben piazzato!

Mi arruffa i capelli e saluta Will con una stretta di mano.
Si atteggia già da universitario di Cambridge...Puah

Ordiniamo cinese: involtini, riso cantonese, pollo con le mandorle, ravioli cinesi. Di tutto e di più insomma. Fatto sta che appena finito di mangiare posso ritornare a casa rotolando e rimbalzando.

Ci sediamo sul comodo divano e ci guardiamo Hair Spray che adoro, e canto ogni canzone, ricevendo anche degli applausi dai miei due spettatori.

Alla fine del musical parliamo del primo giorno, ognuno curioso di come possa essere andata all'altro.

Inizia Will, ma è molto noioso, perché tanto lui conosceva già tutti.

Poi parlo io, della mia simpaticissima compagna di stanza, delle due ragazze incontrate a lezione e del mio parere riguardo la nuova scuola.

Quando arriva il turno di Matteo, lui si rabbuia, chiudendosi in se stesso.

Lo guardo con sospetto e inizio a fargli domande a raffica che lui odia tanto.

Così inizia a parlare e racconta tutta la giornata, per filo e per segno, dei tre ragazzi che lui definisce "moschettieri" e poi si ferma. Inizia a soppesare le parole: fa un discorso confuso su un ragazzo che lo ha sfidato a scherma, in palestra, forse per provare il suo coraggio o qualcosa del genere e che alla fine si è complimentato con lui e se ne è andato con una ragazza bellissima che lo continuava a fissare.

Resto sbigottita, non so che dire per aiutarlo, così interviene Will.

"Dimmi chi è che lo vado a sistemare. Figurati, sono più grande di lui e quindi ho diritto di bulleggiarlo!"

Scoppio a ridere anche se non è il momento adatto:"Ma che cavolo dici? Nessuno deve bulleggiare nessuno. E poi tu non faresti male neanche ad una mosca".

"Per una giusta causa sì. Matteo, tu ora sei mio amico, se hai bisogno io ci sono".

"Tranquilli, me la voglio sistemare da solo. E poi non la vedo così catastrofica la faccenda " guarda da un'altra parte.

Poi si gira di scatto e si alza in piedi:"Dai su, ti riaccompagniamo nel dormitorio. Se no passerai dei guai"

Sbuffo, perché ha cambiato discorso per sviare i suoi problemi.
Faccio finta di niente e mi incammino verso l'auto.

Il viaggio lo passiamo in silenzio e quando arrivo tiro un sospiro di sollievo. Abbraccio i due ragazzi e salgo le scale, entro nella stanza e mi catapulto in bagno per lavarmi e cambiarmi.

Alla fine mi butto sul letto fregandomene della mia conquilina e sprofondo in un sonno profondo, stanca per la lunga e pesante giornata.

~Angolo autrice~
Ciao a tutti cari lettori, finalmente, dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornare!
Fatemi sapere con commenti e votazioni se vi piace il capitolo e tutta la storia!
Baci :3

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