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MATTEO'S POV

Entro nella palestra insieme a Diana.

Continua a camminare al mio fianco, senza parlare molto.

Averla vicino, spalla contro spalla, mi scuote l'anima, mi mette agitazione.
Sono al limite, sorpassato il quale potrei iniziare a sudare, il ché non è una bella visione.

Nella mia scuola ero considerato uno dei più affascinanti e tutte le ragazzine mi facevano le moine, mi salutavano con enfasi o mostravano il loro corpo sculettando più del dovuto.

È vero, mi considero bello, però non ne ho mai approfittato, non come Jacopo ad esempio, che si portava a letto una diversa ogni settimana.

Ho sempre avuto la ragazza , ma massimo sei in tutta la mia vita. E Diana è diversa dalle altre, me lo sento.

È ormai da ieri che non sento i miei amici, si staranno preoccupando.

Ma non mi interessa.

Sono confuso e voglio stare solo e sempre con Diana.

Non ho mandato neanche uno schifo di messaggio a mia sorella, non dico chiamata!

Che lurido egoista che sono! Mi faccio pena da solo!

Dovrei essere io il più grande, aiutare la mia sorellina nei momenti di bisogno, soprattutto ora, che siamo kilometri lontano da casa.

Sto facendo l'immaturo e non so se mi perdonerà facilmente...andando avanti così sarà sempre peggio.

Mi sto scavando la fossa da solo.

Bene!

Cerco di non pensarci per non sentirmi in colpa, ma in questo istante vedo Giulia sugli spalti, un sorriso stampato in faccia, che guarda un ragazzo che si sta allenando e....

Cosa sta facendo!? Chi è quello!? Perché lei é in università? Non dovrebbe essere a studiare in camera sua?

Mi blocco e cerco di calmarmi, devo stare solo zitto, non ho nessun diritto di parola nelle mie condizioni.

Sbuffo sconsolato e in imbarazzo, e prego che non mi veda.

Vigliacco...

Daniel è entrato prima di noi nello spogliatoio e ora avanza verso la pedana.

Mi avvicino a Diana e le cingo le spalle con il mio braccio muscoloso.

Lei si irriggidisce, ma poi si lascia accarezzare la spalla.

Dei piccoli brividi mi percorrono la schiena e i peli del braccio si rizzano a causa della pelle d'oca.

Tutto ciò viene amplificato dopo aver girato spontaneamente lo sguardo nella direzione di mia sorella.

Oddio. Mi sta guardando. Ha una faccia distrutta, sembra avere delle ombre scure sotto gli occhi.

Cerco di stare calmo, ma l'istinto fraterno mi fa socchiudere le labbra per dirle delle scuse.

La sua faccia diventa rossa come un peperone e si sposta dalla mia visuale.

Si alza e se ne va via furibonda e lascia la palestra.

Non mi muovo, non la seguo. Resto attaccato a Diana, fregandomene di mia sorella.

Questo è ciò che appare dall'esterno, infatti la ragazza al mio fianco si gira di scatto e mi guarda con uno sguardo che mi fa rannicchiare su me stesso.

"Vergognati!" sembra urlarmi.

L'allenamento finalmente inizia, ma io non seguo più niente, vago con l'animo e spero che mia sorella stia bene, che non si sia cacciata nei guai.

Sono un controsenso, un perfetto idiota.

ALEXANDER'S POV

Finisco l'allenamento e mi giro subito per incontrare il suo sguardo, per trarre da esso un'energia che potrebbe farmi fare altre tre ore di scherma.

Non c'è da nessuna parte e non ne capisco il motivo.

Forse si è annoiata, o forse è andata fuori perché le è arrivata una chiamata.

Mi dirigo negli spogliatoi, che sono deserti.

Mi tolgo stizzito la tuta bianca e la lancio sulla panca: alcune volte la odio profondamente, vorrei solo una maglietta e dei pantaloncini corti.

Mi butto sotto il getto di acqua fredda e cerco di rilassarmi, anche se la paura di aver sbagliato in qualche cosa mi mangia dentro.

Sento le risate di Daniel, che entra subito dopo con un sorriso a trentadue denti.

Ma cos'ha da ridere?

Si spoglia e si mette nella doccia a fianco la mia e inizia ad insaponarsi canticchiando.

"Smettila. Mi irriti"

"Nervosi Davis? Ti brucia la sconfitta di oggi?"

Lo guardo in cagnesco: "Non me ne frega dell'allenamento! Tanto ti posso battere quando mi pare e piace!"

"O-oh...mi vuoi sfidare?" sorride con quella faccia da schiaffi.

Non rispondo neanche, mi giro ed esco dalla doccia, andando ad asciugarmi.

"Comunque, se ti interessa, ci sarà una festa questo venerdì sera. Una specie di ballo in maschera. Non vedo l'ora, così ci possiamo divertire con qualche bella ragazza" dice, tirandomi una gomitata d'intesa.

"Ciao Clarke" dico, sbattendo la porta dello spogliatoio.

Esco dalla struttura e i miei occhi si muovono impazziti, compiendo dei movimenti che ricordano quelli fatti da un'ape davanti alle compagne quando trova il nutrimento.

Cado nello sconforto e decido di chiamarla.

Ovviamente non risponde, c'è la segreteria telefonica.

"Maledizione!" urlo, tirando un calcio alla ruota della mia macchina.

Mi faccio male, molto male, e sono costretto a sedermi dentro la vettura.

Sto seduto per qualche minuto, che pare un'eternità, mentre il parcheggio si svuota.

Decido allora di mandarle un messaggio, sperando che mi risponda e che non sia arrabbiata per qualche cosa che non so...

Valle a capire le donne!

{A Giuly}:

Ciao Giuly, tutto bene? Dove sei sparita? Non ti ho più vista e mi sono preoccupato molto. Anche adesso lo sono. Scusami se ho sbagliato in qualche cosa, magari ne possiamo parlare. Per farmi perdonare ti invito a venire con me al ballo in maschera che si terrà venerdì sera. Ti voglio bene♡

Rifaccio il messaggio minimo cinque volte, alla fine lo invio esasperato.

Forse la proposta del mio migliore amico potrebbe essere una specie di appuntamento fra noi due.

Potremo ballare, bere e...io potrei dichiararmi.

~Angolo autrice~

Ciao a tutti!
Grazie per essere arrivati fino a questo capitolo, spero vi piaccia:)
Grazie anche per il vostro sostegno e vi invito a continuare a leggere (anche per darmi vostre impressioni e consigli), commentare e a mettere taaaaante stelline☆☆☆
Cosa pensate succederà nel prossimo capitolo? Chi mai avrà visto Giulia in quello precedente?
Bacioni♡♡

Lisbeth

È complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora