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GIULIA'S POV

Mi fiondo all'interno del meraviglioso negozio e subito vengo pervasa da un forte odore di carta, di antico, di vita.

Mi dirigo nel retro della vetrina e lo afferro avidamente: inizio ad accarezzarlo e sento la sua morbida pelle marrone scuro contro i miei polpastrelli, lo apro e vedo la sua carta pregiata ruvida al tatto, che emana però un odore di vissuto.

Mi colpisce il laccetto che lo tiene chiuso e che termina con una piccola chiave dorata e una scritta incisa in alto a destra.

Amo annusare le pagine dei libri, sentire i diversi profumi della carta, da quello acre a quello più dolce.

Potrei sembrare strana, lo ammetto, ma chi non é strano in questo mondo?

Una voce profonda e calda interrompe la mia contemplazione. Sobbalzo, impaurita e mi giro nella direzione da cui proviene.

Un uomo, poco più basso di me, si staglia in controluce e si avvicina sempre di più.

D'istinto porto il diario sul mio petto e lo stringo, come se ad una bambina volessero togliere il lecca lecca appena preso dalla credenza.

"Buongiorno signorina, ha bisogno?" chiede gentilmente.

"Ehm...io...stavo passando di qui e ho visto questo" rispondo aprendo un po' le braccia per mostrare il mio piccolo tesoro.

L'ometto si illumina di colpo e si mette di fianco a me. Adesso che é più vicino, scorgo il suo viso paffuto, con piccoli occhiali tondi e dei baffetti grigi che riprendono il colore dei pochi capelli che gli circondano il capo, lasciando pelata la sua sommità.

"Ha proprio un occhio esperto! Anche io lo adoro, io amo tutto qui dentro, però se dovessi tenere quello che mi piace non venderei neanche un foglio" rise tenendosi la pancia pingue.

Anche io sorrido e lo ascolto affascinata: ha un accento inglese stupendo e ciò mi mette agitazione.

Non sopporto l'idea di parlare una lingua straniera con una persona più brava di me, soprattutto se madrelingua. Infatti inizio a balbettare e a dimenticarmi metà delle parole inglesi che conosco.

"I-io non po-potrei mai lavorare in una..."

Panico! Libreria come si dice!? "Library" o "Book shop"? Ecco gli stupidi dubbi che mi attanagliano in queste occasioni...

"Book shop?"

Idiota che sono! Dai Giulia, un po' di logica!

"Sì esatto! Mi scusi ma..." mi interrompe e mi domanda:"Hai un accento particolare...italiano?"

Lo guardo sopresa:"Sì! Come ha fatto a capirlo? E mi scusi ancora, vivo qua da poco e sto cercando di migliorare il mio inglese" abbasso lo sguardo, arrossendo per l'imbarazzo.

"Diciamo che ci sono molti italiani che entrano nel mio negozio e che io amo il vostro Paese. Andai solo una volta, durante il viaggio di nozze e...Ma questo non le interesserrà, mi scusi. Quando inizio a parlare non mi ferma più nessuno. A proposito, come si chiama signorina?"

"Giulia, piacere" gli stringo la mano forte.

"Barney Cooper, appartenente ad una lunga stirpe di librai" sfodera un grande sorriso.

"Mi interessa molto il suo racconto. Mi manca molto l'Italia e sentendone parlare potrebbe aiutarmi a non pensarci troppo. Però io devo andare, ma ritornerò al più presto per parlare un po' con lei."

Detto ciò giro il diario fra le mani per cercare di trovare il prezzo, ma non vedo nessun cartellino.

"Mi piacerebbe comprare il diario, quanto costa?" chiedo alla fine, vedendo che l'ometto mi guarda incuriosito.

"È un pezzo raro, molto prezioso e antico...però mi stai simpatica e quindi posso farti un piccolo sconto. Sono £35.00"

I miei occhi stanno per uscire dalle orbite, ma cerco di respirare con calma e porgo i soldi chiesti.

Tengo troppo a quel diario, sento che mi deve appartenere e so già come utilizzarlo.

Appena pago saluto frettolosamente e corro fuori, mentre sento la voce del signor Cooper che mi urla un "A presto!".

Non so se abbia fatto un buon affare, se sono stata un'ingenua, ma nella vita si deve compiere qualche follia: alla fine i soldi a che servono? Se non li si spende, ovviamente con un po' di buon senso, qual è la loro utilità?

Arrivo a casa con il fiatone e trovo nella stanza Sharyl che studia. Strano.

"Ciao Giuly! Come stai? Mi stavo preoccupando!" dice abbracciandomi.

Questa ragazza mi sorprende sempre di più...

"Sto bene grazie, dovevo solo stare un po' da sola e ho fatto una lunga passeggiata. Ora però devo studiare un intero libro di letteratura inglese perché la professoressa Gibson venerdì pomeriggio mi verificherà!".

Mi butto a peso morto sul letto.

"Dai, sù, alzati e siediti. Ti aiuto io, va bene?"

Alzo la testa lentamente e la osservo di sbieco.

"Solo però se offri tu la pizza per cena!" urla battendo le mani.

Ecco il tranello!

Rido di gusto e mi siedo:"Va bene, affare fatto!"

Sono le 2.30 di notte e sono stravolta. Non pensavo ci fossero così tanti scrittori nella storia dell'Inghilterra.

Sharyl e già andata a letto da 10 minuti e sento che il suo respiro è regolare.

Mi stiracchio e prendo il mio nuovo diario: non ne ho mai scritto uno, neanche quando ero piccola.

Apro la prima pagina e, prima di scrivere, vedo il prezzo "£63.00".
Cavolo! Mi ha fatto un bello sconto! E io che pensavo di essere stata fregata...
Sbuffo per la mia poca fiducia e, nella calligrafia più bella possibile, traccio una semplice parola:"Frasi".

Ho intenzione, infatti, di scrivere ogni giorno le frasi dei più illustri uomini mai esistiti che mi colpiscono e che rispecchiano il mio stato d'animo.

Resto in silenzio ad ascoltare i respiri nella stanza e mordo il tappo della mia penna nera.

Ad un certo punto mi riscuoto e inizio a scrivere :

La vita è un'enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.

                                                                                                      Danny Kaye


~Angolo autrice~

Ciao a tutti!
Vi ringrazio ancora per essere arrivati a questo capitolo!
Spero di non avervi deluso...chi vi aspettavate avesse visto Giulia??
Grazie mille anche per i commenti e le stelline!
Continuate a votare☆☆
E se volete, lasciate un vostro commento, critica o domanda, cercherò di rispondere:)

Un bacio e al prossimo capitolo♡

Lisbeth

È complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora