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Mi sveglio stiracchiandomi, domandandomi come mai la sveglia di Sharyl non sia suonata,spaccandomi i timpani e tentando alla mia vita. Prima o poi sarei morta di infarto.

Mi rigiro nel letto: forse è ancora presto, dato che non vedo i raggi del sole riscaldare il mio volto.

Sto per richiudere gli occhi, quando la porta si apre ed entra qualcuno con passo leggero.

Mi tiro sù di scatto e quasi non urlo nel vedere mia madre: "Che ci fai qui?!"

"Buongiorno anche a te tesoro...ma che hai? Stai bene?" mi chiede preoccupata, sedendosi accanto a me, sul letto, ed appoggiando la sua tenera mano sulla fronte.

"Strano, sei fresca..." dice fra sé.

"Aspetta, ma dove sono?" domando spaesata e causando una forte risata alla mamma. Quanto adoro quel suono, mi fa sentire serena ed al sicuro.

"Sei a casa, non ti ricordi che sei arrivata ieri? Dai su, vieni a fare colazione."

Mi alzo controvoglia: non potrei iniziare peggio la mia giornata, mi conosco. Se non mi sveglio bene, poi divento nervosa tutto il giorno.

Scendo a rallentatore, senza neanche passare in bagno, tanto ho fame, e trovo mio fratello, con occhi chiusi e cisposi, capelli arruffati e labbra secche, che si tiene la testa con una mano e con l'altra cerca di centrare con il biscotto la tazza piena di latte.

"Ciao Teo, vedo che sei in forma!" ironizzo, ricevendo solo un verso gutturale.

"Mamma, dov'è Gordon? Pensavo di ritrovarlo qui anche stamattina" commento con voce maliziosa.

Mia madre arrossisce: "È impegnato con la famiglia..."

I miei occhi si dilatano, mentre Matteo continua, imperterrito, a mangiare.

"Mamma, per favore! Va bene che è gentile e molto sexy, però non ti andare a incasinare con un uomo che ha famiglia. Non voglio che mia madre sia causa di un divorzio!"

Lei scoppia a ridere di nuovo, la seconda volta per la precisione. Mi sa che mi sono alzata con una simpatia innata...

"Ma cosa vai a pensare?! Tua madre non farà nulla di ciò, è solo amica di un uomo divorziato. E poi lo troveresti sexy? "

Mi tranquillizzo, ma non me la racconta giusta. Faccio colazione e mi preparo per fare un giro con Matteo, mentre nostra madre finisce un lavoro per l'ufficio, a casa.

Mi metto una sciarpa pesante intorno al collo e un giubbotto invernale: oggi fa proprio freddo, sebbene non siamo ancora in inverno. Ecco perché non mi sono svegliata baciata dal sole.

Matteo sembra essersi ripreso e mostra il suo fantastico sorriso. Camminiamo per la piccola città, poco distante da Londra, mentre cerco tutte le cose richieste da Sharyl.

Decido di comprare anche un piccolo regalo alle due mie amiche, Alice e Cindy, e sto per entrare in un negozio di cosmesi, quando vedo un ragazzo fin troppo famigliare, che entra in quello accanto.

Rimango paralizzata poi scuoto la testa, per riprendermi. Non è possibile che Daniel mi perseguiti anche qua. E poi non sapevo sarebbe andato via da Cambridge per il fine settimana. Con tutti i posti che ci sono, proprio in questo doveva venire? Nah, starò impazzendo.

Entro nel negozio e compro due spazzole in legno con setole grosse, pensando ai bei capelli lisci e lunghi delle due ragazze a cui è destinato il regalo.

Non certamente per me. Infatti, la commessa, appena faccio la richiesta, guarda i miei capelli selvaggi, corti e molto mossi con disgusto mal celato e mi dice che quelle spazzole non sono adatte alla mia chioma. Giuro, vorrei tirargliele dietro.

Esco dal negozio, molto irritata, mentre Matteo ride per le mie smorfie, quando, appena subito dopo la soglia, vado a sbattere contro un ragazzo che, disgraziatamente, ha in mano un bicchiere di cartone pieno di "caffè" bollente.

Caffè si fa per dire...schifoso liquido marrone annacquato, che vuole assomigliare a quell'aroma inimitabile.

Comunque, quella cosa mi cade sul giubbotto e una macchia gigante si espande maligna, alzando il mio livello di irritazione e malumore alle stelle.

"Ma che cavolo...?! Stai più attento! Quando cammini, guarda davanti!" urlo al ragazzo ancora appiccicato a me. Alzo lo sguardo e vedo quegli occhi di ghiaccio che mi guardano la macchia.

Poi, a sua volta, fa risalire lo sguardo sui miei occhietti spalancati e sento, in quel momento, le mie ginocchia cedere.

Afferro il braccio forte di mio fratello, il quale, appena vede la figura a fianco della mia sventura, mostra uno dei sorrisi più belli e mi lascia quasi cadere, spostandosi, per andare ad abbracciare e baciare Diana.

"Scusa, non l'ho fatto apposta." ribatte il ragazzo, indifferente.

"Ci mancherebbe altro!" digrigno fra i denti, spazientita.

"Questo è destino, non trovi?" domanda, con il suo solito sorrisetto da schiaffi e la voce maliziosa, mentre indica noi due e tutto ciò che ci circonda.

"Non penso proprio, questa è una disgrazia. Era il mio giubbotto preferito, e tu me lo hai rovinato"

Mi giro a guardare i due che si baciano come se non ci fosse un domani e scuoto la testa con disapprovazione.

"Come la metti giù dura...esiste la lavanderia. E se non viene via la macchia, te ne comprerò uno nuovo." Poi segue il mio sguardo assassino e ritorna a parlare: "Non si sono neanche detti 'ciao'. Non pensavo fosse una cosa seria. Di solito mia sorella, non si fa vedere con i ragazzi che le piacciono."

Cosa seria? Spero prorpio di no, anche se lui mi sembra molto preso...

Sbuffo. Non sopporto quella ragazza.

"Cosa ne dici di entrare in quel locale per prenderci qualche cosa di caldo? Così potrò, in parte, ripagarti per il danno..."

Sto per controbattere di no, neanche se mi pagassero, ma vengo interrotta dalla voce di Matteo, il risorto: "Buona idea! Comunque ciao!" conclude ridendo.

In questo momento vorrei schiaffeggiarlo. Ma non poteva continuare a baciare quella maleducata?! La domanda, poi, non era stata posta a lui.

Daniel ricambia il saluto e, quando gli altri due si avviano verso il locale, si china sul mio collo e vi lascia un piccolo e dolce bacio. Rabbrividisco e socchiudo gli occhi.

Che cosa mi provoca questo ragazzo?

"L'altra parte del pagamento te la posso offrire al ritorno, sul letto di casa mia. Io. Te. Nudi" sussurra nel mio orecchio.

Sbarro gli occhi per la sorpresa, poi lo spingo via in malo modo, tanto che per poco non cade a terra. Non deve sottovalutare la mia forza.

Fisica. Ma, soprattutto, interiore.

È complicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora