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PVCULLEN

Chiudo la porta alla mie spalle e per poco la mia mascella non tocca per terra... Cazzo, ho Esmeralda qui, davanti a me , che mi guarda con uno sguardo sotto shock e poi è sbiancata come un lenzuolo, se qualcuno la vedesse adesso si prenderebbe paura da quant'è bianca, sembra un fantasma, o peggio ancora, e come se stesse per svenire da un momento al altro e per questo mi sento terribilmente in colpa, perché dai, diciamolo la colpa è solo mia se sta così.

Anche se lei potrebbe ,anzi no, dovrebbe capire perché ho fatto una cosa del genere.
Dovrebbe comprendere come io mi sono sentito quando quel verme di Alex ha osato baciarla proprio davanti ai miei occhi, dovrebbe comprendere che mi ha fatto più male di uno schiaffo, mi ha fatto male vedere che le labbra di un altro erano appoggiate sulle sue.
Cazzo non riesco a ricordare di nuovo la scena,che sento come se il mio corpo fosse stato invaso di nuovo dalla rabbia che precedentemente avevo sfogato sulla faccia di quel deficiente.
Ho la mascella che mi fa un male cane da quanto ho stretto forte,ed ho i pugni bianchi, che in confronto al bianco dei muri dell'ospedale sembra un colore scuro.

Rialzo lo sguardo e rivedo Esmeralda e in men che non si dica mi sento meglio, sento come se la rabbia di pochi secondi fa si fosse volatilizzata, lei ha questo effetto su di me... Riesce a calmarmi, ma anche a far uscire il lato più brutto del mio carattere e detto tra noi ,non so come essa ci riesca...
Insomma nessun altro prima d'ora si è comportato così con me, neppure una ragazza e invece adesso... Boh
Come sempre quando in un discorso c'è il nome "Esmeralda" alla fine non trovi mai una risposta alle tue domande, ormai mi ci abituando...

Mando giù la saliva e dentro di me spero vivamente che non mi urli in faccia o mi prenda a schiaffi...
Mi avvicino a lei cautamente, faccio un passo dietro l'altra e sento come se il mio cuore fosse salito in gola, giuro sto tremando...

Mi avvicino alla panchina in cui è seduta e mi ci siedo, fingo una sicurezza che non ho, ma non posso farmi vedere debole soprattutto da lei e soprattutto in questo momento.
Estraggo dalla tasca dei pantaloni il mio pacchetto di sigarette e ne estraggono una, tutto questo senza guardarla negli occhi, neppure per un istante.
Accendo la sigaretta e alzo lo sguardo e mi immergo nell'immensità del panorama che mi è stato letteralmente regalato da questo posto...
Per un secondo, un solo secondo, mi dimentico di tutto quello che mi circonda, di tutto quello che ho fatto e che farò, forse sbagliato o forse giusto ma poco mi importa perché io sono e sarò sempre me stesso.
L'aria si è fatta abbastanza pesante, è carica di tensione, sembra come se fosse una bomba a d'orologeria pronta a scoppiare in qualsiasi momento.
E giuro questa situazione è straziante e snervante, vorrei solo risolvere e stringerla forte tra le mie braccia e non lasciarla più andandare... Voglio proteggerla da tutto e da tutti e in alcuni casi anche da me stesso...

Mentre sto facendo questo monologo interiore con me stesso vedo lei che prende la sua borsa e tutte le sue cose e con un sospiro si alza e si dirige verso la porta.
Sta scappando, come sempre.

Mi alzo di scatto e le vado dietro,
-aspetta- le urlo da dietro ma lei anziché fermarsi aumenta il passo e a me tocca correrle dietro.
Sta per aprire la porta quando io la tiro per un braccio e la faccio voltare, così d'avere un contratto visivo con i suoi splendidi occhi neri...
Lei spalanca gli occhi, come se fosse impaurita, e sento che sotto il mio tocco inizia a tremare, ha paura di me.
Ha paura di... Di me? Non riesco neppure a dirlo, mi faccio schifo da solo, lei ha paura di me...
Questa consapevolezza mi fa sentire uno schifo...un mostro, per l'esattezza.

Lei è appoggiata alla porta ed ha gli occhi spalancati
- lasciami- mi dice con un filo di voce.
L'ho delusa da morire e che invece di lasciarla andare, lei vorrebbe solo che la stringersi a me e che non la lasciassi più andare, lo vedo dai suoi occhi.

Continuo il contatto visivo con i suoi occhi ed a un certo punto mi fiondo tra le sue braccia e la stringo così forte da non lasciare neanche un millimetro di distanza tra i nostri corpi.
E lei inaspettatamente ricambia, lei mi abbraccia come se avesse bisogno di questo abbraccio, come se questo abbracciato le fosse servito per alleggerire un pò il dolore che le avevo causato prima.
-scusami universo. -

I'm StrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora