Capitolo 35.

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Ecco per guardare indietro non avevo visto un'auto che mi ha investita. Dylan ha chiamato i soccorsi e mi hanno portato in ospedale.
Non riuscivo a svegliarmi.
Sentivo tutto, ma non vedevo nulla.
Improvvisamente mi vidi: ero sdraiata sul letto di un ospedale che respiravo a malapena.
I miei genitori piangevano e il medico che continuava a dirgli:<< È in gravi condizioni. Non si sa se ce la farà. La dobbiamo operare d'urgenza.>>
Mia madre si buttò tra le braccia di Dylan e pianse.
Mi portarono in sala operatoria e mi operarono. Alla fine dell'intervento mi portarono in una stanza.
Il medico si avvicinò a Dylan e a mia madre:<< L'intervento è andato bene, bisogna vedere se si sveglia.>>
Dylan:<< Quando dovrebbe svegliarsi?>>
Medico:<< È in coma. Non si sa quando né se si risveglierà.>>
Mamma:<< Bisogna chiamare Chris. Ti prego chiama Chris e digli cos'è successo.>>
Dylan chiamò Chris. Dopo un po' lo vidi, era lì che correva:<< DOV'È? DOV'È ALY? FATEMELA VEDERE!>>
Dylan gli andò vicino:<< È in terapia intensiva. Dobbiamo aspettare 24 ore per poterla vedere. Non fanno entrare nemmeno noi che siamo i genitori.>>
Chris:<< Cos'è successo?>>
Dylan:<< Ad un semaforo rosso scende e corre via, si volta per guardarmi e non vede l'auto che va di corsa. Stava venendo da te.>>
Chris:<< È tutta colpa mia. Non avrei dovuto trattarla male. Non avrei dovuto ignorarla. È grave?>>
Dylan:<< È in coma. Potrebbe non risvegliarsi.>>
Chris:<< Potrebbe non farcela e l'ultima cosa che le ho detto è che è una stronza e che non avrei voluto rivederla mai più... Dio quanto faccio schifo...>>
Mamma:<< Non è colpa tua. È normale che si litiga tra amici. Non so cosa le sia passato per la testa. So solo che non so cosa farei se non dovesse risvegliarsi.>>
Ehi io sono qui. Vi sto ascoltando. Qualcuno può sentirmi?
Non mi sentivano, era tutto inutile.
Devo svegliarmi. Non posso permettere che qualcuno stia male a causa mia.
Torno nella stanza dov'era il mio corpo.
"Dai su svegliati. SVEGLIAAAA. Ti prego, svegliati."
Provai a toccarmi. Improvvisamente sentii un rumore fortissimo. I medici entrarono di corsa:<< LA STIAMO PERDENDO. LA STIAMO PERDENDO.>>
Mi accasciai al pavimento, mi tappai le orecchie, chiusi gli occhi ed iniziai a piangere.

>>Mi accasciai al pavimento, mi tappai le orecchie, chiusi gli occhi ed iniziai a piangere

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Improvvisamente ci fu silenzio, poi di nuovo il bip... bip...
Aprii gli occhi. Vidi un'infermiera che si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:<< Forza piccola guerriera, puoi farcela. Lotta con tutte le forze che hai. Quel ragazzo lì fuori non ce la farà senza di te.>>
Mi alzai. Mi voltai verso la porta e c'era Chris accasciato ai piedi della porta. Alza lo sguardo, come se mi avesse vista, e sorride. Si alza e va dai miei genitori.
Chris:<< L'hanno salvata. Forse dovreste andare a mangiare qualcosa, farvi un riposino e tornare qui domani mattina. Resto io qui con lei. Se dovesse succedere qualcosa vi chiamo io.>>
Dylan:<< Forse dovresti tornare anche tu a casa. Farti una doccia, mangiare qualcosa e riposare. Lei non andrà via.>>
Chris:<< Non posso. Devo sapere che lei sta bene per poter tornare a casa e fare qualsiasi cosa. La colpa di tutto questo è solo mia. Se solo non avessi fatto la donna isterica e l'egoista ora voi stareste ad Atalanta ed io sarei triste perché lei non sarebbe qui, ma starei bene perché saprei che lei sta bene...>>
Dylan:<< Non è colpa tua. La colpa è mia che volevo portarla via...>>
Chris:<< Oh, no, non lo dica nemmeno per scherzo. Lei era così contenta del fatto che dovesse venire con lei e conoscerla finalmente. Sono stato io a rovinare tutto.>>
Dylan:<< Magari però dovresti tornare a casa.>>
Chris:<< Non si preoccupi. Io starò bene, però prima deve svegliarsi.>>
I miei tornarono a casa e Chris si sedette affianco alla porta della mi stanza. Un infermiere  passò e gli disse che non poteva stare lì ma lui gli rispose:<< Devo stare accanto a lei. Ne ho bisogno. Non posso vederla, almeno fatemi stare qui. Non vi darò fastidio, lo prometto.>>
L'infermiere annuì ed andò via.
Mi sedetti accanto a lui. Non riuscivo a sentire il suo calore. Si gelava su quel pavimento. Provai ad abbracciarlo. Non riuscivo a toccarlo, la mia mano passò attraverso lui. Passammo così la notte.
Il mattino seguente sentii un rumore assordante che mi svegliò.
Di nuovo quel rumore fortissimo. I medici corsero nella mia stanza:<< SBRIGATEVI, IL CUORE STA CEDENDO.>>
Mi voltai a guardare Chris che se ne stava lì, ai piedi della porta a guardare il pavimento e sussurrava:<< Ti prego...>>

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