Davanti a me si stende tutta la bellezza di quel luogo. Usciamo dal tubo di vetro e arriviamo nella mia terra: Calenia. Si stende davanti in tutta la sua bellezza. Giardini con piante mai viste in altri posti. Palazzi, i palazzi di quel color perla, per le famiglie con poteri della luce, e color petrolio, per quelle con i poteri del buio. E in fondo il palazzo reale dove vive la regina Strashsnowe, che nella lingua antica del posto significa –la pura- perché nella famiglia reale le ninfe sono tutte di una razza particolare, quella che chiamano –la quinta stagione- sono ninfe della razza della luna. Il colore della loro pelle, dei loro occhi e dei loro capelli è argento brillantato. Hanno un potere neutro chiamato –potere della mezzanotte-, un dono potentissimo che permette di fare magie sia del buio sia della luce. Sono bellissimi più d'ogni altra ninfa e più potenti che qualsiasi altro essere vivente. Ci aiuterebbero moltissimo nella guerra, ma per legge non possono combattere. Mi volto e vedo la villa della mia vecchia migliore amica, una villa color petrolio. E' stata la mia migliore amica finché non si è scoperto che ho poteri della luce. Poi non mi ha più parlato e quando sono stata esiliata, neanche un saluto. E affianco a quella villetta, ce n'è un'altra color avorio, quella del mio primo ragazzo. Lo tenevo nascosto ai miei perché aveva poteri della luce. Quando avevo nove anni non vedevo l'ora di compirne dieci per avere i miei ambiti poteri del buio, ma, quando finalmente il giorno arrivò, ci fu la sgradevole sorpresa di trovarmi poteri sbagliati. Mike è stato l'unico che mi è rimasto accanto. Anche Margot, mia sorella, non voleva più parlare con me, eppure eravamo molto legate prima. Sono rimasta a casa mia per altri quattro anni, i migliori della mia vita. In quel periodo vedevo Mike tutti i giorni e lui era l'unico che mi riusciva a confortare. Già...riusciva. Sospiro. Lui non mi ha mai abbandonato neanche, quando i miei genitori, dopo quegli anni in cui si sono sentiti derisi, mi hanno fatta esiliare. Non so se poi si siano integrati nella comunità, ma spero per loro di sì.
"Voglio andare nella parte vecchia della città, ci sono delle persone che vorrei vedere."
"Non andare dai tuoi, Marysol, non ti piacerebbe."
Mi risponde il generale.
"Perché?"
"Non sono più quelli che ricordi."
Nella mia mente ho ancora l'immagine della mia famiglia. Ricchi da far schifo e potenti da poter controllare il mondo.
"Che cosa gli è successo?"
"Io non so perché ti hanno esiliato, ma ne sono rimasti profondamente segnati... ormai hanno speso tutto il loro denaro per ritrovarti e nessuno li considera più... si sono distrutti per te...ma non ti hanno trovato."
"Allora saranno felici se vado a trovarli."
Ribatto.
"Non so le vicende più personali, ma si dice che non parlino più con nessuno tranne che tra di loro. E poi li hai resi poveri, non sarebbero molto felici..."
"Forse hai ragione..."
"Quindi?"
"C'è un'altra famiglia che devo vedere, forse non gli farà piacere, ma è quello che sento di dover fare."
"Vuoi che ti accompagni?"
"No, è meglio che vada da sola."
Detto questo mi giro e prendo la strada che porta nella parte vecchia della città. Per arrivare dove voglio non posso non passare davanti a quella che era la mia casa. Un edificio blu petrolio, ovviamente, con poche finestre, un balconcino sul quale non batte mai il sole e un portone d'ingresso con un battente. Ho una gran voglia di entrare, ma dopo quello che ha detto il generale so che non posso e che in fondo non lo voglio davvero. Mi sembra di scorgere mia sorella tra due tende un po' scostate, ma probabilmente è solo la mia immaginazione. Mi sembra di vedere i suoi capelli platino e i suoi occhi avorio. Vedo la sua pelle candida. Scuoto la testa. Non può essere vero. Ritorno a guardare. Le tende sono chiuse. Sospiro. Non so quale sia l'emozione più forte: il sollievo o il rimpianto. Passo oltre e arrivo alla villa dove volevo andare. Color avorio. Non sono più così sicura, mi tremano le gambe, rimarrei lì, ma so che devo entrare. Busso. Mi apre una ragazzina di circa dodici anni. Alta per la sua età e magra. Ha i capelli azzurri e gli occhi verdi. E' una ninfa mista. Capitano le eccezioni. Sono persone che ereditano alcuni tratti dalla madre ed altri dal padre. Siccome ha la pelle azzurra è nata in autunno, ma ha preso anche un po' del carattere verde del padre.
"Tu?"
Mi dice in tono accusatorio.
"Io..."
Rispondo incassando
"Sei stata esiliata da Calenia. Che ci fai qui?"
"Voglio parlare con tuo padre."
"Su che?"
"La morte...di tuo fratello..."
"Ma chi ti credi di essere?! Gli hai rovinato la vita, lo capisci?"
"Callie..."
Dico prendendogli una mano.
"Non mi toccare!"
Urla liberandosi maldestramente dalla mia stretta.
"Io lo amavo..."
"E allora? Sai quante ragazze facevano la fila per lui. Ma non le voleva, c'eri tu. La povera, piccola esiliata, mi fai schifo! Era accecato da te, che gli hai fatto?"
Comincia a tremare.
"Perché sei venuta qua, ci hai già rovinato la vita abbastanza, perché non te ne vai e ci lasci in pace?!"
"No, non me ne vado da qui. Mi potete lasciare fuori giorni, settimane, anni, ma non me ne andrò!"
Ecco il tono anti-contraddizione. Sospira.
"Non accetterai un no come risposta, vero?"
Annuisco.
"Allora entra, ma sappi che devi fare in fretta perché è meglio che mia madre non ti veda."
Dice sapendo che non può niente contro la mia volontà.
"Grazie di cuore!"
Dico entrando in casa e dirigendomi verso lo studio. La vedo fare uncenno di noncuranza con la coda dell'occhio.
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Ninfea
Teen FictionMarysol arrivò nel mondo degli umani dove incontrò lui. Lui che l'avrebbe fatta sognare, lottare ed innamorare. "promettimi che tornerai" "Non c'è bisogno di prometterlo. Sai che sarà così" "Lo so, ma ogni volta ho paura c...