"Credo sia arrivato il momento di ritornare a Calenia."
Dico.
"Cambi idea molto velocemente... mi avevi detto di non voler tornare."
Mi risponde Jack.
"Lo so, ma non posso permettere che vi facciano del male..."
"L'ultima volta ti sei quasi fatta uccidere, te lo ricordi? Non puoi tornare, non voglio rifare quell'esperienza."
"Sì, ma ora sarà diverso."
"Perché?"
"Perché tu verrai con me...se ti va..."
"Non lo so...non voglio che rischi la vita..."
"Ma ci sarai tu a proteggermi!"
"Ma se sei tu quella che mi ha salvato dai giganti!"
"Solo perché tu eri venuto a salvare me!"
"Ed il risultato lo ricordiamo tutti! Mary, è un suicidio!"
"No, non lo è! Sono stufa di questa situazione! Vado lì e mi piantano un proiettile nello stomaco, sto qui e veniamo rapiti sia te che io dai giganti. E James che mi chiede di non farti morire. E' un bambino, non può chiedermi queste cose! Basta! B-A-S-T-A!! Non ce la faccio più!"
"No...non puoi..."
"Oh, io posso fare quello che voglio."
Dico stizzita.
"Esattamente quello che voglio. E sai che ti dico. Io a Calenia ci vado, con o senza di te!"
Dico alzandomi e buttando per terra la sedia. Non mi preoccupo di non fare rumore. Me ne vado nell'altra stanza, ma Jack mi ferma prendendomi per un braccio.
"Forse mi pentirò di quello che sto per dirti, ma...non posso lasciarti andare da sola. Forse per te sarò solo un peso, ma in realtà ho voglia di vedere la tua città natale e poi...non sopporterei di vederti imboccare di nuovo quella porta senza di me!"
Abbassa la testa e si morde le labbra. Perché mi dice continuamente queste cose che mi fanno sciogliere? Perché insiste anche se io non faccio nulla in risposta? Perché mi ama?
"Non lo devi fare se non vuoi. Sarà rischioso, devo dirtelo."
Sussurro.
"Mi hai mai davvero lasciato scelta?"
Silenzio. Allora lui ricomincia.
"Marysol, tu m'incanti, non lo so. Non riesco a dirti di no, a lasciarti andare, a lasciarti perdere."
E' uno stalker o mi ama più di qualunque cosa. Credo sia più profondo di quello che provavo per Mike.
"Jack, non mettermi nella condizione..."
"...di darti una risposta perché non lo sopporterei!"
Dice imitandomi.
"Ti prego Jack..."
"Va bene, partiamo domani."
Sospiro.
Entro nella camera di Jack. E' con solo dei bermuda rossi a fiori addosso, a petto nudo. Rimango lì ad osservarlo, quando si volta e mi saluta.
"Dove pensi di andare con bermuda e valigia? Non andiamo mica in hotel!"
Gli dico.
"E cosa dovrei portarmi?"
E' più stupito di quel che mi aspettavo.
"Nulla."
"Nulla?!"
"Non è una vacanza, è una missione. Se ci serve qualcosa la compriamo."
"Okay, mi cambio e scendo in soggiorno."
Esco dalla camera e vado in cucina a preparare dei panini, il viaggio è lungo. Torno in salotto, lui mi aspetta davanti alla porta.
"In cerca di avventure, compagna?"
Sorrido.
"In cerca della pace, amico."
Usciamo da casa, destinazione: aeroporto.
Ci dirigiamo verso l'aeroporto. L'auto di Jack è più familiare di un taxi. L'edificio dell'aeroporto è davanti a me. E' enorme. Credo che quell'aeroporto sia il più grande che io abbia mai visto, non che ne abbia visti tanti. Compriamo due biglietti per il Brasile e c'imbarchiamo. La notte passa su quegli scomodi sedili con un cuscinetto per tentare di dormire, perfino le hostess sanno che non ci riuscirai. E' così che cominciamo a chiacchierare.
"Cosa farai una volta arrivata lì?"
"Non lo so credo che cercherò la fonte di ogni male. Sono melodrammatica se lo dico così. Diciamo che cercherò il castello del mio antagonista, potremo ormai definirlo così, anche se non ho la minima idea di chi sia e probabilmente non lo conosco e non lo conoscerò."
"Come non lo conoscerai? Se vuoi andare nel suo palazzo lo incontrerai."
"Siamo nel regno delle ninfe, ma non per questo i palazzi non sono controllati, soprattutto un posto dove c'è il signore del male! E' possibile che non usciremo vivi da questa missione. Ma il mondo è fatto anche da eroi che è quello che diventeremo noi in ogni caso, oppure finiremo sulle pagine di un libro di storia ad ammuffire."
"Allora è davvero una missione suicida?!"
"No, perché potrebbe anche funzionare, anche se ci sono poche possibilità."
"Okay, mettiamo in conto che in qualche modo arriviamo al cospetto di questo signore del male, che gli diciamo?"
"Non lo so."
"Sei partita per questa missione suicida e non hai neanche un piano?!"
Lo esclama con una voce che è a metà tra lo stupore e la rabbia.
"Nessuno ti ha costretto a venire."
"Tu non lo hai fatto?"
"Ah, già, mi ero dimenticata la storia che io comando con la forza del pensiero!"
Mi arrabbio. Ma ti pare?!
"Mary...non dobbiamo litigare, basta adesso, dormi."
Non riesco a capire se è un ordine, ma faccio quello che mi chiede perché non voglio litigare con lui. Mi giro dall'altra parte e sento che anche lui si volta. Sospiro. Una mano che mi accarezza i capelli ed un sussurro di una ninnananna all'orecchio. Posso dire qualunque cosa su Jack ma non che non è carino e romantico. Quale ragazza non vorrebbe stare con lui? Ed io che posso averlo non lo voglio, non nel senso letterale, ma è che non me la sento. Potrebbe andarsene da un momento all'altro, è l'unica certezza che mi è rimasta ed io lo tratto così freddamente. Non vorrei farlo, ma non posso farne a meno. Ho bisogno di lui tanto che devo averlo vicino, ma non abbastanza da dimostrarglielo in qualche modo. Ad un certo punto la ninnananna e le carezze s'interrompono e parte un leggero russare: si è addormentato.
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Ninfea
Teen FictionMarysol arrivò nel mondo degli umani dove incontrò lui. Lui che l'avrebbe fatta sognare, lottare ed innamorare. "promettimi che tornerai" "Non c'è bisogno di prometterlo. Sai che sarà così" "Lo so, ma ogni volta ho paura c...