PROLOGO

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Estate 2015.
Siamo a Luglio, la scuola è ancora lontana, due mesi mi separano da tornare a rivivere quell'incubo, tutti i giorni.

Il sole splende sulla superficie cristallina del mare, se chiudo gli occhi sento il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga della spiaggia dorata.

Mi sdraio sul lettino verde, metto gli occhiali da sole e chiudo gli occhi facendomi cullare da questo rilassante suono.

In breve tempo mi addormento e sogno degli occhi color della tempesta, capelli biondo platino e un fisico da paura, alto e slanciato, magro e muscoloso [per la cronaca, i riferimenti a mio marito (Draco Malfoy) sono puramente casuali]. Penso di essere arrossita nel sonno.

Mi sveglio di soprassalto quando sento delle voci che gridano:
-fai attenzione- o anche -la palla sta venendo proprio verso di te, spostati!-, apro gli occhi per cercare di capire da chi arrivino quelle voci, ma quando alzo la schiena dal lettino vengo ricatapultata indietro contro lo schienale da una palla che mi finisce dritta in faccia.

Ma come è possibile, che sfortuna.
Ho gli occhi appannati dal pianto, mi ha fatto davvero male quella pallonata, ma per fortuna ci sono gli occhiali davanti.

Un ragazzo davvero carino, mi pare, non lo vedo bene, si avvicina a me.
Ha degli occhi che tendono al verde e i capelli neri, un fisico mica male e mamma mia se è carino!

Si fa sempre più vicino e poi si siede sul mio lettino di fianco ai miei piedi.
-scusaci non volevamo- dice per poi aggiungere -Marco, piacere-
Vorrei rispondere "oh il piacere è tutto mio, Marta" ed è proprio quello che esce dalla mia boccaccia, maledetta traditrice!

Arrossisco e vorrei sotterrarmi tra tutta questa sabbia, ma non posso prendere e sotterrarmi, sarebbe più imbarazzante di ciò che ho appena fatto. Vedo le sue labbra muoversi e le osservo, sono rosee e carnose, secondo me bacia bene.
"Marta, che cosa vai a pensare!" mi rimprovero.

Sta dicendo qualcosa ma non lo ascolto, sono impegnata a scannerizzarlo con lo sguardo, così quando mi soffermo sul suo viso mi accorgo che ha l'aria di quello che si aspetta una risposta, così mi affretto a dire, prima che mi prenda per pazza: -eh? scusa mi sono distratta-

-sei di queste parti? non mi sembra di averti mai vista- dice con tono gentile. Probabilmente una pazza come me l'avrebbe notata.

-ehm, in realtà vengo tutte le estati, ma per poco tempo, solo due settimane- cavolo Marta fermati, non ti ha chiesto di raccontargli vita, morte e miracoli! Poi mi accorgo di essere stata scortese e aggiungo -tu invece?-

-io sono di Milano, ma vengo spesso qui.-
-Milano?- dico quasi urlando.
"Cavolo Marta contieniti!"
-cioè, perché anche io sono di Milano- mi correggo.
-ora vado, ciao- mi saluta correndo via.

"Perché non resta qui?"
Perché ha degli amici, lui.
"Simpatica, davvero"
Che ti devo dire?
"Che mi sposerà e che avremo tanti bambini"
Non ti sembra esagerato?
"Ehm, forse giusto un filo."

La smetto di parlare con me stessa e mi concentro su cose più importanti: Marco.
Lo osservo da dietro gli occhiali da sole mentre gioca con i suoi amici e amiche. Poi però decido di pensare ad altro e prendo uno dei libri che mi sono portata "Io prima di te" e comincio a leggere.

Quando il telefono fischietta e mi arriva un messaggio della mamma che dice: 'hai tempo per un ultimo bagno, 20 minuti e sali'.
Oh, sono già le 8, mi alzo, metto via il libro ed entro in acqua.

Passa un quarto d'ora così esco e vado a farmi una doccia per togliermi il sale, poi vado all'ombrellone e prendo le mie cose per salire a casa.

Per le scale incontro Marco che si sbaciucchia con una di quelle di oggi pomeriggio, li fisso da dietro gli occhiali, ma poi accelero il passo. Alla fine delle scalette c'è un tipo, probabilmente amico di Marco.

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