Vi chiedo scusa per averci messo così tanto ad aggiornare un capitolo, ma ho avuto un sacco di cose da fare quindi non sono riuscita a trovare un buco per scrivere qualcosa.
I suoi occhi azzurri mi guardano speranzosi, prende un respiro e fa per parlare.
-Lee, Evans, che ci fate qui fuori?-
La prof di filosofia interrompe Thomas ancora prima che possa cominciare e nella mia testa la sto maledicendo in tutte le lingue che so. Cioè due? ah ah ah, non sei divertente coscienza.-Evans si è sentita male durante l'ora di scienze e il professore mi ha chiesto di accompagnarla in infermeria-
-e perché allora siete nel corridoio opposto?- scende con lo sguardo sui nostri corpi e solo in quel momento mi rendo conto di come siamo.
Cretina fai qualcosa. Lo spingo poggiando le mani sul suo petto, lui si allontana di poco e prende una mia mano tra le sue.
Staccati brutto scemo, noi siamo solo di Marco. Sono talmente scioccata da quello che ha fatto che non riesco a reagire.
La prof guarda le nostre mani incrociate e sorride: -vedo che siete tornati insieme, spero che tu riesca a fare mettere la testa a posto al signorino Lee-
Ma cosa ha capito questa? No no, opponiti dì qualcosa cavolo. Chiedile del nostro ragazzo, lui si che è importante.
-Professoressa non è come sembra- dice lui, staccando la mano dalla mia e io riprendo a respirare.
-non lo dirò a nessuno se è questo quello che vi preoccupa- ci sorride come se avesse capito tutto e continua -però ora è meglio se tornate dove dovevate essere perché gli altri professori non saranno buoni come me se vi trovano-
Ci supera e prosegue verso una classe. Mi allontano da Thomas e mi rifugio in infermeria. Che cosa hai fatto deficiente?
Lui entra in infermeria nel momento in cui mi sono seduta sul lettino. Devo assolutamente di riprendermi, non posso fare la figura della demente ogni volta che un essere maschile mi sfiora.
Su Marta, un po' di contegno.
-Stai bene? Mi sembri un po' pallida, bambolina- si avvicina, ma è ancora abbastanza lontano e questo mi tranquillizza.
-si, non ti preoccupare-
-non mi sembra, ne vuoi parlare?-Ma è stupido o cosa? Si avvicina a me e si mette davanti alle mie gambe che scendono a penzoloni dal lettino bianco.
Cerco di guardare ovunque piuttosto che lui, osservo i muri rossi e bianchi dell'infermeria, un vero pugno nell'occhio. Perché non possono ridipingerli di azzurro.
-mi stai evitando?-
-non pensi che starebbero meglio azzurri questi muri?- mi guarda sconvolto, probabilmente gli sembrerò cretina.-Marta- sospira e si passa una mano nei capelli, cavolo come fa ad essere sempre così bello?! Respira stupida.
STAI LEGGENDO
Opposti
Teen Fiction"E me ne ero innamorata sin da subito, da quando i suoi occhi si erano affacciati nella mia vita e l'avevano sconvolta, da cima a fondo." dal capitolo 18: "D'altronde dopo il nostro discorso glielo dovevo, Gaia mi aveva confessato tutto quello che...