CAPITOLO VENTIQUATTRO

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Ero distesa sul divano coperta dal pile mentre la mia testa era poggiata sulla spalla di Anna.

-ora che ti sei calmata posso sapere quello che è successo?-

Anna è stata da me tutta la notte poi però io non me la sono sentita di andare a scuola, affrontarlo e guardarlo sorridere mentre tutto il mio mondo era caduto a pezzi a causa sua.

Lei è andata a scuola e quando Fede ha notato che non c'ero è quasi impazzita, hanno sopportato insieme le 5 ore di scuola e poi sono venute entrambe a casa mia.

Io e Anna siamo sdraiate sul divano, io con la testa sulla sua spalla e lei che ogni due secondi mi guarda come per controllare che io stia bene, Fede invece è seduta per terra davanti al divano con le gambe incrociate, mentre aspetta una risposta.

-io ti racconto, ma tu devi promettermi che non darai di matto, perché proprio non ce la posso fare- la guardo di sottecchi e quando annuisce comincio a raccontarle tutto di ieri pomeriggio.

-ma è uno schifoso- le lancio un'occhiataccia e lei capisce subito fermandosi, non volevo sentire nessuno parlare di lui.

-raccontatemi cosa è successo oggi a scuola, così mi distraggo- propongo, perché l'unica cosa che ho in mente adesso sono le sue labbra sulle mie e quel "ciao amore" , poteva almeno non risponderle davanti ai miei occhi dopo quello che aveva fatto.

-niente di che, solo Thomas che voleva tue notizie. Magari dopo scrivigli-
-ragazze no-
-e invece si, anzi sai che ti dico? Ho già combinato qualcosa per sabato pomeriggio- la fulmino con lo sguardo ma lei aggiunge -l'hai detto tu che hai bisogno di distrarti-

Strizza l'occhio a Fede e mi preoccupo seriamente, quando quelle due pianificano qualcosa non ne viene mai fuori niente di buono.

-su illuminatemi-
-io non ci sono che vado via con i miei, ma ovviamente voi poi mi racconterete tutto-

Ma cos'è tutto questo mistero? Voglio sapere, insomma.
-ti abbiamo combinato un uscita con Thomas- okay, preferivo non sapere.

-Anna- urlo e quella scoppia a ridere, ma dico che amiche poco normali ho?
-non sarete soli, usciremo con voi anche io e alcuni del suo gruppo-

-tipo Sam?- la mia amica arrossisce e questa volta è il mio turno di ridere, liberandomi finalmente di un po' di tristezza accumulata da ieri.

-ma cosa stai dicendo, stupida- sorride e cerca di sembrare normale, ma l'abbiamo capito tutte che c'è qualcosa sotto.

-bene bene zitellona, noi ora dobbiamo andare, ma torniamo presto- le mie amiche si prendono a braccetto e si avviano verso la porta, poi si girano e mi squadrano con attenzione.

Prendono la rincorsa e mi saltano addosso, spappolandomi sul divano. Ma perché devono avere così tanti problemi mentali?

Si alzano, mi lasciano un bacio su una guancia e poi se ne vanno, lasciandomi sola con i miei pensieri e rimorsi.

È ancora mercoledì e non posso saltare un altro giorno di scuola, insomma, è iniziata da tre giorni e io ho già fatto un'assenza.

Thomas: come stai bambolina?

Mi imbarazza da morire il fatto che sabato sera dovrò uscire con lui. Okay, non saremo da soli, ma comunque mi sembrerà di tornare indietro all'anno scorso e sappiamo tutti come è andata a finire.

Io: meglio grazie, domani dovrei tornare

Mi sembra così strano scrivergli ancora, non lo facevo da quest'estate al mare e prima di quel momento da quel bellissimo, si fa per dire eh, giorno in cui l'ho beccato in palestra con Sofia.

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