CAPITOLO QUINDICI

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AVVISO: probabilmente questo week end non pubblicherò un granché perché sono a Milano e sarò in giro tutto il tempo.
Spero lo stesso di riuscire a scrivere qualcosa durante il viaggio in treno.
Comunque recupererò nelle vacanze Natalizie, SPERO.

I respiri fusi, il suo profumo e il mio, il nostro.

Guardavo le stelle dal lucernario della camera della sorella di Marco, stesa per terra sul tappeto, l'unico punto dal quale si vedeva il cielo attraverso quella piccola finestrella.

Ripensavo a quel che mi aveva detto Gaia e aveva maledettamente ragione.

Come potevo anche soltanto immaginarmi di avere un futuro con lui? In fondo ci conoscevamo appena da una settimana, era andato tutto troppo in fretta e non sapevo nemmeno chi fosse.

Forse gliela stavo dando vinta troppo facilmente, ma era quel che pensavo fosse giusto e così non avrei ferito nessuno, nemmeno Gaia.

-Barbona- disse Jona entrando in camera mia, si stese accanto a me con il naso verso su. Mi mancava così tanto passare del tempo solo con lui, il mio fratellone.

Ero tornata presto dal falò, subito dopo la chiacchierata con Gaia. Non ero nemmeno tornata a salutare gli altri, avevo beccato Jona e ce n'eravamo andati insieme.

Un lampo squarciò il cielo e le nuvole cominciarono a coprirlo velocemente, si prospettava una nottata di temporale e sapevo già che non avrei chiuso occhio.

Sin da piccola ne ero terrorizzata, non ne conoscevo nemmeno il motivo, sapevo solo che l'idea di un tuono o di un lampo mi faceva venire i brividi.

Jona mi strinse in un abbraccio dandomi sicurezza e poi mi alzò dal pavimento poggiandomi sul letto.

Fece per andarsene, ma lo trattenni per un polso.
-Ti prego resta- dissi in un soffio e sperai che avesse sentito e che obbedisse.

Si stese accanto a me, sotto le coperte. Un tuono irruppe nell'aria e io mi strinsi a mio fratello, che tra una risata e l'altra mi cinse più forte tra le sue braccia.

Era un sollievo averlo lì, dopo tutto questo tempo.

Era stato via così tanto tempo quell'anno e da quando era tornato non avevamo quasi mai parlato.

Prima che partisse eravamo molto legati, sempre insieme.

Poi era successo quel che era successo e allora lui aveva preso e aveva passato un anno fuori, senza che nessuno sapesse il vero motivo, nessuno tranne me.

Aveva tagliato i contatti con tutti, una volta al mese mandava a casa una lettera, dicendo che stava bene e di non cercarlo fino all'arrivo della prossima lettera.

Aveva deciso così, non voleva ricordare e pensare a ciò che c'era a casa. I primi mesi non riuscivo ad accettarlo, provavo a chiamarlo giorno e notte, ma lui non rispondeva mai.

Tutti ci avevano abbandonato, ma anche lui se n'era andato, lasciandomi sola in quella città che era stato il mio incubo.

Uno dei primi giorni, dopo 36 chiamate, gli avevo lasciato un messaggio in segreteria.
Gli chiedevo di tornare, perché lui era la mia unica salvezza e senza di lui non sarei riuscita ad andare avanti.

Qualche giorno dopo mi era arrivata la conferma che l'avesse ascoltato, ma lui non era tornato né per sempre, né a prendermi.

Era stato un periodo difficile, poi avevo cambiato scuola e lì avevo conosciuto Anna e Federica. La mia salvezza.

Due ragazze diverse, ma ugualmente fantastiche. Mi avevano aiutata ad uscire dal buco nero nel quale mi trovavo.

Ma niente e nessuno poteva eguagliarlo, mio fratello era sempre stato il mio migliore amico. Aveva due anni in più di me, era grande e grosso e mi difendeva sempre.

Sin da piccoli eravamo stati molto uniti, fino al giorno della partenza non avevo sospettato nulla, di solito mi diceva sempre tutto quello che gli passava per la testa. Quella volta non lo aveva fatto ed era partito senza dirmi niente.

Era tornato ormai da un mese, ma era come se fosse ancora via. Non sapevo se alla fine dell'estate sarebbe ripartito, se mi avrebbe abbandonata di nuovo.

Avevo paura che potesse lasciarmi di nuovo, per questo non mi ero più avvicinata a lui, d'altro canto lui non aveva provato a rimettere a posto le cose tra di noi e pensavo che gli andasse bene così.

Ma stare tra le sue braccia mi provocava sempre lo stesso conforto di sempre, la sicurezza che con lui non dovessi temere nulla. Mi era mancato tantissimo, dovevo ammetterlo, e averlo lì era tutta un'altra cosa.

-Non andartene-
-Tranquilla sono qui-
-Intendo mai, non lasciarmi mai più, mai-

Sento che questa situazione ha distrutto anche lui, da come sospira, da come si porta i capelli all'indietro.

Anche lui ha sofferto allora, pensavo che fosse scappato dal dolore e che lì stesse bene.

-Non tornerai lì vero? Non di nuovo?-
-Non lo so, devo ancora decidere-
-Mamma e papà lo sanno?-
-Si gliene ho già parlato-

Perché con loro ne aveva parlato? Perché con loro e non con me? Come mai non aveva voluto dirmi nulla di questo? Come mai non aveva voluto dirmi più niente?

-E io? Non conto più per te?-
-Certo che si sorellina-
-E allora perché non ne hai parlato anche con me? Perché non mi hai detto che stavi partendo?- una lacrima solca solitaria la mia guancia e non so se sia colpa sua o del temporale che di certo non aiuta.

Lui non risponde, mi stringe solo di più a sé, mi dà un bacio tra i capelli e uno sulla fronte

Io appoggio la testa sul suo petto, ascolto il suo cuore battere e mi tranquillizzo, facendomi pian piano accogliere nel sonno.

-Buonanotte Big Boy- sorrido sulla sua maglietta.
-Buonanotte Fiorellino- un altro bacio tra i capelli e poi i miei occhi si chiudono dolcemente, facendomi cadere in un sonno tranquillo, per la prima volta da quando è partito.

BEEEEH

MOMENTO DOLCIOSO TRA FRATELLI...
Volevo farlo da tanto e spero che sia riuscito bene. È uno dei miei capitoli preferiti, se non il primo. Spero piaccia tanto anche a voi.

Ho lasciato volutamente molti punti interrogativi, per suscitare un po' la vostra curiosità.

Ho scritto sul telefono perché wattpad non mi funziona un granché sul PC ultimamente, quindi mi scuso per eventuali errori... Non è molto semplice scrivere dal telefono.

Fatemi sapere che ne pensate.
kiss kiss Gossip Girl

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