CAPITOLO TRENT'UNO

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(ultimo capitolo)

Arrivo lì davanti e il cuore mi batte a mille, non so ancora che cosa farò quando lo vedrò, mi lascerò guidare dall'istinto e dai sentimenti che provo verso di lui.

Citofono con la mano che trema e aspetto che qualcuno mia apra, sento la serratura scattare e il mio cuore comincia a battere velocissimo, trattengo il respiro e cerco di tranquillizzarmi, in fondo è il solito Marco e non è la prima volta che lo vedo o gli devo parlare.

La porta si apre, rivelandomi una figura molto familiare, ma purtroppo non quella che mi aspettavo.

-Mamma, cosa ci fai qui?-

-Potrei farti la stessa domanda.. Io sono venuta a trovare Jane-

-Ho bisogno di parlare con Marco, sai dirmi dove si trova?- domando a Jane che è comparsa alle spalle di mia mamma con una teglia di biscotti in mano.

-Non lo so cara, vuoi entrare e aspettarlo qui? Io e tua mamma stavamo giusto per cominciare a mangiare qualcosa, potresti unirti a noi-

Nonostante quei biscotti emanino un odore buonissimo e molto invitante, rifiuto e me ne vado. Se non l'ho trovato qui vuol dire che lo cercherò in giro, nei suoi soliti posti.

* * *

Ho cercato ovunque, ma non l'ho trovato da nessuna parte, sono andata persino nella palestra dove va durante la settimana per allenarsi e ho dovuto discutere con una commessa piuttosto antipatica che non voleva dirmi né se fosse venuto quel giorno né farmi entrare.

Alla fine però non era nemmeno lì, sono stata appostata là fuori per due lunghe ore, ma di lui nemmeno l'ombra.

Rientro in casa, esausta e scoraggiata. Non sono riuscita a parlargli e chissà quando avrò ancora il coraggio di farlo e dirgli tutto quello che voglio, lui ce l'ha fatta e io sono stata zitta, poi però quando io ero pronta lui non c'era.
Non mi stava aspettando.

Passai per la cucina e mi fermai per farmi una cioccolata, mentre ero fuori il tempo era cambiato e faceva abbastanza freddo per me, che ero uscita in pantaloni della tuta e una misera felpa rosa, pensando di rientrare a casa poco dopo.

Avevo seriamente bisogno di qualcosa di caldo per tornare in me, ma ovviamente mamma non era ancora tornata da casa Maid e non poteva prepararmela. La feci e me la portai in camera, mi svestii, feci una doccia veloce e tornai di là per vestirmi e bermi la cioccolata che, dopo cinque minuti, non era più scottante come prima.

Mi stesi sul letto con ancora i capelli bagnati, consapevole che avrei dormito su un cuscino umido quella notte oppure me ne sarei andata da mio fratello come accadeva spesso in quei giorni.

Non facevo altro che pensare alle sue parole, quelle di Rebecca e ai miei silenzi. Che cosa gli avrei detto una volta che me lo sarei trovato davanti?

Avrei avuto il coraggio di parlargli proprio di tutto? Così apertamente come aveva fatto lui?

A distogliermi dalle mille domande che mi assillavano e mi avevano distratto dalla mia cioccolata fu il rumore di qualcosa che colpiva la mia finestra e maledissi la pioggia perché faceva così tanto rumore.

Il rumore continuava a scatti e cominciai a pensare che non fosse proprio dovuto alla pioggia. Mi avvicinai alla finestra bevendo la mia cioccolata e quasi mi strozzai quando lo vidi.

Era bagnato da capo a piedi, proprio a causa della pioggia che, silenziosa, aveva cominciato a cadere da quando io ero tornata, con in mano dei sassolini che tirava alla mia finestra.

Era davvero troppo da film romantico, tanto che pensai di star avendo un'allucinazione, mi stropicciai gli occhi come appena sveglia e, una volta tolte le mani dagli occhi, intravidi una scritta alle sue spalle che prima non avevo notato.

'Pictures of you, pictures of me, 
hung upon your wall for the world to see.

Pictures of you, pictures of me,
remind us all of what we used to be.'

Lui era fuori dalla mia finestra, bagnato dalla pioggia. Il ciuffo nero gli ricadeva su quei magnifici occhi verdi ed un sorriso gli illuminava il volto.

Realizzai che, forse perché aveva appena fatto un gesto troppo romantico per lui, mi sembrava diverso dal solito.

Jona lo avrebbe ucciso, aveva appena rovinato il lavoro di due settimane di duro lavoro ad imbiancare il muretto del giardino.

La vernice rosa spiccava e stonava nel noioso e malinconico paesaggio che si intravedeva dalla mia finestra, proprio come l'artefice dell'opera che sembrava illuminasse tutto ciò che lo circondava con quel maledetto sorriso.

Non era uno dei suoi soliti ghigni, ma uno di quei rari sorrisi che pochi avevano avuto l'occasione di vedere e apprezzare.

Infilai le scarpe velocemente e scesi giù dalle scale, uscendo dalla porta sul retro. Senza badare a tutto quello che mi circondava o al fatto che fuori piovesse e io fossi in pigiama.

Corsi per tutto il giardino, arrivando davanti a lui e chiedendomi come facesse ad essere così bello dopo essere stato sotto la pioggia per il tempo necessario a scrivere la frase sul cemento -e ad attirare la mia attenzione-.

Lo abbracciai e pregai che non si staccasse più, perché stavo così bene tra le sue braccia che non potevo pensare di stargli lontana ancora per altro tempo.

-Marta- cominciò, ma lo bloccai sul nascere perché non volevo che mi chiedesse ancora scusa perché lo avevo già perdonato.

-Non c'è bisogno che ti scusi, perché ti ho già perdonato-

La stessa sensazione di quando ci sfioriamo mi travolge, ed è come se ci baciassimo per la prima volta. Il mio cuore batte come se non avesse mai provato niente di simile e sento il cuore in gola. Il respiro mozzato e le mie labbra sulle sue.

-Il bacio sotto la pioggia fa molto tradizionale- non riesco a trattenere un sorriso per questa sua stupida constatazione.

-Ti prometto che ce ne saranno di più particolari allora-

Mi mordo la lingua, perché cavolo devo sempre parlare a sproposito? Ho appena supposto che ce ne saranno altri, senza nemmeno sapere quello che vuole lui.

-Qualsiasi cosa con te è speciale Marta- mi bacia ancora e penso di aver raggiunto le stelle, fino a quando sento di nuovo la sua voce e ne ho la conferma.

-Ti amo- dice tra un bacio e l'altro, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Il cuore batte ad una velocità inverosimile, le farfalle volano nel mio stomaco come se volessero uscirne e fargli vedere l'effetto che lui ha su di me.

E la sensazione di sapere che lui ora è davvero mio, di nessun'altra e che mi ama, mi sconvolge e mi toglie il fiato, portandomi tra le nuvole come in un sogno.

FINEEEH

Grazie a tutti per aver seguito questa storia, anche se siete pochi.

Mi sembra quasi impossibile di aver finito questa storia e faccio davvero fatica a crederci, ma sono contenta di avercela fatta.

Fatemi sapere che cosa ne pensate anche di questo capitolo, vi saluto.

kiss kiss Gossip Girl

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