CAPITOLO CINQUE

25 6 1
                                    

Eccomi tornata tra voi! È passato pochissimo dall'ultimo aggiornamento, quindi dovete essere felici.

E nulla, buona lettura miei prodi❤

Eravamo tutti davanti alla macchina carica di bagagli, pronti per i saluti e gli addii.

La mamma aveva le lacrime agli occhi e abbracciava tutti presenti, trascinando anche loro in un pianto disperato.

Quando fu il turno di Jane le due si abbracciarono forte e mi stupii di non aver mai visto quella donna prima di un paio di giorni fa.

-Prenditi cura dei miei bambini per favore- disse la mamma con tono preoccupato. Ce l'avevamo fatta, complice anche la signora Maid, avevamo convinto la mamma a lasciarci al mare dalla famiglia di Marco ancora per un po'.

E non vedevo l'ora, chissà cosa sarebbe successo.

Io e Marco ci eravamo scambiati qualche bacio quella sera, ma poi non avevamo più avuto occasione di parlare o stare da soli.

La situazione era abbastanza imbarazzante, soprattutto quando lo beccavo che mi fissava o viceversa.

Era anche peggio quando se ne accorgevano prima gli altri di noi, perché a quel punto partivano le battute.

Stando a quanto mi raccontava Gaia, Marco non aveva mai avuto una ragazza fissa e non si era mai interessato ad una per più di quattro giorni.

Il mio tempo, quindi, stava quasi per finire e tutto ciò mi rattristava. Speravo tanto che con me fosse diverso, ma non ne ero sicura.

Cosa avevo io di diverso dagli altri? Perché doveva cambiare proprio con me?

*Marco's P.O.V.

I suoi genitori stavano partendo, lasciandola a casa mia, tutta per me.

Era come un sogno, non potevo credere di aver ottenuto tutto questo, sarebbe stata da me e con mia madre avevamo assegnato a lei la stanza vicino alla mia e al fratello quella di fronte alla sua.

Non vedevo l'ora di poterla avere a distanza di pochi metri, anche se ero sicuro che non avrei resistito un granché sapendo che ci separava solo una parete.

* * *

Eravamo appena usciti di casa, dopo una lunga mattinata di ordine.

Avevo approfittato di quel tempo per stare un po' di più con Marta, avevamo sistemato le sue cose nella stanza di mia sorella, che in questo momento era in Inghilterra per l'Università, e avevamo parlato del più e del meno.

Per la strada la vedevo assorta, succedeva spesso ed era bello stare a guardarla, con quegli occhi blu sognanti che ti facevano venire i brividi lungo la schiena.

Stava pensando a qualcosa di importante, almeno per lei, lo si capiva dal modo in cui si arricciava i capelli quando qualcosa la tormentava.

Si, ero stato parecchio a guardarla. Soprattutto in questi giorni in cui le nostre poche e corte conversazioni erano seguite da lunghi e costanti silenzi pieni di imbarazzo.

Era bello guardarla, mentre si mangiucchiva le unghie o si arricciava i capelli con il dito, mentre muoveva il piede a tempo dei suoi pensieri o giocherellava con la collanina che portava al collo.

Capivo subito quello che pensava o che cosa la tormentava dal modo in cui reagiva. Ogni suo movimento era collegato a qualcosa di particolare.

Jona era più avanti che parlava al telefono, mentre io e Marta eravamo rimasti un po' indietro.

La fermai con un braccio.
-che cosa ti tormenta?-

Lei si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e avvampò sotto il mio sguardo.
-nulla, di cosa dovrei preoccuparmi?-

Lo disse atona e mi confermò che c'era qualcosa che la preoccupava davvero, ma non voleva parlarmene.

-Marta, so che ti preoccupa qualcosa. Perché non me ne vuoi parlare?-
-perché tanto non ti interessa-

Perché era così testarda? Mi faceva incazzare sempre tantissimo, che cavolo possibile che mi reputasse così indifferente.

-mi interessa, se no non te l'avrei chiesto. Su dimmi, che cosa ti tormenta?-

-nulla in particolare, solo che penso di non avere molto tempo per essere felice. Tutto qua-

Non la capivo. Cazzo, era al mare, con me.
Ci eravamo baciati e le avevo anche detto che mi piaceva, cosa che non avevo mai fatto prima. Che cosa voleva di più?

Ero arrabbiato, accelerai il passo e raggiunsi suo fratello, lasciandola indietro spiazzata.

Ero stufo di aprirmi, solo con lei, per lei, e ricevere in cambio ancora più insicurezza di prima da parte sua.

Ero sicuro che si stesse facendo mille domande sulla mia reazione, che stesse scavando, cercando i motivi per cui avrei dovuto abbandonarla così su due piedi nel mezzo di una conversazione.

Ma non c'erano motivi "profondi", era solo che mi aveva stancato con la sua insicurezza. Non potevo provarle, né darle di più, ero fatto così e basta.

E doveva fidarsi, o mi avrebbe perso.

* * *

Arrivai in spiaggia e presentai Jona al resto del gruppo, quando vidi Riccardo e Gaia staccarsi dal resto di noi e dirigersi verso Marta.

Era appena arrivata e nessuno aveva fatto in tempo a vederla in viso, perché quei due malati l'avevano sequestrata portandosela via.

Erano spariti già da un bel po' e io cominciavo a preoccuparmi, quando il mio sguardo fu catturato da qualcosa degno della mia attenzione.

Una ragazza camminava sulla spiaggia, aveva un corpo perfetto, tutte le curve al loro posto, fasciate da un costume rosa che lasciava ben poco all'immaginazione.

I capelli neri si muovevano con il vento, e scoprivano un bellissimo viso dai lineamenti particolari. Occhi gialli e labbra carnose. Un vero sogno.

Mi avvicinai a lei e cominciammo a parlare, capii subito da come mi guardava che mi sarebbe saltata addosso da un momento all'altro e anche io l'avrei fatto volentieri.

Trascinai Maria verso la mia comitiva e la presentai agli altri, tutti i ragazzi se la stavano mangiando con gli occhi.

Alice si alzò indispettita e raggiunse il gruppetto dei tre amiconi. Dopo poco tornarono tutti insieme e sentii lo sguardo di Marta che vagava da me a Maria, senza sosta.

La ragazza nuova mi si avvicinò e cominciò ad accarezzarmi il braccio in modo sensuale, poi passò la mano sul mio collo e infine sul mio petto.

Si fermò sulla pancia e pensai che stesse per continuare, quando mi sussurrò all'orecchio: -oh cavolo, siamo in pubblico. Però se vuoi dopo possiamo finire-

Tolse la mano e mi lasciò un bacio sulla guancia, alzandosi e dirigendosi verso il bar. Ero rimasto imbambolato.

Beeeh
NON MI UCCIDETE PER FAVORE.

Che ne pensate di Maria?
Purtroppo per me esisteva anche nella versione originale della mia vita, ma non era così tanto b***h.

Al prossimo capitolo e..
..fatemi sapere che ne pensate.

Baci e buonanotte girls❤

OppostiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora