CAPITOLO VENTISEI

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It made me think of you.

Ero davvero la persona più sfortunata al mondo. C'era un solo individuo sulla faccia della terra che non volevo incontrare, ma il fato volle che me lo ritrovassi ad un palmo dal naso appena un paio di secondi dopo aver formulato questi pensieri.

È ancora più bello del solito con la maglietta bianca che gli fascia il petto e fa risaltare e i suoi occhi verdi ancora di più.
Contieniti Marta, siamo arrabbiate con lui.

Mi si mozza il fiato a vederlo così, faccio un respiro profondo e metto piede in palestra dopo averlo superato.

Thomas è alle mie spalle, sento la sua presenza e dopo pochi attimi anche una sua mano che si poggia sul mio fianco destro.

I brividi mi attraversano la schiena, ma non per il contatto tra il mio corpo e quello di Thomas, bensì per lo sguardo che mi sento addosso.

Degli occhi verdi magnetici mi osservano dall'altra parte della palestra, ma non voglio dargli la soddisfazione di sorprendermi a guardarlo.

Lascio che Thomas mi stia a fianco, anche se preferirei che ci fosse qualcun altro al posto suo.

La professoressa comincia a spiegare che usciremo in giardino dove c'é anche il campo da calcetto e che faremo un partita tra le due classi.

Vedo la biondina tinta avvicinarsi al mio principe e sento la rabbia montarmi dentro. Lui la liquida velocemente e se ne va con un gruppetto dei suoi nuovi compagni.

-dovresti dire a tua sorella di non provarci con i ragazzi fidanzati-
-E da quando sareste ufficialmente una coppia?-
-Ma mica sta con me!- fingo disgusto nel mio tono di voce, quando in realtà sto dicendo tutto quello che desidero di più.

-E chi è la fortunata allora?-
-Una mia amica del mare-

Non è proprio giusto definire amica una alla quale stai cercando in tutti i modi di soffiare il ragazzo e che avete tradito entrambi.

-Mi ha chiesto di tenerglielo d'occhio, lontano da qualsiasi gatta morta-
-Guarda che stai parlando di mia sorella-

Eh appunto, figurati che se non fosse per te avrei detto di peggio, ma sto cercando di trattenermi.

-Non sto parlando di lei in particolare, dico in generale... Devo tenerlo lontano da qualsiasi individuo di genere femminile-

Sospiro perché non so nemmeno più che cosa inventarmi per evitare di fare una figuraccia, insomma mi spiace, non è mica colpa sua se ha una sorella così.

-Quindi, beh, se potessi anche solo parlare a tua sorella e spiegarle, sarebbe lavoro in meno per me, tutto qua-
-Farò finta di crederti, Evans-

Ma cos'è questa moda che hanno tutti adesso di chiamarmi con il mio cognome? Non gli piace 'Marta'? Perfino mio fratello lo fa.

Esco fuori dalla palestra a braccetto con Anna, mi sta raccontando di un certo ragazzo misterioso e ha deciso che per un po' di tempo non mi rivelerà il nome perché dice che se no comincerei a fare mille filmini e non vuole illudersi, non stavolta.

Capisco il suo punto di vista, ma, insomma, voglio sapere il nome della sua nuova fiamma. Io un sospetto ce l'avrei.

Arriviamo al campetto e la professoressa ci dice di fare 10 minuti di corsa per il giardino della scuola.

Corriamo fino al capannone che sta nel mezzo del cortile e poi ci fermiamo, appena svoltato l'angolo. Veniamo sempre qui quando ci fa correre, perché non ci vede e noi possiamo continuare a spettegolare senza dover fare esercizio fisico.

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