Capitolo 34

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La campanella della pausa pranzo suona.
Finalmente rivedrò Chris.
Dopo l'ora di inglese non l'ho più visto, dato che non frequentiamo gli stessi corsi.
Mi alzo dal banco e preparo la borsa, mettendo via il libro di economia.
La materia più noiosa del mondo...
Oggi stavo per addormentarmi sul serio, ma alla fine il prof ha avuto la meglio.
Chiudo lo zaino e mi sistemo rapidamente.
Chris sarebbe arrivato tra pochi minuti per andare a pranzare insieme.
Non vedo l'ora di rivederlo.
Mi mancava essere fidanzata con qualcuno.
Ora è tutto diverso rispetto all'Italia, la mia vita è diversa.
Prima avevo una semplice relazione, composta da baci, carezze e coccole; mentre adesso è tutto più vivo, più intrigante....
Mi lego i capelli in una coda ed esco dalla classe.
Fuori incontro Aaron, appoggiato al muro.
Sembra che stia aspettando qualcuno.
Sicuramente non sono io.
Mi appoggio alla parete e aspetto Chris.
Dov'è quel ragazzo?
Aaron continua a fissarmi.
Gli sorrido, ma lui abbassa la testa.
Non sarà veramente arrabbiato con me?
Forse dovrei parlagli... O forse è meglio di no, anche perché non saprei cosa dirgli...
Dopotutto non gli devo dare spiegazioni, io e lui non stavamo insieme.
Chiudo gli occhi e cerco i rilassami.
Impossibile. Non posso comportami così!
Poverino Aaron, lui non aveva colpe, sono io l'unica ipocrita qui.
Gli parlerò.
Mi avvio verso di lui, quando sento chiamarmi.
Mi volto e vedo arrivare Chris.
Subito mi fermo e sorrido.
"Ehi.." Dico abbracciandolo e baciandolo.
"Ciao. Scusa il ritardo, ho avuto una verifica a sorpresa di tedesco."
Sorrido.
"E com'è andata?"
"Lasciamo stare"
Gli bacio una guancia.
"Andiamo?" Chiede.
"Si"
Intreccia una mano nella mia e insieme ci avviamo verso la mensa.
Passiamo davanti ad Aaron.
Il ragazzo abbassa il capo, come se non volesse guardarci.
Mi fa pena, ed è tutta colpa mia.
"A te com'è andata?" Mi chiede Chris mentre camminiamo.
"Normale... Ho preso 9 nella verifica di spagnolo, niente di che."
Scoppia a ridere.
"Si infatti, tutti prendono 9 continuamente"
Anche io rido.
"Sei una secchiona" aggiunge fermandosi e afferrandomi la vita per tirarmi più vicino a sè.
Pochi centimetri ci separano.
Sento i suoi respiri sulla mia faccia.
"Non è vero." Rispondo allontanarmi e correndo via.
"Dove vai? Vieni qui!" Risponde lui inseguendomi.
Continuiamo a correre, poi lui mi raggiunge e mi afferra, prendendomi in braccio.
"Presa!" Urla trionfante.
"Mi sono fatta prendere" rispondo.
"Si, si, dicono tutti così" mi bacia lentamente e io sorrido.
Senza accorgerci siamo arrivati davanti alla porta della mensa.
Mi riappoggia con i piedi per terra e io sorrido.
"Il nostro primo ingresso da fidanzati, dovrei sentirmi agitato?" Chiede.
Lo guardo, cercando con tutta me stessa di non ridere.
"Okay, ho detto una cosa stupida."
Annuisco.
"Ma non è colpa mia se ti amo troppo" aggiunge baciandomi. Rispondo al bacio per poi scoppiare a ridere.
Anche lui ride.
"Siamo due stupidi innamorati.." Sussurra.
"Chi ti dice che io sono innamorata di te?" Lo provoco.
"I tuoi occhi."
"I miei occhi?"
Annuisce.
"Cosa vedi in loro?"
"Sono più verdi del solito, e l'unica volta che li ho visti così è stato quando il primo giorno ti ho portato al riuscendo... Te lo ricordi vero?"
Come potrei dimenticarmi uno dei momenti più belli della mia vita...
"Sei un pagliaccio." Rispondo baciandogli la guancia. "Ma adesso ho fame, per cui.."
"Chris!" Urla una voce dietro di noi "Chris!"
Ci voltiamo e vediamo Nicole, l'amica di Hanna , correre verso di noi.
Mi stacco subito dal ragazzo.
Che succede?
La ragazza ci raggiunge.
Ha l'aria preoccupata.
Le tremano le labbra e fatica a parlare.
"Nico, che succede?" Chiede Chris.
La ragazza appoggia le mani sulle ginocchia e cerca di riprendere fiato.
"Ehi, stai bene?" Aggiunge lui chinandosi verso di lei.
Nicole si alza di colpo e inizia a parlare così in fretta da mangiarsi tutte le parole.
Io e Chris ci guardiamo confusi.
"Calmati. Calmati. Guardami e dimmi che succede...."
"Chris, Samantha.. Bagno.. Coltello..." Balbetta Nicole.
"Si vuole uccidere?" Chiede Chris.
Scrollo la testa.
"No, si sta tagliando." Rispondo.
Nicole annuisce e poi sviene per terra.
Che cosa sta succedendo?
Mi chino vicino alla ragazza.
Alzo la testa e incontro lo sguardo triste e preoccupato di Chris.
"Cosa fai ancora qui!" Gli urlo "Samantha ha bisogno di te!"
Lui mi guarda.
"Lo so, lo so che potrebbe sembrare strano, ma non sono gelosa, corri da lei. Io chiamo Nash e cerco di portarla in infermeria."
Chris annuisce e corre verso il bagno.
Fantastico. Il nostro primo pranzo rovinato.
E adesso che faccio?
Come alzo Nicole? È alta il doppio di me e pensa anche due volte in più di me.
Uff... Santa pazienza.
Mi siedo su di lei e inizio a schiaffeggiarle il viso.
"Sveglia! Sveglia!" Urlo.
Niente. Nessun cenno di vita.
Prendo il telefono e digito il numero di Nash.
Dai cazzo... Dai cazzo...
Nash, per piacere.
"Segreteria telefonica..."
Cazzo! Chiudo immediatamente la telefonata.
Mi siedo di fianco a Nicole.
Che faccio?
Potrei chiamare Matty...
Ma adesso è a mangiare con Melanie e non voglio rovinargli il pranzo.
Mia non c'è.
Nash non risponde.
Aaron... È meglio di no.
Chi chiamo?
Cosa faccio?
Roba che muore...
Mi alzo in piedi e le afferro un piede.
Forza e coraggio Olivia.
Inizio a tirarla per tutti i corridoi vuoti.
Per fortuna è l'ora di pranzo e tutti sono a mangiare, se no non saprei cosa spiegare.
"Dai Nicole, risvegliati!" Prego.
Ma la ragazza sembra morta.
Continuo a tirarla.
Raggiungo il mio armadietto e mi ci appoggiò contro.
Devo riprendere fiato.
È difficile tirare una persona svenuta che pesa più di te!
Apro il mio armadietto e prendo una bottiglietta d'acqua.
Ho una sete!
Sto per berla quando...
Potrebbe funzionare... Solitamente nei film funzione sempre.
Mi inchino vicino a Nicole e le rovescio la bottiglietta d'acqua addosso.
La ragazza si sveglia urlando e io mi lascio cadere all'indietro.
Per Fortuna esistono i film...
Mi passo una mano fra i capelli, mentre la ragazza si siede immediatamente, fradicia.
"Cos'è successo? Perché sono tutta bagnata? Che mi hai fatto!" Inizia ad urlare.
Certo, perché io ti salvo la vita e tu urli.
Stronza.
"Ti ho salvata." Le rispondo.
Nicole scoppia a ridere e si alza.
"Dov'è Chris? È corso da Samantha?"
Annuisco.
Lei sorride.
"Beh, io vado." Dice incamminandosi.
"prego! Non c'è di che!" Le urlo.
Certo che è strana questa ragazza, come tutte le amiche di Hanna.
Io le ho salvato la vita e lei cosa fa? Non mi ringrazia.
Mah...
Mi alzo e mi sistemo i calzoni.
Guardo il telefono e vedo che manca poco alla fine della pausa pranzo.
E anche oggi non mangio niente!
Dieta allo stato puro.
Mi incammino verso il parco della scuola.
Non ci posso credere che ho davvero dato il permesso a Chris di andare da Samantha.
Ma cosa avrei potuto fare? Lei è mentalmente instabile...
Si potrà reagire così se un ragazzo ti lascia?
Io,quando Alex mi ha tradito non mi sono certo tagliata, ho semplicemente, pianto e mangiato tanto gelato al cioccolato.
Penso di aver preso più chili in quei due giorni lì che in tutta la mia vita.
Perche quella ragazza non riesce a comportarsi normalmente? Da sedicenne? E poi Cameron critica me!
Pensasse un po' alla sua ragazza o alle sue amiche.
Mi siedo su una panca e mi sdraio.
Appoggio lo zaino sotto la testa.
Sono all'ombra, sotto un albero gigantesco.
Il cielo è sereno, e non c'è nemmeno una nuvola.
Non tira un filo d'aria e fa davvero molto caldo.
Mi sento in colpa per quanto è successo a Samantha, sento come se fosse tutta colpa mia.
Se io non mi fossi mai trasferita a Miami, lei e Chris avrebbero continuato a stare insieme.
Se solo quel giorno non avessi accettato l'invito di Chris per fare un giro, non sarebbe mai successo niente di tutto questo.
Se mi limitavo a essere la nuova arrivata, asociale, secchiona e sfigata, niente di tutto questo sarebbe successo!
Ma no, Olivia deve sempre essere al centro dell'attenzione! Dopotutto suo padre è un famoso imprenditore e la sua compagna, la famosissima Kate Clare, chi non vorrebbe essere suo amico?!
Odio la mia vita! La mia famiglia.
Ho un padre inesistente..
A volte vorrei solo che la mia mamma fosse anche viva.
Con lei potevo parlare di tutto ciò che sto passando e lei mi aiuterebbe sicuramente.
Non mi avrebbe mai lasciata sola a vivere tutto questo, tutti questi dilemmi che influenzano la mia età.
Ma lei non c'è, è morta, e io sono sola.
"Bello il cielo, vero?" Domanda qualcuno sedendosi di fianco a me.
Mi alzo immediatamente e vedo una donna.
È vestita molto elegante, ed è anche molto giovane.
"Lei è la preside?" Domando.
Annuisce.
Subito mi alzo in piedi e faccio un inchino.
La donna scoppia a ridere.
"Non siamo dei soldati, rilassati. E poi adesso è ricreazione per cui non devi per forza darmi del lei.." La guardo sbalordita "forza, distenditi di nuovo e guarda il cielo."
Obbedisco subito.
"Dimmi cosa vedi?" Mi chiede.
"Azzurro, solo molto azzurro."
"Eppure prima non era così." La guardo. "Prima del mio arrivo e tuoi occhi non vedevano l'azzurro, vero?"
Annuisco.
"Che colore vedevano?"
"Nero."
"Esatto. Stavi pensavo a qualcosa di brutto, vero? Forse un ricordo o.."
"A mia madre" rispondo quasi impulsivamente.
La donna riamane spiazzata, ma si riprende subito e sorride "mi scusi, non volevo" cerco di giustificarmi.
Lei sorride. "Non ti preoccupare. Vedi, la vita non è mai facile, anzi tutt'altro. È piena di ostacoli, insidie e tutto è così nero. Ma sai qual'è la cosa bella del nero?" Scrollo la testa "che lo puoi abbinate con tutto. Insieme al bianco, sono i due colori che più vengono utilizzati perché sono i più facili da unire.
Qual'è il tuo colore preferito?"
"Rosso" rispondo.
"Il colore dell'amore.. Sei una romanticona?"
Sorrido "no, non molto. Non mi piace leggere o scrivere di cose troppo sdolcinate, amo viverle."
Annuisce. "Mi sembra una bella filosofia. Dopotutto come diceva Catullo, se non hai mai amato non puoi dire di aver vissuto."
Catullo? Come fa a conoscere un poeta latino?
Si studia latino in America?
"Tu sai chi è Catullo?" Mi domanda.
Annuisco. "È un poeta latino. Ha scritto circa 166 cantiche che parlavano del suo amore per Clodia."
Scrolla la testa. "Lui non ci dice che si chiama Clodia, ma.."
"Lesbia." Finisco la frase.
La direttrice sorride.
"Brava. Non pensavo che una ragazza americana sapessi il latino."
"Io sono Italiana, mi sono trasferita qui da poco." Ammetto.
La preside si ferma a fissarmi.
"Ah si?"
Annuisco.
"Fantastico." Commenta.
"E lei come fa a conoscere il latino?"
"Ho vissuto parecchi anni in Europa... Ma è il mio passato e non mi piace parlare di quello."
Alzo un sopracciglio.
Mi sembra molto simpatica e disponibile.
Ha dei capelli lunghi e neri, gli occhi marroni.
"Come ti trovi? Hai già fatto delle amicizie?" Mi domanda.
"Bene. Questa scuola è molto bella e seria. Si, mi sono fatta degli amici. Esco con la Dallas, la Collins, Espinosa, Gonzales.."
"Ah, sì, ho capito. Mi sembrano brave persone"
"Si, lo sono."
"Sono contenta." Dice alzandosi "ma adesso è meglio che vada, devo incontrare dei giornalisti per uno stage di scrittura..." Si passa una mano fra i capelli "ti piace scrivere?"
Annuisco. "Ho scritto dei racconti. Ma sono tutte bozze, niente di che."
"Bene, allora domani passa nel mio ufficio così ne possiamo parlare."
"La ringrazio."
Lei sorride. "Come ti chiami?"
"Olivia, Olivia Rinaldi."
La donna sbianca, improvvisamente.
"Rinaldi?" Annuisco."Tuo padre è..."
"Si, Massimo Rinaldi." Rispondo scocciata. "Il famoso imprenditore italiano socio di Dallas, si è lui."
La donna forza un sorriso, più finto che vero.
"Bene, ora vado. A domani."
"La ringrazio preside. A domani."
Sorride e si incammina verso la scuola.
Rimango a osservare l'immagine della donna rimpicciolirsi sempre di più, fino a sparire del tutto.
La campanella suona, è ora di tornare in classe, mi aspettano due ore di educazione civica, che allegria.

•Stuck in Past• IN REVISIONE  (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora