Capitolo 57

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CAMERON'S POV.

L'allenamento è appena finito.
Il professor. Cruz fischia tre volte dentro quel suo maledetto fischietto grigio, e io mi lascio cadere all'indietro.
Sono stanco.
Ma non per l'allenamento, io amo il calcio, ma per altri motivi. Olivia mi fa perdere la testa.
Quella bambina, così capricciosa, così testarda..
Guardo verso le panchine, pensando di poter incontrare il suo sguardo, ma lei non c'è.
Mi giro attorno, sperando quasi di vederla correre verso di me e abbracciarmi, ma niente.
Sulla tribuna c'è solo una persona, l'unica ragazza che mi mette ansia veramente: Kristen.
Così mi alzo in piedi e mi avvicino a Nash.
Il ragazzo è seduto a terra, e sta allegramente chiacchierando con Matty.
"Ehi ragazzi!" Dico interrompendo i loro discorsi. "Avete visto Olivia?"
Loro mi guardano e poi scuotono la testa.
"Non era là?" Domanda Matty voltandosi.
"No, non c'è più."
"Sarà con Chris." Interviene Nash lanciandomi un'occhiata.
Lui è il mio migliore amico, ed è l'unico a sapere della mia fissazione per Olivia.
Mi ha colpito veramente quella ragazza.
Non so, mi sento protettivo nei suoi confronti, sento il dovere di proteggerla da tutto e da tutti.
Forse sarà veramente con Chris, dopotutto stanno insieme.
Così mi incammino verso gli spogliatoi.
Mi tolgo la maglia poco prima di entrare e mi asciugo il petto.
Odio il sudore sulla mia pelle, mi fa sentire appiccicoso.
Spalanco la parta e vedo Chris seduto su una panchina.
Dov'è Olivia?
Non è con lui.
Mi avvinco a grandi passi e mi siedo vicino al mio migliore amico, ma Chris si alza e si allontana.
"Ehi, che succede?" Chiedo.
"Spiegamelo tu Cameron. Dimmi perché sei perennemente in mezzo a me e ad Olivia, per quale cazzo di motivo non ti fai da parte"
Lo osservo.
È una specie di scherzo?
"Tu sei pazzo." Dico alzandomi e andando verso il mio borsone.
"Pazzo? Sono io quello pazzo?"
Mi prende il telefono dalle mani e lo lancia per terra.
"Che cazzo fai Chris!" Urlo.
Se continua così mi farà perdere la testa e io non voglio fargli del male.
"Cameron, stai lontano da Olivia, hai capito? Lei è mia, non tua. La prossima volta che vi trovò vicini finirà male."
Sto per ridere.
Mi sta davvero minacciando?
"Chris, che cazzo dici? Lo sai perfettamente che non me frega di quella nana."
"Ma per favore, finiscila di fare tutta questa recita. Vi ho visti questa mattina, nel parco, alla prima ora. Perché ti comporti così? Tu hai Hanna! Tu puoi avere tutte le ragazze che vuoi. Lasciami amare Olivia in pace."
Ora basta.
"Chris, non ti accorgi che è sbagliato il vostro amore? Che finirà per farvi soffrire a tutti e due?"
"E questo chi lo dice? Cameron non deve sempre andare come vuoi tu! Esistono anche i sentimenti delle altre persone. Sei solo un pallone gonfiato."
Appena sento quelle parole, non so perché, ma chiudo gli occhi, serro la mano e colpisco Chris in pieno volto. Il ragazzo cade a terra. Si rialza immediatamente e si piomba sopra di me. Mi sbilancio all'indietro e cado, sbattendo forte la testa. Chris continua a picchiarmi, tirandomi pugni in faccia. Provo a difendermi, bloccando qualche suo colpo.
"Cameron, devi finirla di leggere la vita a tutti." Mi colpisce sotto l'occhio. " tu non sei nessuno" un altro pugno, ma questa volta sul naso. Sento il sapore dolciastro del sangue in bocca. Tutta questa situazione è ridicola.
Improvvisamente la porta si apre e i nostri compagni entrano. Nash si lancia addosso a Chris e lo blocca, mentre Matty mi aiuta ad alzarmi. Mi tolgo il sangue dal naso e continuo a fissare Chris con rabbia in volto. Non volevo fargli del male, non potevo. Lui è una delle persone più importanti della mia vita, e io non potevo ferirla.
"Che cazzo vi è saltato in mente?" urla Nash sbattendo Chris contro un muro. "Sapete le regole. Adesso dovrei andare a chiamare in coach e lui vi dovrebbe espellere dalla squadra. Spiegatemi per quale fottuto motivo avete fatto a botte." Afferra la maglia di Chris e la stringe fortissimo. Non avevo mai visto Nash così arrabbiato. Mi stacco da Matty e afferro il mio borsone. Non  ho altro tempo da perdere con quella testa di cazzo. "Dove stai andando?" urla Nash.
Lo ignoro. Esco dalla porta sbattendola. Al diavolo Chris e le sue paranoie di merda. Si sta giocando la nostra amicizia per una stupida ragazza, che non lo ama nemmeno. Ma cazzi suoi. Io più che dirglielo non ci posso fare niente. Ma la prossima volta che osa tirarmi un pugno, si ritroverà senza una mano. Raggiungo la mia auto e la apro. Butto il borsone dietro e mi siedo.
Fanculo!
Sbatto le mano contro il volante e poi anche la testa.
Fanculo tutti.
Ho così tanta rabbia dentro di me, che avrei voglia di scendere e tirare un pugno contro un albero. Il sangue continua a colarmi dal naso. Afferro il borsone e lo apro. Per fortuna mia madre mi mette sempre molti pacchi di fazzoletti e cerotti. È una donna molto possessiva, ma io l'adoro. Tutto il contrario di mio padre. A lui non frega un cazzo di me, solo della sua stupida azienda e dei suoi miliardi. Che se ne andasse a fanculo. Io non voglio ereditare la sua impresa, io non voglio diventare un uomo d'affari asociale e manipolatore come lui. io voglio essere me stesso e non vivere dietro un castello enorme di soldi. Mi pulisco il viso con un fazzoletto e con un altro mi tappo una narice. Mi osservo allo specchietto. Ho un grosso livido sotto l'occhio. Sta diventando sempre più viola.
Che cazzo dico a mia madre adesso?
Mentre aspetto che il sangue smetta di uscire afferro il telefono, e vedo che ci sono decine e decine di chiamate perse. Sono tutte di Mia e di mia sorella. Che cos'hanno combinato adesso? Sono molto legato a mia sorella, è forse la persona cui tengo di più nella vita. Quando due anni fa sono andato vicino a perderla, mi sono sentito solo. Non so come farei senza la sua risata, le sue battutine a tavola mentre c'è silenzio, senza i suoi improvvisi abbracci, senza i suoi insulti o i continui "Che cazzo fai Cam?"
Le sono troppo legato. Forse perché fin da piccoli sapevamo di poter contare l'uno sull'altro. Siamo cresciuti soli, ma abbiamo imparato ad amarci e sostenerci a vicenda. La chiamo immediatamente. Il telefono squilla, ma non risponde. Così chiamo Mia.
"Cameron!" dopo neanche uno squillo sento urlare il mio nome. Ma non proviene dal telefono ma da fuori. Mi volto e la vedo correre nella mia direzione. Che cosa ci fa lei qui? Suo fratello gioca a basket e lei odia il calcio. Si avvicina al mio finestrino e apre la portiera.
"Cameron, perché non rispondi al telefono? E, che cazzo hai fatto alla faccia?" domanda avvicinandosi. Mia è una delle mie migliori amiche. Ci siamo avvicinati in un periodo in cui soffrivamo tutti e due.
"Niente Mia. Che c'è?" lancio il telefono sul sedile di fianco a me.
"Hai visto Olivia? Sono ore che proviamo a chiamarla. Non risponde né a me, né e Mel e neppure ad Axel, siamo preoccupate." Sul suo volto è disegnata con molta chiarezza la paura. Paura di poter perdere altre persone importanti della sua vita. Ma io non la posso aiutare. Olivia è libera di fare quello che vuole, e io non ho la più pallida idea di dove possa essere.
"Mia sarà semplicemente a casa sua." Appoggio la testa contro il sedile e chiudo gli occhi.
"No, non c'è! Axel e Mel sono andati a vedere. A casa non c'è nessuno e la cameriera ha detto di non aver visto nessuno rientrare. Cameron, ho bisogno del tuo aiuto! Olivia non conosce Miami."
Sbuffo. Non è possibile.
Perché quella ragazza si mette perennemente nei guai.
"Non ci posso fare niente. In palestra c'è il suo ragazzo, senti con lui."
Mi meraviglio di me stesso. Ho appena detto che non mi importa di Olivia? L'ho fatto veramente?
"Cameron, finiscila di fare il cretino! Da quando non ti importa di più di lei!" Urla Mia, fissandomi negli occhi.
Nel suo sguardo c'è rabbia.
"Da quando il suo ragazzo mi ha ridotto così." Indico le ferite.
Sul volto della ragazza compare un sorriso, un sorriso amaro.
"E da quando ti interessi dei sentimenti altrui?"
La guardo. I suoi occhi sono fissi nei miei.
Non batte ciglio. Non si muove nemmeno di un centimetro.
"Da quando lui è il mio migliore amico."
Mia indietreggia di un passo.
"Non ci posso credere. Cameron sei un egoista! Una persona di merda. Di Chris ti interessa? Però non ti è importato niente di me, quando mi hai sverginato, vero? Da quando Olivia è diventa poco importante per te? Ti osservo tutti i giorni, ti guardo e vedo come la fissi. Ogni suo movimento, ogni sua parola. Mi accorgo di come reagisci ogni volta che Chris la bacia e l'abbraccia, Cameron sei geloso di lui. Vorresti essere tu al posto suo. Ed è inutile che continui a mentire, almeno fallo per te stesso."
Stronzate. Sono tutte stronzate.
Io non provo niente per quella ragazza, se non curiosità.
E Mia non ha il diritto di parlarmi così, lei non è nessuno.
"Hai finito di parlare a vanvera? Mia, non so se lo hai capito o no, ma io sono una persona molto egoista. Nel mio mondo esisto solo io. Non me ne frega un cazzo se voi soffrite, devo essere io quello a star bene. Sono una terribile persona, un mostro. Ma questo è fantastico. Perché, potrai dire tutto ciò che vuoi, ma io sono cattivo e mi merito di stare solo."
La ragazza è impalata a fissarmi.
Non batte ciglio.
Le sue spalle non si alzano ne abbassano.
Sospira.
E poi indietreggia.
"Fai quello che ti pare. Ma vuoi sapere una cosa? Hai ragione. sei una persona orribile, sei stato un amico orribile, un egoista, un egocentrico e io... Io mi sono affezionata così tanto a te che odio vederti soffrire. Olivia ha bisogno di te, ma se sei così stupido da non accorgerti di ciò che prova per te, bene, affari tuoi."
Si volta e si incammina verso la scuola.
L'osservo.
Che cos'ho combinato?
Sono veramente uno stupido.
Chiudo la porta e inizio ad urlare dalla rabbia. Ho bisogno di buttare tutto fuori.
Inizio a prendere a pugni il volante.
Che cazzo ho fatto!
Olivia ha bisogno di me.
Suono il clacson fortissimo e Mia e appare dopo un minuto.
Sul suo volto è stampato un sorriso enorme.
Si avvicina e apre la portiera.
"Lo sapevo che non avresti resistito neanche per cinque minuti." Commenta sedendosi e allacciandosi la cintura.
"Sei perfida."
"Si, hai ragione."
Metto in moto la macchina e partiamo.
Tamburello sul volante, mentre provo a pensare a dove può essere Olivia.
Conoscendola si sarà persa, e adesso starà piangendo.
È veramente una bambina.
Alla prima difficoltà scappa, odia ammettere di aver torto ed è capricciosa.
Ma è anche tremendamente intelligente e sexy.
"Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Domanda Mia   Intenta a massaggiare al telefono.
"La mia razionalità."
Scoppia a ridere.
Continuo a guardare la strada.
"Dove vado?" Le chiedo.
"Davanti a casa di Holly, la ci sono anche Axel e Mel"
Annuisco e accelero.
Vado veramente fortissimo.
Non mi importa di niente, neppure delle multe.
Sono preoccupato per Olivia.
È normale esserlo?
Vedo gli occhi di Mia puntanti su di me.
Odio quando la gente si ferma a fissarmi.
"Cosa c'è?" Chiedo.
Lei si volta e torna a guardare fuori dal finestrino.
Sorrido.
"Niente."
"Avanti Mia, dimmi che c'è." La punzecchio, sapendo perfettamente che lei lo odia.
Sbuffa e si volta verso di me.
"Wow! Non ti avevo mai visto così preoccupato, per nessuna ragazza"
scrollo la testa.
Non so quale film si sia fatto, ma a me non importa niente di Olivia, lo faccio solo per lei e per mia sorella. Per loro è molto importante Holly, e non voglio che soffrano, lo hanno già fatto per troppo tempo.
"Continua a guardare la strada." Le dico.
Sorride e si volta.
Non so cosa mi sia preso. Non capisco perché ho accettato di cercare Olivia. Lei ha un ragazzo, che oltretutto la ama, eppure eccomi qui, che faccio gli 80 in piena città, passo con il rosso e salto tutti gli stop.
Forse ho solo la febbre, non starò molto bene. Sarà un qualche sintomo di influenza.
Mi tocco la fronte e sento che sono freddissimo.
No, non ho la febbre.
Ma allora perché mi sento così protettivi nei confronti di Olivia?
Arriviamo a destinazione e io parcheggio davanti ai nostri amici.
Scendiamo immediatamente.
"Perché ci avete messo così tanto?" Domanda Mel.
"Il signorino ha avuto una crisi." Risponde Mia.
Le lancio un'occhiata e lei sorride.
"Ragazzi muoviamoci." Mi volto e vedo che la casa di Olivia è completamente buia.
Dove si sarà cacciata?
"Da quando di interessi a qualcuno che non è te stesso?" Chiede Axel.
"Da quando tu mi rivolgi parola?"
Il ragazzo fa spallucce e torna a fissare Mia.
Dobbiamo muoverci. Tra poco sarà buio.
"Ragazzi, dobbiamo darci una mossa" dico aprendo la portiera posteriore e prendendo la borsa e scegliendo una maglia pulita.
Mi tolgo quella sudata e ne indosso una nuova.
"Dividiamoci. Io e Axel andremo in spiaggia." Propone Mel. "Mia, tu vai in centro e Cam.. Tu.."
"Faccio quello che mi pare." Dico sorridendo.
"Si, esatto. Tu fai quello che vuoi."
Molto bene, mi piace quando le persone mi danno ragione.
"Chi prima la trova chiami."
Annuisco e salgo in macchina.
Parto immediatamente senza una determinata destinazione.
Dove si può essere cacciata quella ragazzina?
Dove sarà?
Giro a sinistra e mi guardo attorno.
Non c'è da nessuna parte.
Giro parecchie vie, parchi, negozi. Mi fermo a fissare ogni ragazza che vedo correre, sperando di riconoscere la mora.
Ma niente, non c'è.
Dove cazzo si è cacciata?
Sono più di quaranta minuti che la cerco.
Controllo il telefono di continuo, sperando di riceve un messaggio da mia sorella o da Mia, ma non succede. Gli unici messaggi che arrivano sono di Hanna. È diventata insopportabile.
È così appiccicosa, così possessiva. Mi impedisce di respirare e io sono veramente stanco di lei.
Alla fine mi fermo in spiaggia.
È l'unico luogo che non ho ancora cercato.
Parcheggio e sto per scendere, quando il mio telefono squilla.
Leggo il nome di Nash.
Che cosa vorrà adesso?
Non ho molta voglia d parlare con lui.
Devo prima trovar  Olivia, è la mia priorità adesso.
Blocco il telefono, ignorando la chiamata, e mi incammino per strada.
Molte ragazze corrono e appena mi passano di fianco fischino.
Non pensavo di essere così sexy anche in tenuta calcistica...
Sono veramente uno schianto.
Cammino con un leggera arietta che mi scosta i capelli dal volto.
La spiaggia è vuota, non c'è un'essere vivo.
Mi sbagliavo, non è neppure qui.
Che cosa le sarà saltato in mente adesso?!
Quella ragazza è malata.
Sto per andarmene, quando sento una voce.
Una voce dolce, sottile e profonda. Appena la sento, il mio corpo riempie di brividi.
La riconoscete ovunque.
Mi volto di scatto e la vedo.
Sta giocando a pallavolo sulla sabbia, e sembra piuttosto presa.
Questa volta mi sente quella ragazza, non si può comportare così.

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