Capitolo 35

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La campanella suona e indica la fine delle lezioni.
Un'altro giorno di scuola terminato..
Mi alzo immediatamente e, dopo aver salutato il professore di educazione civica, mi precipito fuori dalla classe.
Sto quasi correndo per il corridoio, questo perché non voglio vedere Chris.
Raggiungo di corsa il mio armadietto e lo apro.
Afferro i libri che mi servono e vado verso l'uscita.
Che giornata orribile!
Sono stanchissima e non vedo l'ora di arrivare a casa.
Per fortuna dopo Melanie passa da me, così potremo passare un po' di tempo insieme, ho davvero bisogno di parlare con la mia amica.
Esco da scuola con tutti gli altri ragazzi e vado verso la fermata del pullman.
Non ho voglia di camminare, tantomeno di chiedere a Matty un passaggio.
Sono sicura che lui mi interrogherebbe su tutto ciò che è successo a Samantha, e io non ho voglia di spiegagli che quella ragazza è malata, anche perché io non so cosa gli sia successo veramente.
Il pullman giallo arriva e si ferma davanti a me.
Subito molti ragazzi si precipitano dentro per prendere i posti o tenerli agli amici.
Io mi limito a guardare il panorama.
È tutto così bello.
Penso che Miami sia un vero paradiso.
Il verde dei parchi, l'azzurro del cielo, è tutto così angelico.
Scrollo la testa e salgo.
Ovviamente sono in piedi, ma non mi importa, davvero.
Sono così stanca di vivere una vita da arrabbiata che voglio concentrarmi sulle piccole cose.
Il pullman si riempie sempre di più e solo quando siamo tutti schiacciati parte.
I soliti autisti idioti.
Attacco le cuffie al telefono e subito "Vacation" dei "GRL" parte.
Amo questa canzone.
Ricordo la prima volta che l'ascoltai...
Ero con Laura ed Elena, ed eravamo a casa loro sul bordo della loro piscina.
Stavamo parlando di qualche ragazzo, i soliti discorsi tra ragazze.
Quando Laura alzò il volume della canzone iniziammo a ballare e a divertirci come matte.
Era tutto così bello...
Senza accorgermene l'autista ferma alla mia fermata.
Subito mi faccio largo tra i ragazzi per scendere.
"Scusate. Permesso. Scusami." Mi faccio largo tra i ragazzi e finalmente scendo.
Mi incammino verso casa, sempre ascoltando la musica.
Ho una voglia pazzesca di gelato al cioccolato.
Davvero, da quanto tempo non ne mangio più uno?
Sfortunatamente non conosco nessuna gelateria qui vicino e tantomeno a Miami, anzi io non conosco per niente Miami.
Arrivo nel giardino di casa mia e vedo che tutte e due le macchine dei miei genitori sono parcheggiate qui fuori
Cosa ci fanno tutti e due a casa?
Non dirmi che... No, non può essere vero.
Mi precipito in casa e appena entro subito mio padre esce fuori dal suo studio e mi viene in contro.
"Ciao Holly, com'è andata la scuola?"
"Normale." Rispondo guardandomi in torno e cercando Kate.
"Sono contento. Hai preso dei voti?"
"9."
"Davvero, bravissima! E in cosa? Economia? Matematica? Educazione civica?"
"Spagnolo" ridono freddamente.
"Ah.." Sussurra  lui. Sembra quasi che ci sia rimasto male.
Scusa babbo se spagnolo è una materia che studio.
"Brava." Aggiunge.
Forzo un sorriso e lo sorpasso salendo le scale.
"No, fermati!" Urla.
Mi fermo e mi volto cercando di sorridere.
"Ho bisogno di parlarti." Aggiunge.
"Possiamo farlo dopo? Adesso vorrei usciere con.."
"No. È urgente. Vorrei passare un po' di tempo con mia figlia."
"Davvero? Ti ricordi di avere una figlia? Wow! Stiamo migliorando."
"Olivia, per favore. Lo sai benissimo che il mio lavoro mi tiene lontano da questa città sette giorni su sette e che quando posso passo il mio tempo con te."
"Davvero? E da quanto tempo non facciano più qualcosa insieme? Ti rispondo io, dalla morte di mamma. Da quando lei è morta tu te ne sei andato con lei."
Scrollo la testa e continuo a salire le scale fino a raggiungere la mia camera.
Entro e sbatto la porta.
Non ci posso credere.
Non può dirmi di voler passere un po' di tempo con me dopo che mi ha mentito.
Mi lancio sul letto e scrivo a Melanie di passare da me adesso.
Dopo neanche cinque minuti il campanello suona.
Mi precipito di sotto, controllando che mio padre non mi veda.
Alla fine corro alla porta e apro.
Sulla soglia compare Cameron.
Non è possibile!
Ma lo fate apposta?
Che vita di merda...
"Ciao, posso entrare?" Chiede.
Alzo un sopracciglio.
"Già, entro da solo."
Mi sorpassa e si lancia sul divano del salotto.
Che cosa ci fa lui qui?
Lo raggiungo.
"Cameron, che spiacevole sorpresa... Come mai sei qui?" Domando.
Lui sorride.
"Mi serve la tua televisione."
Cosa? Sta scherzando?
Afferra il telecomando e accende la televisione.
"Non ne hai una a casa?"
"C'è mio padre, ma non ho voglia di passare del tempo con lui." Ammette
"Siamo in due." Dico gettandomi sul divano di fianco a lui.
"Come mai? Io pensavamo che le bambine vivessero con i loro papini cuore.."
Gli lancio un'occhiata.
"Okay, scusami, scusami.."
"Mi da fastidio il suo comportamento." Rispondo. "Prima dice di voler passare più tempo con me e mi porta in America, e invece, non  c'è mai a casa e non è cambiato niente in confronto a prima.
Mi sento delusa da lui. Dopo la morte di mia mamma mi ha come abbandonato, mi ha lasciata crescere sola, senza un punto di riferimento e, questo è stato molto difficile. Non avevo nessuno su cui contare, tranne i miei amici.
Però la figura di un genitore è importante per una figlia, è come la bussola per un marinaio.
Io mi sono sentita sola, confusa e senza una direzione precisa. Vagavo nell'oceano, sperando nell'aiuto di qualche pescatore."
Lui rimane in silenzio, a fissarmi, con un viso un'espressione priva di significato.
Improvvisamente la porta dello studio di mio padre si apre e lui entra in salotto.
Subito Cameron si alza.
"Cameron! Che piacere vederti." Lo saluta mio padre stringendogli la mano e abbracciandolo.
"Singror. Rinaldi, salve. Tutto bene?"
"Si, si, benissimo. E tu? Come te la passi?"
"Normale, signore."
I due si sorridono.
Da quando mio padre e Cameron sono così grandi amici?
"Allora, come mai sei venuto qui?" Domanda mio babbo sedendosi vicino e me.
Mi allontano di un posto e lui mi fulmina con gli occhi.
"Signore, solo per parlare con sua figlia."
"Quindi siete amici?"
"No." "Si" rispondiamo io e Cameron in coro.
"Si o no?" Insiste mio padre.
Cameron mi lancia un'occhiata.
"Si" risponde alla fine lui.
Mio padre sorride.
"Che bella cosa. Questo mi ricorda molto i tempi in cui io e tuo padre eravamo migliori amici, come ora, solo che da giovani è tutto diverso.."
"Molto interessante, ma io dovrei andare a studiare" mi lamento alzandomi.
"Come? Ma se per domani non abbiamo compiti!" Risponde Cameron.
Lo guardo malissimo e lui mi fa l'occhiolino.
"Ragazzi, cose ne pensate di andare a mangiare fuori?" Propone mio babbo.
"Fantastico!"
"No, babbo, per favore."
"Dai Olivia, non fare la principessa e vatti a cambiare, che intanto io e questo bel giovanotto ci facciamo due chiacchiere insieme."
Si alza e appoggia un braccio intorno al collo di Cameron, il quale sorridete annuisce.
"Fantastico signore"
Fantastico? State scherzando?
"Ti va di bere qualcosa? Non so cosa ci sia, ma andiamo a vedere..."
Si alzano e vanno verso la cucina.
Non ci posso credere! Non può essere vero! Io non ce la faccio più...
Mi stendo sul divano e mi copro la faccia con un cuscino.
Tutto questo gran bel rapporto con Cameron? Ricordo perfettamente, quando questa mattina ha cacciato a calci in culo Chris, il mio ragazzo.
Mio padre sta peggiorando...
Decidono di alzarmi, contro la mia voglia, e vado in camera mia.
Non ci posso credere, passerò un'intera serata con mio padre e Dallas, peggio della coppia Piton-Voldemort.
Anzi, qualche somiglianza ci potrebbero essere...
Solo che Piton era troppo cuccioloso, e di loro due nessuno è così.
Apro l'armadio e afferro una gonna e una camicia. Mi sciolgo i cappelli e li pettino, piastrandoli.
Ripasso un poco il trucco ed esco dalla mia camera.
In corridoio incontro Kate, intenta a parlare al telefono.
Appena mi vede sorride e mi manda un bacio.
Anche io sorrido e inizio a scendere. Lei mi afferra il braccio e mi mima di aspettare un minuto.
Cos'altro c'è adesso?
La mia vita non può andare peggio di così, no?
Ho un ragazzo da poco meno di ventiquattr'ore e già sento che il nostro rapporto sta per cambiare; mio padre torna a casa nel momento meno adatto; Cameron sta diventando sempre più insopportabile, anche perché io non lo capisco. Un giorno mi odia, l'altro mi cerca. Un giorno mi minaccia, l'altro viene a casa mia chiedendomi scusa. Che problemi ha questo ragazzo?
Kate chiede la telefonata e sbuffa.
"Tutto okay?" Domando.
Annuisce. "Olivia, domani andiamo a togliere il gesso." Mi informa.
"Ma non era venerdì?"
Scrolla la testa "lo hanno spostato a domani"
Fantastico!!
Finalmente dirò addio a questo robo puzzolente e appiccicoso e riavrò il mio carinissimo braccino sano e salvo come prima.
"Davvero? Non ci posso credere! Finalmente!"
Rispondo saltellando dalla felicità.
Anche Kate sorride.
"Sei pronta per la cena? Dimmi ti piace Cameron?" Mi chiede avvicinandosi.
Cosa? Mi chiede se mi piace Dallas?
Questo vuol dire... Che lei non sa di questa mattina.
Mio padre non glielo ha detto....
"No, Kate, no. È stata un'idea di mio padre, io non lo volevo neanche, anzi, volevo stare a casa sul mio letto a studiare e mangiare pizza."
"Il modo migliore per ingrassare." Mi afferra per il braccio e iniziamo a scendere. "Fatti vedere felice, sorridente ed entusiasta. Cameron è figlio del migliore amico di tuo padre, quindi..."
"Si, lo so."
Raggiungiamo il salotto e il campanello suona.
Subito Cameron e mio padre si alzano.
Kate va ad aprire, mentre Dallas si avvicina a me.
"Pronta per la serata?" Sussurra al mio orecchio, riempendo il mio corpo di tanti brividi.
"Che cos'hai in mente?" Rispondo allontanandomi.
Kate ritorna in casa e si avvicina a noi.
"È per te Holly, è il figlio di Gonzales"
"Chris!" Diciamo in coro io e Cameron.
Ci guardiamo e poi io corro dal mio ragazzo.
Che cosa ci fa lui qui? Per caso casa mia è un ritrovo per ragazzi?
Esco in giardino e chiudo la porta di casa dietro di me.
"Amore.." Dice lui afferrandomi la vita e tirandomi verso di sè.
"Ehi..."
Ridono baciandogli una guancia.
"Che facevi di bello?"
Deglutisco.
E adesso come glielo spiego?
"Emm... Stavo per..."
"Usciere?"
Annuisco.
"Con i tuoi genitori. Una cena con loro." Termina la frase per me.
"Esatto. Solo io e i miei due genitori. Io, mio padre e Kate, nessun altro."
"Ti senti bene?"
"Certo! Mai stata meglio.. Samantha? Come sta?" Chiedo cercando di cambiare discorso.
Lui si allontana da me.
"Torno adesso da casa sua. Era appena arrivata Hanna e appena mi ha visto ha iniziato ad urlare <cosa le hai fatto! Scimmione! Uomo delle caverne!> ecc.., sai com'è fatta.."
Scoppio a ridere e anche lui lo fa.
"Poi dopo è arrivata Mia, che non sapeva niente di tutto ciò che era successo oggi e appena ha visto la sorella è scoppia a ridere."
"È un mito quella ragazza!" Rispondo ridendo.
"Invece suo fratello voleva uccidermi di botte, ma Mia è intervenuta e mi ha fatto scappare in tempo, altrimenti sarei morto..."
Rido di nuovo.
"Sei un pulcino..." Dico accarezzandogli una guancia.
"Si, il tuo pulcino." Ci baciamo e tutte le preoccupazioni che avevo spariscono.
Lui è la cura a tutte le mie ferite, è l'elisir della giovinezza.
"Perché Cameron ci sta fissando?" Sussurra.
Si stacca da me "come ci fa qui Cameron?" Urla.
Cazzo.
Dallas di merda, perché non ti fai mai gli affari tuoi?
"È con lui che devi usciere?" Insiste
"No! Certo che no!"
I miei genitori arrivano e subito mio padre parla "ragazzi ci siete?"
Non ci posso credere!
La mia vita non può avere un attimo di tranquillità!
Chris si stacca subito da me.
"Dai Chris.." Dico ma lui si volta e si incammina verso il cancello.
Sto per seguirlo, quando mio padre mi afferra il braccio e mi porta dentro la macchina.
Sbatto la testa contro il sedile e chiudo gli occhi.
Che vita di merda!
Cameron appoggia la sua mano sulla mia.
Che cosa pensa di fare?
La stacco subito e gli faccio il dito medio.
"Non azzardarti mai più a toccarmi.." Lo minaccio. Lui mi guarda per un secondo e poi scoppia a ridere.
"Sei sempre così infantile..." Sussurra.
Mi volto verso il finestrino e guardi Miami fuori.
Non posso non pensare a Chris.
Perché la mia vita deve sempre essere così confusionaria?
Non posso vivere una semplice storia d'amore di una sedicenne? Cos'ho io di particolare?
Non ho poteri magici, non ho qualità innaturali, e non sono neppure così tanto bella, allora perché la mia vita deve essere così tanto piena di insidie e ostacoli?
"Cameron hai avvisato a casa tua? Non vorrei che Gina o John si preoccupassero." Dice Kate alzando il volume della musica.
"Si signora, ho chiamato mia sorella."
Melanie? Melanie!
Dovevamo passare la serata insieme!
Che amica orribile che sono...
Afferro il telefono e digito velocemente il suo numero.
Il telefono squilla, ma lei non risponde.
E adesso?
"Cameron..." Sussurro.
Lui si volta verso di me sorridente.
"Dimmi"
"Mi presti il telefono per chiamare tua sorella?"
Ci pensa un attimo, alla fine risponde "certo che no."
Simpatico come sempre.
"Il solito coglione."
Il suo sorriso si allarga sempre di più.
"Grazie"
Alla fine si volta e guarda fuori dal finestrino.
Perché conosco un tipo come Cameron?
Voglio che questa cena finisca presto, perché devo chiamare Chris e sistemare tutto.
Sblocco il telefono e gli invio un messaggio.
"Ti prego parliamone Chris. Non è come pensi. Per favore, appena puoi chiamami."
Detto questo blocco l'iPhone e guardo fuori dal finestrino Miami, mentre Kate e mio padre parlano e Cameron se ne sta in silenzio.

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