Capitolo 12

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Erano passati un paio di giorni dalla serata tutti insieme al pub dell'amico di Louis e non era successo nulla di emozionante o di particolarmente importante per me.
La vita procedeva tranquilla, con la solita routine.
La mattina mi alzavo, andavo al bar, lavoravo, tornavo al bar, lavoravo, andavo a casa, cenavo, vedevo la Tv, ascoltavo Daiana parlare per ore finché non mi mettevo sotto le mie amate coperte e ricominciavo da capo.
Quella routine, con cui ormai convivevo, mi stava un po' annoiando, perciò quel pomeriggio mi venne in mente un' idea.
Uscii di casa prendendo i documenti e le varie cianfrusaglie sul comò, presi le chiavi della macchina e mi diressi verso di essa.
Misi in moto.
Cercai sul telefono quello che avrebbe rotto la famosa routine di quei giorni e, quando lo trovai, scrissi sul mio navigatore la via.
Seguii tutte le indicazioni e in meno di dieci minuti arrivai a destinazione.

Di fronte a me c'era una palestra, da fuori non sembrava neanche troppo grande e quando vi entrai all'interno aveva quel odore di cloro e di sport che mi era sempre piaciuto.
Andai dal ragazzo alla reception e chiesi informazioni.
Mi fece fare il giro di tutta la palestra e notai che aveva al suo interno la piscina, una sala dove si svolgevano varie attività come la danza, una sala pesi, una per la boxe e infine c'era la sala benessere che non poteva mancare, come sottolineò il ragazzo davanti a me.
Era molto accogliente come posto e dovevo dire che mi ero sbagliato all'inizio. Da fuori sembrava piccola ma dentro era molto grande.
Mi fece vedere anche gli spogliatoi e notai che fossero ben tenuti e forniti di tutto ciò che serviva.
-Di sotto- continuò a dire il ragazzo- c'è il bar dove vendono non solo caffè, cornetti o cose del genere, per qualsiasi emergenza, ma anche cuffie per la piscina o ciabatte se se le dimentica, insomma qualsiasi cosa le occorre la può trovare di sotto o direttamente negli spogliatoi dove c'è una macchinetta che le distribuisce.
Mi sembrava davvero perfetta perciò non ci misi molto a chiedere:
-Il vostro medico per i certificati quando è disponibile?
-Anche ora se vuole..
-Bene. Potrei fare una visita così mi iscrivo?
-Certamente.
Feci mente locale per un'istante e pensai di essere stato un genio ad aver portato, per precauzione, non solo i documenti ma anche un bel po' di soldi nel caso avessi voluto iscrivermi subito.

Feci la visita, diedi i soldi, i documenti e quando uscii di li mi regalarono anche la borsa omaggio e due ingressi per la sala benessere per una persona in più, oltre a me.

Passai al supermercato e comprai ogni cosa mi sarebbe potuta servire per la palestra.
Quando rientrai a casa Daiana mi chiese dove fossi stato:
-Sono stato in una palestra qui vicino.- dissi entusiasta.
-Che cosa?- chiese spiazzata da quella mia risposta.
Forse non se lo aspettava.
-Si. Sono andato in una palestra qui vicino, in macchina ci metto dieci minuti, a piedi dovrei mettercene quindici ma..- lei mi interruppe.
-Si ho capito!- disse acida- ma perché ci sei andato?
Ora ero io quello spiazzato dalla sua risposta.
-Che vuol dire perché ci sono andato?! Che ci vai a fare in palestra?
-È esattamente la stessa domanda che ti ho fatto io. Cosa ci sei andato a fare?
-Daiana ma che domanda è?- chiesi non capendo cosa avesse in contrario.- Perché uno va in palestra, secondo te? Per me perché uno ha bisogno di dimagrire, o di mettere muscoli, o perché ha voglia solo di sfogarsi, o di rompere un po i soliti schemi... Ci sono miliardi di motivi. Cos'hai in contrario?
-Ho in contrario che tu non ne abbia parlato prima con me..
-CHE COSA?- ora stava davvero esagerando. Chi era, mia madre?! Neanche a lei chiedevo il permesso per fare quello che volevo, figuriamoci a Daiana.
-Dovevamo discuterne prima!- disse. E la cosa che mi scioccava più di tutto era il fatto che fosse seria.
Non stava scherzando. Davvero credeva che le dovessi chiedere il permesso.
-Daiana ma ti senti? Io non devo chiedere il permesso a nessuno. Se voglio fare una cosa la faccio, punto e basta!
-MA COSA STAI DICENDO?-chiese urlando e girando attorno al tavolo per venire verso di me.
-Sto dicendo- risposi alterato- che non ho bisogno dell'approvazione di nessuno, chiaro?
-ZAYN MA IO E TE STIAMO INSIEME!- aveva le lacrime agli occhi.
Quando faceva così davvero non la sopportavo.
-QUESTO NON FA DI ME UNA TUA PROPRIETÀ!
-NON STO DICENDO QUESTO!- si difese.
-Invece a me pare proprio di si!- dissi girandomi e andando verso la porta.
-ZAYN DOVE VAI?
-NON LO SO! Ma non voglio stare qui!- dissi abbassando la voce.
-VAI DA QUALCUN'ALTRA, NON È VERO?- chiese piangendo.
La guardai negli occhi, questa volta aveva passato davvero il segno.
-DAVVERO TU CREDI CHE IO STIA CON UN'ALTRA?! QUESTA È LA FIDUCIA CHE TU HAI DOPO QUATTRO ANNI INSIEME? È PER QUESTO CHE STAI FACENDO TUTTA QUESTA SCENATA?
-No Zayn!- disse continuando a piangere. -Io.. Solo che.. Ti amo!
-Ma questo non vuol dire che puoi controllarmi.. Qualsiasi cosa io faccia!
Lei cercò di calmarsi e mi prese la mano.
-Vado da Louis!- dissi non aspettandomi alcuna obiezione da parte sua. Ma forse dovevo aspettarmi quello che successe dopo.
-OH CERTO! VAI DA LOUIS!- ricominciò ad urlare. -QUALSIASI COSA SUCCEDA TU VAI DA LOUIS! ORMAI SIETE INSEPARABILI.

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