Capitolo 37

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Guardare il soffitto aiutava molto in certi casi.
Guardandolo avevi come la sensazione di scomparire dal mondo intero e di trovarti in uno tutto tuo, dove i problemi non esistevano.
Non che io ne avessi molti, ma quella sera c'era qualcosa che mi assillava.

Per mesi e mesi, da quando conoscevo Liam, i problemi sembravano avere un valore secondario.
Con lui accanto mi sembrava di poter risolvere tutto, di essere invincibile e che niente contasse più di lui.
Ma in quel momento, invece, non mi sembrava di essere invincibile.

Mio padre aveva saputo la verità e non mi aveva accettato.
Era ormai notte e non era tornato indietro dopo essere uscito dalla porta di casa mia.. E questo mi stava distruggendo.
Liam era tutto per me ormai, ma sapere che mio padre non mi stava accettando mi demoralizzava.
Volevo tornare a poche ore prima per tornare a quella sensazione di completo benessere che solo Liam sapeva darmi.

-Non riesci a dormire?- sentii chiedere da Liam.
Al mio fianco, lui era sveglio, girato per guardarmi ed aveva un viso triste.
Anche lui ci stava male.
Annuii solo, continuando a guardare il soffitto.

Al contrario di quanto pensassi, nessuna parola di conforto uscì dalle sue labbra.
Mi prese per un fianco e mi avvicinò a lui, poi mi abbracciò e rimanemmo accoccolati così.
Girai la testa nella sua situazione e lo baciai sulle labbra.
Non approfondimmo il bacio più di tanto, perché in quel momento non ce n'era bisogno.

Quando mi girai sentii la sua guancia contro la mia e cullato da lui e dal suo profumo mi addormentai.

Aveva questo potere su di me: riusciva a calmarmi anche se avevo i nervi a fior di pelle.

*
La mattina mi svegliai e mi preparai per il lavoro ed uscii con il mio ragazzo accanto.
Percorremmo la strada del lavoro in fretta e quando entrai nel locale Louis era già li.
Da quando in qua Louis arrivava prima di me?

-Ei!- lo salutai.
-Oi!- ricambiò il saluto.
Ci sedemmo al solito tavolo e aspettai pazientemente la mia colazione.

Vidi Liam arrivare con i vassoi e le ordinazioni nostre e dei ragazzi al tavolo affianco.
Presi il caffè, addentai il cornetto e cominciai ad elencare tutte le cose che avrei dovuto fare durante la mia assurda giornata:

-Chiamare Roxanne;
-Placare le chiacchiere continue di Louis che non faceva altro che parlarmi di Harry e di quanto fosse stupendo;
-Inviare mail a chiunque volesse partecipare ai nostri eventi;
-Placare le chiacchiere di Louis;
-Controllare il personale nuovo della nostra nuova casa editrice;
-Placare le chiacchiere di Louis;
-Leggere un nuovo manoscritto;
-E infine placare ancora Louis.

-..E non hai idea di come si fa la doccia, cioè ci sta dieci anni solo per sciacquarsi poi altri dieci per insaponarsi e poi altro tempo ancora per togliere il sapone. Non è un uomo, è una donna nel corpo di un uomo.. Un uomo particolarmente bello!- concluse con un ghigno sul viso.
-Ti prego Louis sono solo le sette e mezzo. Almeno per ora Smettila di parlarmi di Harry..
-Sei insopportabile! -furono le sue ultime parole.

Finita la colazione, ci alzammo e mi avvicinai a Liam per salutarlo.
-Ci vediamo dopo?- chiesi baciandolo.
-Si.. Mi accompagni stasera da Danielle?-chiese.
-Perché? Non è qui?
-No, sta a casa che non si è sentita bene.
-Cos'ha?
-Non lo so. Volevo farle una sorpresa, così vedevo come stesse e gli davo una cosa che ho comprato per lei.
-Okay, a che ora?- mi informai.
-Le sette?
-Perfetto! A dopo.
E così me ne andai.
Mi avviai verso il mio lavoro dove mi aspettava un capo alterato e molto rompipalle.

-Malik!- tuonò quando mi vide.
-Signor Hall!- risposi.
-È in ritardo!- disse.
Da quando arrivare due minuti dopo era ritardo?
Non risposi ed entrai nel mio ufficio.
-Ha mandato le proposte di lavoro ai nuovi?
-No, sono appena arrivato!- sottolineai come se non fosse ovvio.
-Si sbrighi. Non ho tutto il giorno!

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