Capitolo 20

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-Zayn?
Mugugnai qualcosa di incomprensibile.
-Zayn?!- continuò a chiamarmi la voce divertita di Liam.
-Altri cinque minuti..- dissi ancora in dormiveglia.
-Dai Zaynie! Dobbiamo andare a lavorare.- continuò a dire ridendo.
Annuii e cercai la forza per alzarmi, riuscendoci solo dopo svariati tentativi.
-Okay..- mi guardai intorno e notai che la luce, fuori dalla finestra, era appena accennata e si poteva intravedere il sole in lontananza.
-Vuoi che ti dia una mano per prepararti o ce la fai da solo?- mi chiese Liam scherzando.
-Scherza di meno..- lo rimproverai sorridendo.
Lui rise di me e mi lasciò andare fuori dalla stanza verso il bagno, dove mi lavai i denti e rinfrescai il viso.
-Lee?
-Si?- mi rispose lui urlando da fuori al bagno.
-Posso prendere in prestito uno dei tuoi asciugamani per fare una doccia, per favore?-chiesi educatamente.
-Certo! Secondo cassetto a destra.- mi rispose.
Cercai proprio dove aveva detto lui e ne trovai un paio.
Ne presi uno e cominciai a scaldare l'acqua.
Quando mi infilai sotto il getto caldo, pensai alla nottata precedente e, anche se non avevamo fatto nulla di straordinario, per me era stata una delle serate migliori di sempre.
Ero stato così bene con lui, avvinghiato e cullato dal suo profumo mentre ci divertivamo a sfidarci e a giocare a quello stupido gioco televisivo, che probabilmente a casa da solo non avrei mai neanche guardato.

Mi lavai attentamente, senza far bagnare i capelli che si erano allungati un po' negli ultimi mesi.
Quando uscii mi asciugai, con l'asciugamano che mi aveva prestato il bel ragazzo che si trovava qualche stanza più in la rispetto a me, e mi rivestii velocemente.
Quando uscii lo trovai sul divano che guardava dei cartoni animati.
Scoppiai a ridere per la buffa visione che avevo davanti, un uomo grande e grosso (e bello come il sole) che guardava dei cartoni animati.
-Che hai da ridere?- mi chiese non capendo.
-Stai..- non riuscii a trattenere le lacrime -stai.. Sul serio.. Guardando dei cartoni?
Lui rimase spiazzato da quella mia domanda. Per lui doveva essere normale guardare dei cartoni ma per me, che avevo vissuto sempre con Daiana, non lo era.
Lei odiava quel genere di cose, diceva che erano per i piccoli.
-Si..- mi rispose con naturalezza- ..che ci trovi di strano? I cartoni sono belli.
Mi avvicinai ancora sorridendo e chiesi sedendomi accanto a lui:
-Ma non sei un po troppo cresciuto?
-No. Mica c'è un limite di età..
Gli sorrisi divertito e mi avvicinai a lui con delicatezza e dolcezza per baciare le sue labbra carnose.
Lui si avvicinò ancora di più con la testa ed approfondì il bacio.
Non riuscendo più a trattenermi, mi alzai, cercando di interrompere il meno possibile il nostro momento, e mi misi a cavalcioni su di lui.
Portai le mani sulla sua nuca e gli accarezzai e tirai leggermente i capelli.
Lui strinse le mie gambe ad ogni stretta dei capelli e lo sentii mugulare varie volte.
Sentivo il respiro mancare e avevo bisogno di riprendere fiato, ma non ce la facevo proprio a togliermi dalle sue labbra ormai umide.

Quando riuscii in quella che mi sembrò un'impresa, rimasi ad un millimetro dalla sua bocca e mi leccai le labbra, per assaporare ancora il suo sapore che aveva lasciato su di me. Il dono più bello che qualcuno mi avesse mai fatto.

-Dobbiamo andare bimbo..-dissi ridendo.
Lui rise della mia battuta e, facendola sembrare una cosa molto facile, si alzò sollevandomi e facendomi cingere le gambe al suo bacino.
Lo vidi ridere della mia espressione stupefatta e questo mi fece venire la voglia di baciarlo di nuovo, che fu poi ciò che feci esattamente.
Rimanemmo così per una decina di minuti, poi mi lasciò scendere e ci dirigemmo verso l'uscita, sorridendo come dei bambini.

Arrivammo alla mia auto e lo feci accomodare aprendogli la portiera, come facevo ogni volta da quando lo conoscevo.
Passai dalla parte opposta ed entrai.

Nei minuti che passammo in auto per arrivare al bar e a lavoro, risposi ad un messaggio di Louis e scambiai  qualche parola con Liam.
-Perché non hai una macchina?- chiesi curioso.
-Perché non ho la patente..- rispose lui.
-Perché?
-Non ho mai avuto tempo di studiare per prenderla.
-Ma ti piacerebbe farlo?
-Si! Un sacco. Ma per ora non ho proprio tempo.- così chiudemmo il discorso e rimanemmo in silenzio, guardandoci di tanto in tanto e sorridendo quando lo facevamo.

Arrivai davanti al bar troppo in fretta per i miei gusti.

Vidi Louis che cercava posto e mi meravigliai di aver fatto tardi, perché di solito ero proprio io ad arrivare prima, quindi questo mi faceva pensare due cose:
O ero stato io ad aver fatto tardi o Louis quella mattina si era alzato molto presto per i suoi standard.
Scendemmo dalla macchina e vidi il mio amico arrivare dal suo parcheggio, salutandoci con un cenno della mano.
-Ei Louis!- lo salutò Liam.
-Ei Liam!- Louis era sconcertato. -Adesso venite a lavoro anche insieme.. Wow! C'è qualcosa che dovete dirmi ragazzi?- chiese con un sorriso malizioso.
-No..- rispose in imbarazzo Liam.
-Louis!- lo rimproverai.
Lui rise e con una pacca sulla spalla mi salutò ed entrò nel bar.
Quel giorno era felice.
Grande e, al tempo stesso, bizzarra notizia!

Quando arrivai al tavolo, preso da Louis, salutai con un bacio a stampo Liam, che se ne andò sorridendo.
Mi misi seduto e guardai il mio segretario, e migliore amico, leggere il menù.
-Oggi prenderò un caffè ed una ciambella!- disse sicuro sorridendo.
-Ciambella?- chiesi.
-Si! Perché?
Mentre stavo per rispondere alla sua domanda mi interruppe.
-Anzi no! Non voglio saperlo.- disse portando una mano davanti alla mia faccia lasciandomi perplesso.
Liam arrivò, prese le nostre ordinazioni e, quando arrivarono, mi fece un sorriso grandissimo.
Quando tornai a parlare con Louis discutemmo di lavoro, novità e di me e Liam la notte prima.
Lui sembrò felice per me ed entusiasta e quando finimmo tutto, pagai il conto e ce ne andammo a lavoro.

Per le scale della Black Library Louis salutò il signor Hall e il suo figlioccio.

Avevo già detto che quel giorno era fin troppo felice?!

*
Lavorai tutta la mattinata ed il pomeriggio, non potendo fare neanche la pausa pranzo.
Comprai qualcosa al distributore della nostra piccola prigione per poi tornare di nuovo tra fogli e computer.
Louis rimase tutto il giorno con me è di quella felicità mattutina non ne rimase neanche un briciolo a fine giornata.

Quando uscimmo aveva i capelli dritti e si arrabbiava anche per un pelo fuori posto.
La prova palese la ottenni quando, spostando la mia auto dal suo parcheggio, non mi accorsi che il cellulare stava squillando.
Solo tornato a casa lo controllai e richiamai il mittente.
-STRONZO CHE NON SEI ALTRO! PERCHÉ NON MI RISPONDI?
-Stavo guidando Louis, rilassati!
-NO, IO NON MI RILASSO. CHIARO? POTEVO ESSERE STATO AGGREDITO, POTEVANO AVERMI RAPITO PER POI CHIAMARTI PER UN RISCATTO. E TU COSA FAI?! NON RISPONDI?
-Oh mai dai Louis! Calmati. È successo nulla del genere?! Non mi pare! Sei vivo e vegeto e poi, anche se mi avessero chiamato per un riscatto, non avrei mai pagato. Ricorda!- cercai di calmarlo.
-BEH, ALLORA SEI DOPPIAMENTE STRONZO! E SE VUOLE SCUSARMI VOSTRA MAESTÀ, ORA ATTACCO! - *Missione fallita!* mi fece notare Sub.
-Dai Louis!- lo richiamai.
-Cosa c'è?-chiese irritato ma senza urlare come aveva fatto fin poco prima.
-Perché mi hai chiamato?- cercai di mantenere la pazienza.
-Così. Mi andava.- rispose acido attaccando.

Alzai gli occhi al cielo e, imprecando contro me stesso, entrai in casa e chiusi la porta alle mie spalle.

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