Capitolo 30

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Ero nervoso.
Non lo si può negare.

Era la prima volta che andavo in un posto per farmi fotografare e, sinceramente, il pensiero che qualcuno potesse vedere quelle foto mi agitava.

Liam, seduto accanto a me, tamburellava le dita sul finestrino, segno che anche lui fosse nervoso.
In fondo lo avevo portato io al servizio fotografico con me.

Harry, quello che doveva essere il più nervoso di tutti, visto che era stato il primo a dire di non voler venire, era tranquillo e dormiva da dieci minuti buoni nei posti posteriori della mia macchina.

Strinsi la presa sul volante e riflettei.
Lui era tranquillo e calmo, forse perché non c'era proprio niente di cui essere nervosi, ma come aveva fatto a cambiare opinione così in fretta?
Volevo saperlo, così avrei applicato gli stessi pensieri su di me per tranquillizzarmi.
Ad interrompere il mio monologo interiore fu Liam:
-Zayn tranquillo, è solo un servizio fotografico..
Mi girai di scatto verso di lui ma poi mi ricordai che stessi guidando, quindi riportai lo sguardo sulla strada.
Lui sembrò leggermi nella mente e disse:
-Stai massacrando il volante, non sei Hulk ma se ti ci impegni così tanto quel coso lo rompi..- disse leggermente divertito.
Sospirai rumorosamente e dissi:
-Non lo so perché sono così nervoso.- ammisi.
-Lo so.. Anche io sono un po nervoso, ma non ci pensare. Vedi che Harry ci sta riuscendo alla grande.
Anche lui si era accorto della calma di Harry.
-Beato lui che riesce a dormire..
Posò la sua mano sul mio ginocchio e cominciò a passare il pollice su di esso, in modo lento e tranquillizzante.

Arrivati di fronte il grande palazzo, che mi aveva indicato Jim con un messaggio, svegliai Harry ed entrammo dentro.

La hall era grande ed illuminata da una luce al neon che dava fastidio, per quanto fosse luminosa.
Piante finte erano sparse per tutta la sala e un via vai di gente di tutti i tipi mi stava mandando in confusione.
-Salve!- ci salutò una voce squillante alle nostre spalle.
Mi girai e vidi che appartenesse ad una donna sui trent'anni, di bel aspetto, con una divisa attillata bianca e nera e un fermaglio che teneva composti i capelli.
Ricambiai il saluto, prima che dicesse:
-Il signor Malik?!- chiese guardandomi.
Feci un cenno con la testa e ci fece segno di seguirla.
Prendemmo un corridoio lungo e stretto, entrammo nel ascensore e poi un altro corridoio, questa volta più largo.
La seconda porta era la nostra.
Entrammo e vidi la più grande stanza in cui avessi messo piede.

C'era un grande sfondo bianco e tante telecamere e macchine fotografiche, di ultima generazione, erano posizionate ovunque.
Gente che metteva a posto le luci, che spostava di riflettori, che posizionava meglio le macchine fotografiche e che preparava sedie, vestiti, trucchi, stampelle e attrezzi di cui non ne capivo la funzione.

-Allora- cominciò la ragazza che ci aveva portati li -qui vi lascio. Voi andate a sistemarvi nel camerini che sono li giù.- disse indicandoci un punto in fondo alla sala -Li Mike vi spiegherà tutto.- e così dicendo se ne andò.
Feci come aveva detto e andai verso questo Mike che si trovava in fondo alla sala.
Appena ci vide si presentò, scambiammo qualche parola e ci spiegò cosa dovessimo fare.
Ci cambiammo come aveva detto, andammo dalle truccatrici, delle ragazze carine tutte con una incredibile treccia posta al lato sinistro della testa, che ci tolsero qualche imperfezione del viso con dei trucchi particolari, che mi lasciarono una sensazione strana sulla pelle.
La voglia di togliere quel velo dalla mia faccia era qualcosa di incontrollabile, ma cercai di contenermi.
Harry sembrava leggermente spaventato, nel momento in cui lo guardai. Stava seduto su una sedia uguale alla mia, le mano della truccatrice tra i capelli, e gli occhi aperti dalla preoccupazione.
Vedevo che era ansioso per il movimento frenetico del petto, che si abbassava ed alzava ad un ritmo impressionante.
Gli diedi una schicchera sul braccio più vicino a me, facendolo girare.
Gli sorrisi e lui sembrò calmarsi leggermente.

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