Capitolo 48 "La battaglia delle cinque armate"

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Nel reame Boscoso l'atmosfera era frenetica, ovunque si udivano voci sulle intenzioni del Re riguardo ad Erebor, voci sul fatto che il principe non avesse obbedito agli ordini del padre e molte altre chiacchiere sul fatto che fra Legolas e l'ex capitano delle guardie ci fosse del tenero.

Tutti questi pettegolezzi non facevano altro che accrescere la rabbia e la frustrazione del sovrano che, affannato dalle possibili decisioni da prendere, se ne restava tutto il giorno nel suo studio a pensare...

Presto giunsero delle notizie importanti all'orecchio di Thranduil, queste riguardavano lo spostamento degli uomini del Lago... Essi si erano spostati a Dale e, evidentemente, richiedevano a gran voce l'aiuto del Re sotto la montagna. Questo non lo sorprese affatto ma lo aiutò a prendere una decisione...

Avrebbe raggiunto Dale e, insieme agli uomini mortali, avrebbe obbligato Thorin a restituirgli ciò che era suo, il piano in sé era perfetto e Thranduil ne era alquanto orgoglioso... Ma l'assenza del figlio che, fino a quel momento, non gli aveva mai seriamente voltato le spalle... Lo feriva nel profondo, l'idea di aver perso il suo affetto lo tormentava tuttavia non aveva intenzione di rinunciare a ciò che era suo.

Anzi, il Re di Bosco Atro, era deciso più che mai ad ottenere ciò che voleva. Il fatto che, però, lo rincuorava erano le intenzioni del figlio... Thranduil sapeva che non avrebbe voltato le spalle al suo popolo durante una battaglia. Lo avrebbe trovato e, se necessario, lo avrebbe riportato a casa con la forza.

***Legolas POV***

Io e Tauriel avevamo raggiunto Gundabad, era chiaro che quelle terre non fossero abbandonate, tutt'altro

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Io e Tauriel avevamo raggiunto Gundabad, era chiaro che quelle terre non fossero abbandonate, tutt'altro. Erano abitate dagli orchi e dalle loro creature, osservammo a lungo gli spostamenti che avvenivano in quei luoghi oscuri. Finché, all'improvviso, non vidi centinaia di pipistrelli volare verso di noi, o meglio... Verso Erebor. Stavano sciamando.

Notai lo sguardo stupito che si era formato sul volto di Tauriel, guardai davanti a me e dissi con fare sicuro "Quei pipistrelli sono allevati per un solo scopo.." Non mi lasciò finire che mi interruppe chiedendo "Per quale scopo?" Le risposi riprendendo le frase precedente "La guerra." A quel punto lei mi fissò spaventata... Ma, prima che uno di noi due potesse dire qualsiasi cosa, vedemmo Bolg salire fin sopra uno strapiombo e gridare degli ordini in quella sua lingua incomprensibile... Pochi istanti dopo, vedemmo un'interminabile armata di orchi.. Era ovvio che si sarebbero diretti a quella montagna.

Sia io che Tauriel ci sentimmo in dovere di avvertire gli altri, perciò montammo a cavallo e ci dirigemmo verso Bosco Atro.

In quel momento pensavo solo a mio padre, avevo paura di arrivare tardi, di non riuscire a fermare le nostre armate dirette ad Erebor ed ero terrorizzato all'idea che gli potesse succedere qualcosa, per quanto si fosse comportato male... Era pur sempre mio padre oltre che il mio Re. Non avrei mai smesso di volergli bene.

                          ***

Quando arrivammo vicino al regno Tauriel mi esortò a fermarmi... Lo feci e la guardai sbalordito "Che succede Tauriel?" Lei abbassò lo sguardo e sussurrò "Sono stata bandita... Ricordi? Non posso entrare nel regno... verrei arrestata e rinchiusa" La guardai perplesso e le sorrisi "Ci sono io a proteggerti... Nessuno oserà arrestarti, anzi... Non appena entreremo a palazzo, farò ragionare mio padre. Andrà tutto bene" annuì poco convinta e spronai nuovamente il cavallo perché raggiungessimo in fretta il palazzo.

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