Capitolo 66 "Esiste ancora un NOI"

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Dopo quello che fu un "viaggio eterno", ricolmo di imprevisti e soste controproducenti, la famiglia reale riuscì, finalmente, a raggiungere il Reame Boscoso.

Il bosco, come da ormai molti secoli, era silenzioso ma, tuttavia, c'era qualcosa di diverso dall'ultima volta che, sia il Re che Legolas, lo avevano visto. Si poteva udire il cinguettio degli uccelli e la natura era rigogliosa, Thranduil rimase veramente colpito da quello spettacolo. Erano anni che il suo regno pareva aver ceduto all'oscurità... E, invece, in quel preciso istante il sovrano parve rinvigorirsi, aveva l'aria di aver ritrovato quella luce di speranza, che, da ormai molto tempo, aveva perduto.

Ad un certo punto, fermatosi davanti ad una piccola cascata immersa nel verde, il Re sospirò visibilmente provato da ciò che gli si stagliava davanti...

Elithien trovò bizzarro quel comportamento da parte del marito e, sorridendo ingenuamente, gli strinse una mano sussurrando "Dovrei essere io ad avere quella faccia, sembra che tu non veda questo bosco da più tempo di me

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Elithien trovò bizzarro quel comportamento da parte del marito e, sorridendo ingenuamente, gli strinse una mano sussurrando "Dovrei essere io ad avere quella faccia, sembra che tu non veda questo bosco da più tempo di me.."

"Tu non puoi immaginare..."

E, in effetti, era così.

La regina non poteva sapere tutto quel che era accaduto in sua assenza e, anche se molte cose poteva averle immaginate, non si rendeva conto di quanto quella vista potesse essere rassicurante per il marito.

Thranduil, dal canto suo, continuava a provare un certo senso di diffidenza per quei luoghi.

La pace interiore e la sicurezza che aveva provato svanirono in un solo istante, non poteva ancora credere a quella situazione. Poteva trattarsi di un inganno, di una strana illusione... Lui lo sapeva, non c'era da fidarsi delle apparenze perché ingannano. Ingannano sempre, non avrebbe rischiato di compiere lo stesso errore dell'accampameno. Non avrebbe più dato nulla per scontato, mai più. E, dopo aver scambiato uno sguardo con il figlio che si trovava alla testa del gruppo, riprese a camminare seguito dalla moglie.

"Perché sei triste ora..?" Lo fissò e, capendo che non avrebbe ottenuto risposta, tacque.

Odiava quando la trattava in quel modo, sembrava quasi che non si fidasse di lei o, almeno, non abbastanza da aprirsi.

Ma, sotto sotto, Elithien sapeva benissimo che non avrebbe potuto aspettarsi altro da lui, aveva un carattere difficile ed era sempre stato piuttosto schivo... Eppure continuava a sperare che, un giorno, Thranduil l'avrebbe guardata con occhi diversi. Continuava a sognare il momento in cui il marito avrebbe smesso di nasconderle cose "a fin di bene", aspettava solo l'istante in cui avrebbe smesso di proteggerla dalla verità e da quel lato di lui che nessuno conosceva.

Ma più ci sperava, più quel suo desiderio.. Quella sua speranza, si faceva distante.
Come un miraggio sbiadito.

***

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