CAPITOLO 27

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{Avviso: in questo capitolo ci sono contenuti più forti rispetto ai precedenti}

Pov's Alyssa
《Dai, dì la verità, sono o non sono una cuoca provetta?》chiedo ad Alessio che sta mangiando ciò che ho appena preparato.
《Spero di non morire per un'intossicazione alimentare》risponde, mentre se la ride di gusto.
Metto il broncio, anche se so che sta scherzando.
《Ci sei rimasta male?》chiede divertito.
《Non cucinerò più per te, te lo scordi!》
《Dai piccola, non fare così》dicendo ciò si alza dalla sedia e si allunga fino ad arrivare a me che gli sono seduta di fronte, per lasciarmi un dolce bacio sulle labbra. Si risiede e mentre continua a mangiare con gusto, aggiunge: 《Sai, questa cosa che sei in casa da sola e possiamo stare insieme senza essere disturbati mi piace》
《Non ti ci abituare, i miei tornano tra tre giorni. Dopodichè la festa è finita》
《A proposito di festa, le tue amiche domani sera ci saranno?》mi chiede.
《Sì, mi hanno detto che verranno》rispondo.
Lo vedo indugiare, capisco che c'è altro che vuole chiedermi e so già di cosa si tratta.
《So cosa stai pensando, e per la tua gioia ti dico che Flavio non verrà. Non perché io non gliel'abbia chiesto, ma perché lui ha detto di non averne voglia》
《Sono così prevedibile?》chiede.
《Abbastanza》gli sorrido.
Tra Alessio e Flavio non c'è proprio un buon rapporto e so di dovermi rassegnare a questo, anche se non vorrei trovarmi tra due fuochi, sono comunque felice che la situazione si sia in un certo modo stabilita. Abbiamo trovato un nostro equilibrio, e questo rende le cose più facili a tutti.
Dopo pranzo saliamo in camera mia, ci stendiamo sul letto e guardiamo un pó di televisione.
All'ennesimo cambio di canale ci dobbiamo arrendere al fatto che non c'è nulla di interesse da vedere.
《Oh, al diavolo la televisione! Ci sono cose più belle da guardare》dice Alessio guardandomi negli occhi, cosa che mi fa arrossire. Mi sento le guance in fiamme, ma lui subito mi toglie dall'imbarazzo, iniziando a baciarmi dolcemente. Le sue labbra scendono sul mio collo, sulle mie clavicole per poi risalire. I suoi baci diventano sempre più avidi, più desiderosi. Sento le sue mani stringersi sul mio corpo ed improvvisamente ho paura, so dove vuole arrivare, ma io non sono pronta per quello.
《Ti prego Ale, basta...》provo a dirgli, ma lui non mi ascolta.
Quando mi infila le mani sotto la canotta e sta per sfilarmela, mi alzo di scatto, facendo appello a tutta la mia forza.
《Ho detto basta!》urlo, togliendomelo di dosso.
Ci sono attimi di silenzio in cui si sentono solo i nostri respiri affannati, poi lui riprende a parlare.
《Aly scusami, non so cosa mi è preso, non riuscivo a...》si interrompe, poi continua《perchè non vuoi farlo? Non ti fidi di me?》
《Certo che mi fido di te, ma io.. io non...》le parole mi muoiono in gola. Come glielo spiego?
《Va bene, non importa, non voglio farti pressione》mi dice, rassicurandomi un pò.
La tensione e il disagio sono quasi palpabili, ed ogni tentativo di discorso cade nel vuoto.
《Forse è il caso che io vada》dice. Ed io lo lascio andare perché tutto questo non ha senso. Mi lascia un casto bacio e va via, senza che io riesca a dire una sola parola.
Il giorno dopo riusciamo, fortunatamente, a superare questa strana situazione che si era venuta a creare, e quando arriviamo alla festa l'unica cosa che vogliamo è divertirci insieme.
La serata passa in fretta, è sempre così quando ci si diverte e senza che me ne rendessi conto è già passata l'una da un bel pò. Penso ai miei genitori che non mi permetterebbero mai di fare così tardi e presa dai sensi di colpa, decido che è arrivata l'ora di tornare a casa.
《Amore vado un attimo in bagno, poi che ne dici di rientrare?》chiedo ad Alessio, che annuisce, anche se non sono sicura abbia veramente capito.
Facendomi largo tra la folla arrivo fino ai bagni, entro e cerco di darmi una sistemata veloce. Quando esco mi ritrovo davanti l'ultima scena che mi sarei mai aspettata di vedere, l'ultima che avrei mai voluto vedere. Resto pietrificata e tutto quello che ho intorno scompare. La gente, la musica, non esiste più nulla. Ci sono solo io e a qualche metro Alessio.
Alessio che bacia un'altra, la stringe a sé. È sbagliato, lì dovrei esserci io. Incrocia il mio sguardo, so che mi ha vista, ma come se nemmeno esistessi riprende a fare ciò che stava facendo, con più foga di prima.
In quel momento riprendo a respirare, la musica mi arriva prepotente alle orecchie e mi sento spintonata dai vari corpi che mi circondano. Sono le mie gambe ad agire. Scappo. Esco fuori e l'aria fresca della notte investe il mio viso bagnato da lacrime bollenti. Non mi ero nemmeno accorta di stare piangendo. Sento un dolore all'altezza del cuore e inizio a singhiozzare senza alcun freno, cammino senza sapere dove sto andando, non so più dove sono e al dolore si aggiunge la paura. Quel barlume di lucidità che mi resta mi spinge a prendere il cellulare, e chiamo l'unica persona che potrebbe aiutarmi adesso.
《Alyssa perché mi telefoni a quest'ora?》sento la sua voce assonnata e mi sembra una benedizione.
《Flavio aiutami ti prego, aiutami...》è l'unica cosa che riesco a dire, squassata dai singhiozzi.
《Alyssa dove sei? Cosa è successo?》sento la sua voce allarmata, preoccupata.
Sto per rispondergli quando mi sento afferrare per un braccio, mi volto e mi trovo davanti tre uomini.
《Ehi, bambolina, che ne dici di venire a farti un giro con noi?》dice uno dei tre.
Provo a scappare, ma vengo bloccata e il cellulare mi cade, vengo trascinata tra urla e lacrime in un vicolo buio. Assisto impotente a tutto ciò che mi accade.
Sento le loro mani violare il mio corpo, le loro bocche su ogni centimetro di pelle. Uno di loro mi sbottona la camicia, la butta in un angolo. L'unica cosa che sento adesso è terrore, come mai ne avevo provato in vita mia. Dentro di me invoco la morte, perché qualunque cosa sarebbe meglio di tutto questo. Ma non arriva. Non c'è nulla a dividermi dall'incubo che sto vivendo.

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