CAPITOLO 39

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Pov's Tiziano
Le foto incorniciate, i riconoscimenti appesi alle pareti, la libreria piena di dischi e tanti meravigliosi ricordi. Queste cose resteranno qui, in questa casa, ad aspettare il nostro ritorno.
Le valigie, i passaporti, i biglietti aerei. Tutto è pronto. Bisogna solo saper aspettare domani.
Questo viaggio è stato programmato, voluto e sperato, ma adesso, ad un giorno dalla partenza sento un nodo in gola al pensiero di lasciare tutto.
Continuo a ripetermi che sarà per poco tempo ma l'inquietudine non va via. Forse è perché quando sei lontano dalle persone che ami anche un giorno ti sembra infinito, e allora passeranno tanti giorni infiniti in cui io cercherò di costruire un futuro, o meglio, un nuovo inizio.
Salutare i miei genitori non è stato facile e anche se non hanno detto nulla, i loro occhi dicevano: "Ti prego non andare, puoi essere felice anche qui". Ma tutti sapevamo che era una bugia e forse è proprio per questo che non hanno detto nulla, perché in fondo loro sanno che qui la felicità che cerco non posso trovarla.
Saremmo dovuti essere in America già da un pò, ma abbiamo deciso di rimandare la partenza, aspettare il mio compleanno e festeggiarlo tutti insieme. Ma il momento ora non può essere più rimandato, non ci sono scuse.
Oggi è come se la mia vita fosse in pausa, mi sembra di muovermi in un giorno che in realtà non esiste.
《Stai bene?》.
La voce di Alessandro mi riscuote, ero così immerso nei miei pensieri da non essermi accorto che fosse entrato in stanza.
《Tutto bene》gli rispondo.
《Ascoltami Tiziano》mi dice, poggiandomi le mani sulle spalle《se non vuoi più andare basta dirlo. Non importa che sia già tutto pronto》.
《Stai scherzando? Sai quanto sia importante per me, quanto lo desideri》.
《E allora dov'è il problema? Perché un problema c'è e non puoi negarlo》
《Mi dispiace lasciarlo adesso》ammetto.
《Flavio è abbastanza grande ed intelligente da capire》
《Lo so, ma lui si è trasferito a Milano per me, per starmi vicino e adesso io me ne vado》gli spiego.
《Non te ne stai andando per sempre e comunque lui ora qui ha anche qualcun'altro. Non lo lascerai solo》mi sorride.
《Mi mancherà...》
Alessandro mi abbraccia e mi sento più libero di respirare.
《Che ne dici se andiamo a letto? Domani ci aspetta una lunga giornata》mi dice, sciogliendosi dall'abbraccio.
Annuisco pensando che sia la cosa migliore, lasciare andare corpo e mente.
Siamo in silenzio, sdraiati nel buio, in sottofondo solo i rumori che vengono dalla strada.
Cerco a tentoni la mano di Alessandro e quando la trovo la stringo, lui risponde alla mia stretta e si avvicina di più a me. Mi volto a guardarlo e lui ricambia il mio sguardo.
Scoppio a ridere e lui dice:《Ah ti faccio ridere?》
Sì, mi fai ridere ma ridere di cuore. Mi riempi di gioia, gioia vera!
È questo che dovrei rispondergli ma per una volta decido di non dare spazio alle parole. Mi avvicino ancora di più a lui e unisco le mie labbra alle sue. Non ho bisogno d'altro adesso.
Non so per quanto tempo siamo stati svegli, a farci le coccole e a sussurrarci dolci parole. Forse ore intere, finché lentamente il sonno ci ha avvolti.
La mattina seguente la sveglia è suonata troppo presto, ancora assonnati abbiamo preso le ultime cose e abbiamo aspettato che arrivasse mio fratello, che ci avrebbe portati in aeroporto.
Sento il clacson dell'auto suonare e guardo Alessandro.
《Andiamo?》gli chiedo.
《Andiamo》mi risponde sicuro.

Il viaggio fino all'aeroporto è tranquillo. Si ride e si scherza. Non sembra essere il viaggio che ci porterà ad un congedo.
《Non pensavo venissi anche tu》dico ad Alyssa.
《Non potevo non salutarvi》risponde lei sorridendoci.
Negli ultimi due mesi abbiamo condiviso tanto, sono stati davvero pochi i momenti che non abbiamo passato insieme. Pian piano per me lei è diventata la sorella minore che non ho mai avuto, quella da proteggere e difendere da un mondo troppo cattivo e crudele.
Arriviamo in aeroporto e il momento di salutarsi arriva fin troppo presto.
《Chiamate appena arrivate, qualsiasi ora sia, non preoccupatevi del fuso orario》ci dice Flavio.
《Ci rivediamo presto. Tornermo appena ci sarà possibile》dico loro.
《Prendetevi tutto il tempo che vi serve, non c'è niente di più importante adesso》ci dice Alyssa.
Seguono attimi di silenzio che nessuno sa come riempire. Tutto ciò che avevamo da dirci ce lo siamo detti nei giorni precedenti ed ora resta solo la malinconia del distacco e la nostalgia della separazione.
《Penso sia arrivato il momento di andare》dice Alessandro guardando l'orologio.
Stringo Alyssa in un abbraccio e vedo Alessandro fare lo stesso con Flavio.
《Ti voglio bene》le dico all'orecchio. Lei mi guarda con gli occhi lucidi e pieni di stupore, sorride e dice:《Anche io》.
Prima di separarmi da lei le lascio un bacio sulla fronte e poi vado verso mio fratello.
《Abbi cura di te》gli dico abbracciandolo.
《Sta tranquillo, andrà tutto bene》mi dice lui.
Ci scambiamo un sorriso, uno di quei sorrisi dietro ai quali ci sono cose che solo noi due possiamo capire.
Prendo il mio bagaglio a mano e io ed Alessandro lentamente ci allontaniamo, andiamo verso quell'areo che ci porterà a realizzare i nostri sogni.
《Hai paura?》chiedo ad Alessandro.
《No. Non ho mai paura quando sono con te》mi sorride.

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