Avevo già visto la persona che mi ritrovavo davanti, e la ricordavo anche fin troppo bene.
Era il ragazzo gentile delle audizioni.
Stesso berretto, stessi occhiali scuri.
La sorpresa fu quando tolse gli occhiali.
La mia mente impiegò qualche secondo per capire chi mi trovassi di fronte, ma non potevo sbagliarmi. Quel ragazzo era la fotocopia in miniatura di Tiziano.
Nella mia testa, un solo nome: Flavio.
Per questo al nostro primo incontro ebbi l'impressione di averlo già visto. Come avevo fatto a non collegare tutto subito?
Vedo comparire sul suo viso un'espressione divertita, e solo allora mi rendo conto che molto probabilmente lo sto fissando con una faccia da ebete.
Un'altra figuraccia da aggiungere alla lunga lista.
Mi riscuoto ma non so davvero cosa dire, l'unico suggerimento che mi invia il mio cervello sono mille domande: come faceva a sapere dove abito? Cosa vuole da me e perché è venuto a cercarmi fino a casa?
Fortunatamente è lui a rompere quel silenzio imbarazzante.
《Non inviti gli ospiti ad entrare in casa?》dice sempre con il sorriso stampato sul volto.
《Oh si, certo, entra pure》rispondo io, arrossendo dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli.
Mi sposto per permettergli di entrare e poi gli faccio strada fin nel salotto. Appena sono a portata di divano mi ci butto sopra, lasciando quelle maledette stampelle.
《Accomodati pure》gli dico.
Lui si siede di fronte a me, mi guarda quasi come se volesse farmi una radiografia, come se volesse vedere cosa c'è dentro me, poi il suo sguardo si posa sulla mia caviglia ingessata.
《Mi avevano detto che ti eri rotta tutta la gamba》mi dice.
《Che? Tutta la gamba? Oh no, è solo la caviglia. E credimi mi basta, già così è una tortura, figuriamoci tutta la gamba! Io e le stampelle non andiamo molto d'accordo》dico ridendo.
《Scusami, sono a casa tua e non mi sono ancora presentato. Piacere sono...》
《So chi sei》dico senza lasciarlo finire. E appena pronuncio questa frase, subito me ne pento. Perché parlo quando invece dovrei starmene zitta? Ma fortunatamente lui non sembra infastidito, deve esserci abituato.
《Io mi chiamo Aly...》
《Anche io so tu chi sei》.
Questa volta è lui ad interrompermi e sinceramente non me lo aspettavo. Come fa a sapere chi sono? Gli rivolgo la domanda ad alta voce e lui mi racconta di come avesse promesso a suo fratello di vedere le riprese del video, di come aspettasse di vedermi, di come ha saputo che mi ero infortunata, e infine di come è venuto a conoscenza del mio nome e del mio indirizzo.
Così chiedo:《Perché hai fatto tutto questo per vedermi?》
Perla prima volta da quando ha messo piede in casa mia vedo che è in difficoltà. E con un pó di imbarazzo mi risponde:
《Dalla prima volta che ti ho vista alle audizioni mi hai colpito, speravo di rivederti. Poi ci siamo scontrati in quel bar e...sinceramente, non lo so. Non so nemmeno io perché volevo vederti. Forse perché hai i suoi stessi occhi...》dice quasi in un soffio.
《Gli stessi occhi di chi?》chiesi, quasi turbata da ciò che mi aveva appena detto.
《Di mio fratello》risponde lui con la massima tranquillità.
Senza volerlo sussulto.
Una cosa così è impossibile, lui non può saperlo.
C'è un motivo se da sempre Tiziano è il mio punto fisso, la mia ancora di salvezza. C'è un elemento che ci accomuna, quell'elemento che ha fatto sì che diventasse indispensabile nella mia vita.
Ma questo fa parte del mio passato. È il mio segreto, la parte di me che nessuno. Quella parte della mia vita che ripudio sempre, ogni giorno, che cerco disperatamente di dimenticare. E il fatto che lui sia riuscito a vedere qualcosa solo guardandomi negli occhi mi sconvolge.
《Stai bene? Non volevo turbarti》mi chiede con aria preoccupata.
《Si, sto bene, scusami》.
Cerco un pretesto per cambiare argomento.
《Posso offrirti qualcosa?》.
Non gli lascio nemmeno il tempo di rispondere. Mi alzo e mi dirigo verso il frigo. Prendo un succo e ne verso in un bicchiere.
Lui è lì, ancora seduto sul divano e osserva ogni mio movimento.
《Penso proprio che debba venire a prendertelo tu, mi risulta un pó difficile portare un bicchiere avendo le mani occupate dalle stampelle》dico sorridendo.
Lui ricambia il sorriso, si alza e mi raggiunge. Mentre beve il succo che gli ho versato, io, anche se sono consapevole possa risultare fastidioso, lo fisso.
Scoppia a ridere e mi chiedo cosa ci sia di così divertente.
《Perché mi guardi così?》chiede continuando a ridere.
《Tutta questa situazione non è normale. Tu non sei normale》.
《E fammi capire, perché non sarei normale?》mi chiede.
《Se presentarti di punto in bianco a casa di una sconosciuta senza alcun motivo ti sembra una cosa normale, allora non abbiamo lo stesso concetto di normalità》gli rispondo io, senza riuscire a trattenermi dal ridere.
Ci risediamo e mentre lui continua a sorseggiare il suo succo mi chiede come mi fratturata la caviglia. Così gli racconto tutto, e finisco col parlargli anche di come sia arrivata, quel giorno ormai lontano, a fare le audizioni. Gli parlo del trasferimento, di quanto abbia scombussolato la mia vita, di quanto mi manca la mia vita di prima. Lui mi lascia parlare, ascolta senza mai interrompermi se non per semplici domande.
Quando finisco di parlare mi accorgo che fa abbastanza freddo, infatti i riscaldamenti sono spenti.
《Hai freddo?》chiedo.
《No, perché dovrei avere freddo?》risponde lui.
《Bhè io ho freddo. Vadoa prendermi un maglione, aspettami qui un attimo》.
Vado nella mia stanza, verso il mio armadio, ma all'improvviso sento la stampella scivolare e mi ritrovo a terra. Subito individuo la cosa che mi ha fatto scivolare. Una delle magliette di mia sorella. Possibile che debba lasciare sempre le sue cose in giro?
《Tutto bene? Ho sentito un rumore e ho pensato che potessi avere bisogno d'aiuto e infatti è così》.
Mi volto, Flavio è sulla porta.
《Mia sorella lascia sempre le sue cose in giro, bisogna fare lo slalom. Se mi dai una mano a rialzarmi te ne sarei grata》.
Mentre mi aiuta a tirarmi su noto sul suo viso un'espressione di stupore e mi rendo conto che sta guardando qualcosa alle mie spalle. Seguo il suo sguardo. I suoi occhi sono fissi sulla parete che è piena di poster di Tiziano.
《Avevo capito che eri una sua fan, ma non fino a questo punto. E poi dici a me di non essere normale. Una cosa così non è normale》mi dice.
《Tra il presentarsi a casa di una sconosciuta senza un motivo e avere la parete coperta di poster del tuo idolo, credimi, quello anormale sei sempre tu》rispondo io, sorridendo.
Stiamo tornando in salotto, quando la porta di casa si apre ed entra mia sorella, che prontamente dice: 《Non sapevo che oggi avessimo ospiti》.
《Meglio che vada, si è fatto tardi e credo di aver già disturbato abbastanza》aggiunge Flavio.
Senza lasciarmi il tempo di dirgli nulla, è già fuori casa. Si volta un attimo, giusto il tempo di dire:《Ciao Alyssa, è stato un piacere》.
Gli sorrido, salutandolo con la mano, poi richiudo la porta poggiandoci la schiena contro, e tra me e me penso "Addio Flavio".
Alzo lo sguardo e c'è mia sorella che mi guarda con un sorrisino, che conosco fin troppo bene, stampato in faccia.
《Devi assolutamente raccontarmi tutto!》*spazio autrice*
Vorrei mettere in chiaro alcune cose.
So che il personaggio pubblico è Tiziano e non Flavio. Ma anche se Tiziano non avesse avuto un fratello me lo sarei inventato io, semplicemente mi è necessario nella storia. Spero che questa cosa sia chiara e non crei problemi o malintesi.
Detto ciò voglio dirvi che tra poco anche il nostro Tiziano avrà un ruolo di rilievo nella storia. E poi, una domandina a voi. Cosa pensate si nasconda nel passato di Alyssa? Commentate! =D
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Amore, gioia, dolore...tutto!
Fiksi PenggemarQuesta è la storia di una ragazza come tante altre, con la sua semplice vita, le sue abitudini, i suoi hobby e le sue passioni. Una di queste è l'amore incondizionato per Tiziano Ferro, il cantante della sua vita. Ogni giornata procede uguale all'al...