Pov's Flavio
Le due settimane che ci separavano dal rientro in Italia sono passate troppo velocemente.
Nessuno di noi vuole tornare a casa, soprattutto perché Tiziano e Alessandro resteranno qui in America con la piccola per almeno un altro mese.
Margherita cresce a vista d'occhio e ogni suo piccolo progresso è motivo di gioia, ci siamo ormai abituati alla sua presenza e l'idea di doverle stare lontano per più di un mese non entusiasma nessuno di noi. Ma è giusto che sia così, è giusto che loro abbiano finalmente i loro spazi.
Siamo tutti seduti in salotto, le valigie sono già pronte, non ci resta che goderci queste ultime ore insieme.
«Non posso credere che sia passato già un mese» dice Alyssa.
«Più assurdo ancora è pensare alle cose che sono accadute in questo lasso di tempo» dico.
«E quelle che succederanno» ribatte lei.
«Non sono pronta ad affrontare di nuovo il jatlag» aggiunge poi.
«Non dirlo a me» le dico.
Dopo questa breve conversazione nella stanza ricade il silenzio. Tutti sembrano immersi nei propri pensieri.
Prendo il cellulare e scrivo: "Non devi aver paura, io sono con te".
Premo invio e subito il cellulare di Alyssa suona.
Lei legge e mi guarda con un accenno di sorriso.
«Non ho paura» mima con le labbra.
«Ti va di uscire?» le chiedo e lei annuisce.
«È davvero necessario? Domani dobbiamo partire presto» interviene mia madre.
«Sì, è necessario perché ci stiamo annoiando» le rispondo.
Lei sta per ribattere ma mio padre la interrompe dicendo: «Lasciali fare».
«Va bene, ma fate attenzione e non tornate tardi» ci raccomanda.
«Non preoccuparti» le dico.
«È proprio quando mi dici di non preoccuparmi che inizio a farlo» dice lei.
«Ci vediamo dopo» saluto, e finalmente riusciamo a mettere piede fuori casa.
«Dove vuoi andare?» chiedo ad Alyssa.
«Va bene ovunque» mi risponde prendendomi una mano.
Camminiamo per un po' senza una meta precisa e guardandomi intorno penso che questo posto mi mancherà.
«Prima o poi dobbiamo tornare qui» dico.
«Se potessi ci resterei» mi dice lei.
«Addirittura? Ti piace così tanto l'America?» le chiedo.
«Non è per questo. Stare qui mi fa sentire protetta, come se vivessi in un altro mondo. Tornare a casa comporterà il dover fare i conti con tante cose» mi risponde.
«Hai detto di non aver paura»
«Infatti non ce l'ho, vorrei solo che fosse più semplice» dice.
«Sapevi che non lo sarebbe stato e sai bene che se per te sarà troppo io non ti costringerò a restare» le dico.
«Voglio restare» mi risponde decisa.
«Come fai a dirlo senza nemmeno aver provato?» le chiedo.
«Lo so e basta» risponde.
Le stringo più forte la mano e senza dire nulla continuiamo a camminare. Ripercorriamo tutti i luoghi che per noi sono diventati familiari in questo mese trascorso qui, ricordando i momenti che abbiamo vissuto e senza rendercene conto le ore passano.
Poi, con le gambe troppo stanche per continuare a camminare, entriamo in un pub tranquillo e poco affollato.
«Ti va di bere qualcosa?» le chiedo.
«Ok» mi risponde.
Circa un'ora dopo, quando decidiamo di tornare a casa, prima che mia madre si accorga della nostra prolungata assenza, siamo entrambi un po' brilli. Forse io un po' più di lei.
Appena varchiamo la porta di casa Alyssa si dirige in cucina.
«Dove vai?» le chiedo, anche se la domanda giusta sarebbe stata "cosa fai".
«Ho bisogno di un bicchiere d'acqua» mi risponde ed io la seguo.
Beve, in piedi, appoggiata al tavolo e non le do nemmeno il tempo di posare il bicchiere che la prendo di peso facendola sedere sulla superficie di legno.
«Ma che fai?» dice lei ridendo.
«Ho una voglia matta di baciarti» le rispondo e lei si limita a guardarmi sorridendo.
«Posso baciarti?» le chiedo allora.
Lei ride e poi mi dice: «Direi di sì».
Sento la morbidezza delle sue labbra e il suo dolce sapore mischiato a quello pungente dell'alcool. Percepisco, in maniera forte e chiara, che lei si abbandona completamente a me.
Mi sposto dalle sue labbra per scendere sul suo collo, con delicatezza stringo la sua pelle tra i miei denti e le sfugge un gemito. Sorrido e riprendo a baciarla.
«Sta arrivando qualcuno» sussurra sulla mia bocca.
Non ho nemmeno il tempo di rispondere che Tiziano entra in cucina.
«Per favore, non sul mio tavolo!» esclama appena ci vede.
«Non stavamo facendo nulla» ribatto.
«Devo crederci?» dice.
«Credici. Non lo farei mai» interviene Alyssa e Tiziano le sorride.
«Margherita si è svegliata?» chiede poi.
«Sì, devo prepararle il latte» risponde lui.
«Posso farlo io?» chiede ancora Alyssa.
«Accomodati pure» le dice Tiziano facendole spazio.
«Vuoi anche farla mangiare?» le chiede quando il biberon è pronto.
«Ne sarei felice» risponde lei, e così ci spostiamo tutti nella stanza di Tiziano.
Guardo Alyssa con la piccola in braccio, la fa mangiare, la culla e di tanto in tanto le rivolge un sorriso. Fa tutto con naturalezza, come se facesse questo ogni giorno.
Quando torniamo nella nostra stanza glielo faccio notare.
«Sembri nata per quello, io invece sono una frana» le dico.
«Cosa?» chiede lei.
«La bambina. Sai come darle da mangiare, come farla addormentare...saresti una mamma perfetta»
«Io e mio fratello abbiamo molti anni di differenza, è normale che sappia fare queste cose, ma non è questo che ti rende un bravo genitore» mi dice.
«E cosa ti rende un bravo genitore?» le chiedo, sdraiandomi al suo fianco sul letto.
«Tutto il resto» risponde.
«Potremmo provare» dico, e senza darle il tempo di rispondere la bacio.
«Smettila di fare l'idiota e dormi» mi dice sorridendo.
«Ma non ho sonno» ribatto.
«Io sì» mi dice, e poi voltandosi in modo da darmi le spalle aggiunge: «Notte».
Mi metto comodo e guardo il soffitto bianco, pensando alla nuova vita che inizierà domani.
Passano pochissimi minuti quando Alyssa si volta e senza dire nulla si accoccola al mio fianco.
La stringo e sorrido pensando che questa nuova vita non potrà che essere bellissima insieme a lei.
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Amore, gioia, dolore...tutto!
Fiksi PenggemarQuesta è la storia di una ragazza come tante altre, con la sua semplice vita, le sue abitudini, i suoi hobby e le sue passioni. Una di queste è l'amore incondizionato per Tiziano Ferro, il cantante della sua vita. Ogni giornata procede uguale all'al...