Pov's Alyssa
Questo sarebbe dovuto essere il grande giorno, il giorno in cui avrei realizzato il mio sogno, ed invece sono qui, sul mio letto a scrivere sul mio stupido diario quanto odio la mia vita.
Mi sento in colpa per questo.
Odio la mia vita per uno stupido incidente, quando so benissimo che molte persone vivono condizioni ben peggiori delle mie. Ma non posso farci nulla, in questo momento odio la mia vita.
Così alla frustrazione e alla rabbia si aggiunge anche il senso di colpa.
Un mix meraviglioso, devo dire.
Tre giorni prima, appena tornata a casa dall'ospedale ho chiamato gli organizzatori per avvisarli che non avrei potuto prendere parte al video. L'ho fatto con la voce rotta dal pianto e con un macigno sullo stomaco, ma è stato il momento in cui mi sono realmente convinta che era tutto finito.
La giornata è passata nell'apatia più totale, non avevo voglia di fare nulla. Non avevo voglia di vedere nessuno. Non ho quasi toccato cibo, nonostante le proteste di mia madre. Mi sentivo sola, incompresa. E nella mia testa non facevano altro che susseguirsi immagini di ciò che sarebbe potuto essere, ma che non era stato.
Sono andata a letto presto, con la speranza che il sonno potesse alleviare quel senso di vuoto che sentivo dentro. Dopo pochi minuti ho sentito la porta della stanza aprirsi. Ho fatto finta di dormire.
Sentivo i passi avvicinarsi, poi qualcuno ha scostato le lenzuola e si è sdraiato al mio fianco. Delle braccia mi hanno cinto la vita, stringendomi forte. Anche se non riuscivo a vederla avevo capito da subito che era mia sorella.
Mi sono girata verso di lei perdendomi nel suo abbraccio.
《Io ci sono sempre》mi ha sussurrato all'orecchio.
Lei mi capiva, davvero.
Una sola lacrima ha bagnato il mio viso, poi pian piano sono sprofondata nel sonno.
Quando ho aperto gli occhi mia sorella non era più nel mio letto, e nemmeno nel suo. Probabilmente doveva essere già in piedi.
Ho preso le stampelle e mi sono diretta in cucina per fare colazione. Ho guardato l'orologio che era appeso alla parete e segnava le dieci.
Come avevo fatto a dormire così tanto?!
Nonostante la delusione fosse ancora presente, stavo molto meglio rispetto al giorno precedente, in un certo senso mi sentivo più leggera.
Feci un'abbondante colazione -i precedenti giorni di digiuno iniziavano a farsi sentire- dopodiché andai a cambiarmi.
Erano quasi le undici quando sentii il campanello suonare. Avrei voluto ignorarlo, ma chiunque fosse continuava a suonare con insistenza. Così dovetti interrompere lo studio per andare ad aprire.
L'intera scena mi ricordava terribilmente il giorno in cui mio padre ricevette la lettera del trasferimento e a questo pensiero sorrisi tra me e me.
Il campanello nel frattempo continuava ad urtare il mio sistema nervoso.
《Arrivo》urlai.
Alzandomi feci cadere una stampella e senza volerlo imprecai a voce un pó troppo alta, sperando che chiunque ci fosse dietro la porta non mi avesse sentito.
Con non poche difficoltà riuscii a raccogliere la stampella e ad arrivare alla porta.
《Eccomi. Chi è?》dissi mentre aprivo.
Impiegai qualche secondo per capire chi fosse la persona che mi trovavo davanti e quando il mio cervello riuscì a collegare la sua immagine ad un nome, rimasi senza parole.Pov's Other
È il giorno in cui si girerà il video.
Ho promesso che ci sarei stato, nonostante non ne avessi molta voglia, ed eccomi qui.
Fortunatamente l'intera cosa ha preso una piega diversa da quando si sono tenute le audizioni.
So che lei è stata presa. Ci sarà, e questo renderà tutto più interessante.
Mi siedo in un angolino e aspetto.
Tutta la scenografia è già pronta. Le telecamere, i microfoni e le luci aspettano solo di essere usati.
Tiziano entra in studio, e quando il suo sguardo incrocia il mio, mi sorride.
Un secondo dopo, però, è già entrato nel suo mondo.
Inizia a guardarsi intorno, controlla che tutto è apposto, ogni minimo particolare, ogni dettaglio.
Lo vedo avvicinarsi al suo manager e indicare qualcosa, che evidentemente non gli va bene. Mentre i tecnici si apprestano a mettere tutto in ordine, vedo entrare le ballerine. Senza rendermene conto sorrido, ma la porta da cui sono entrate si richiude e di lei nessuna traccia.
Mi chiedo come sia possibile.
Sento il regista dire:《Ora che ci siamo tutti possiamo iniziare》.
Ognuno prende il suo posto, Tiziano si posiziona al centro e le telecamere iniziano a riprendere.
Appena le riprese terminano mi fiondo dalla segretaria, che sembra andare abbastanza di fretta.
La fermo e chiedo:《Si sono presentate tutte le ballerine oggi?》
《Si ragazzo, tutte》risponde acidamente.
《A me sembrava che ne mancasse una, l'ho vista alle audizioni e sono sicuro sia stata scelta, ma oggi non c'era》insisto.
Lei sembra pensarci un attimo e poi dice:《Ah sì, una delle ragazze si è rotta una gamba e quindi è stata sostituita》
《Non potrei sapere il suo nome?》chiedo.
《No ragazzo, non sono informazioni che posso rilasciare. E ora basta con le domande, vado di fretta. Ho da fare io》e così dicendo si allontana di gran fretta, senza accorgersi di aver lasciato la porta dell'ufficio aperta.
Senza pensarci due volte entro, mi dirigo verso la scrivania e rovistando tra una pila di cartelle ne trovo una con sopra il nome di Tiziano. La apro e subito trovo ciò che stavo cercando.
La mattina successiva sono fuori casa sua. So che non è una cosa del tutto giusta o corretta ma, non so per quale motivo, sentivo di doverlo fare.
Suono il campanello. Nessuna risposta.
Insisto e sento la sua voce dire:《Arrivo》.
Dopo pochi secondi la sento imprecare e non riesco a trattenere una risata.
La porta si apre e me la ritrovo davanti tutta trafelata, ma non è nulla in confronto all'espressione che le si dipinge sul viso quando capisce chi sono.
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Amore, gioia, dolore...tutto!
Fiksi PenggemarQuesta è la storia di una ragazza come tante altre, con la sua semplice vita, le sue abitudini, i suoi hobby e le sue passioni. Una di queste è l'amore incondizionato per Tiziano Ferro, il cantante della sua vita. Ogni giornata procede uguale all'al...