CAPITOLO 25

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Pov's Alyssa
Mi sveglio il giorno successivo con il timore che sia stato tutto un sogno, ma non è così. È la realtà. Il mio biglietto con il pass è lì. Sorrido, felice come non mai.
Mi alzo e cancello un giorno dal calendario con la consapevolezza che ogni giorno che passa è un passo verso Lui. La mia felicità.
Faccio colazione velocemente e chiamo Alessio, non vedo l'ora di raccontargli tutto.
"《Amore che ne dici di vederci? Ho delle bellissime novità da raccontarti》
《Dieci minuti e sono da te》
《Perfetto, a tra poco》
《A tra poco piccola》"
E adesso non mi resta altro che aspettare.
Quando sento il campanello suonare mi fiondo alla porta e senza che lui possa dire nulla, gli salto al collo.
Il mio entusiasmo è evidente.
《Ma che buongiorno! A cosa è dovuta tutta questa felicità?》mi dice.
《Lo scoprirai presto. Dai, andiamo》
Passeggiamo per la città, mi guardo intorno e tutto mi sembra più bello. È incredibile come l'umore riesca a cambiare contorno alle cose.
Camminiamo per un pò, finché non ci fermiamo in una piccola piazza e ci sediamo su delle gradinate, dove, nonostante il sole cocente, si sente un venticello fresco.
《Allora mi dici cosa ti ha resa tanto felice?》chiede Alessio.
《Prova ad indovinare, sarebbe troppo facile se te lo dicessi io, mi perderei tutto il divertimento》gli rispondo.
《Dai, non puoi farmi questo. Dimmi cos'è》mi prega.
《In giro si dice che la curiosità è donna, ma a quanto pare non è così》ribatto io, scoppiando a ridere.
《Fai poco la spiritosa》dice, ridendo a sua volta.
《E va bene, te lo dico. Ma solo perché non resisto più. Ecco... ieri mi è arrivato un pacco, non c'era il nome del mittente, né un minimo indizio su cosa potesse essere. L'ho aperto e dentro c'era una busta, apro anche la busta e ci trovo all'interno un biglietto per il concerto di Tiziano allo Stadio Olimpico di Roma. Credevo di stare sognando. Ma non è finita qui, il bello deve ancora venire. Nel pacco c'era un'altra busta, la apro e ci trovo dentro un pass, uno di quelli che ti permettono di andare dove vuoi, capisci? Non potevo crederci. Non posso ancora crederci, in realtà》gli dico tutto d'un fiato, con un entusiasmo che non riesco a contenere e un sorriso che rischia di provocarmi una paralisi facciale.
《Ah》.
È l'unico suono che esce dalla sua bocca, nient'altro. Tutto il mio entusiasmo si spegne di fronte alla sua reazione. È il mio ragazzo, dovrebbe essere felice per me. Ma a quanto pare non è così.
《Seriamente, è tutto quello che hai da dire?》gli dico.
《Hai intenzione di andare?》mi chiede lui per tutta risposta.
《Non dovresti nemmeno chiederlo. È ovvio, altrimenti non sarei così felice. Potresti anche sforzarti di mostrarti anche solo un pò contento per me》.
Una razione così era l'ultima cosa che mi aspettavo, credevo che sarebbe stato felice per me, che avrebbe condiviso la mia gioia, e invece mi trovavo davanti un muro, che in questo momento mi sembrava impenetrabile.
《Al concerto ci vai tu, non è una cosa che mi riguarda. E qualcosa mi dice che non andrai da sola, ma con quello là. Sicuramente è stato lui a regalarti il biglietto e il pass, o sbaglio?》risponde con durezza.
《È vero, ci vado io al concerto, ma dal momento che sei il mio ragazzo credevo di poter condividere la mia felicità con te, ma a quanto pare mi sbagliavo. E per la cronaca "quello là" ha un nome e se proprio ci tieni a saperlo, sì, ci vado con lui e sì, è stato un suo regalo!》gli urlo contro, alzandomi in piedi.
《Quanto tempo resterai a Roma?》chiede lui con tutta calma, come se le parole che ho pronunciato si fossero dissolte prima di concretizzarsi.
《Tre giorni》gli rispondo con un filo di voce.
《E dove alloggerai, dove dormirai?》chiede ancora.
《Non lo so, la prossima settimana Flavio tornerà a Milano e ne parleremo》.
《Bene》dice con un'espressione indecifrabile. Si alza e fa per andarsene. Io lo guardo allontanarsi senza riuscire a dire nulla, bloccata lì, dove sono. Ma c'è una parte di me che si ribella e dopo l'iniziale momento di smarrimento, gli corro dietro e lo afferro per un braccio, costringendolo a fermarsi e voltarsi verso di me.
《Non puoi andartene così》gli dico.
《Non abbiamo niente da dirci Alyssa》dice lui ancora con quel tono pacato, che mi sta dando sui nervi.
《Che significa che non abbiamo nulla da dirci? Dimmi quello che pensi! Cosa ti passa per la testa!》alzo di nuovo la voce.
《Come puoi non capire? Tra me e te c'è sempre stato lui, il tuo "amato Tiziano". E potevo pure sopportarlo, ma adesso ci si mette anche suo fratello, ed è troppo, non lo reggo》.
《È il mio migliore amico, non ho nessun altro. Non ho mai voluto fare nulla di male, se ho sbagliato mi dispiace, davvero》dico senza riuscire a trattenere le lacrime, che ben presto si trasformano in singhiozzi.
Lui mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarlo.
《Lo so Alyssa》sussurra, lasciandomi un leggero bacio sulla fronte.
《Mi stai lasciando?》
《Non ho mai detto questo, ho solo bisogno di pensare. Torna a casa》detto questo si volta e si allontana.
Resto sola, al centro di quella piazza completamente vuota, guardando diventare sempre più piccola una delle poche certezze che avevo.

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