Capitolo IX

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Sto correndo in un prato pieno di margherite. Sono felice, non sono per niente preoccupata . Tutti i pensieri che affollano la mia mente sembrano essere scomparsi per sempre. Mi sdraio per terra e mi godo il sole estivo , quando ad un tratto un'ombra me ne priva.
«Chiunque tu sia, spostati subito» mormoro.
«Non mi va» mi risponde Kol.
Mi siedo e scuoto il capo divertita «Allora è un tuo vizio privarmi del sole».
«Sì, devo ammetterlo. Ma cosa te ne fai del sole se ci sono io qui?» mi risponde lui, sorridendo allegro.
Rido divertita e Kol allunga una mano verso di me «Alzati, voglio mostrarti una cosa» mi dice poi. Io lo guardo e , afferrando la sua mano, mi dò la spinta per alzarmi da terra. Kol mi sorride e cominciamo a camminare insieme. «Dove stiamo andando?» gli domando io, guardandomi intorno. Il paesaggio è cambiato: ci troviamo in una foresta. Gli albere emanano un buon profumo e si possono udire degli uccellini intonare delle melodie rilassanti con il loro canto.
«Questo è il luogo in cui sono nato» mi dice lui, fermandosi accanto ad un alto albero dalle radici talmente grosse che ci permettono di sedervici sopra.
«È un bel posto, senza ombra di dubbio... Ma perché hai deciso di mostrarmelo?» gli domando io, scrutando il suo volto perfetto.
Kol sorride in balia dei suoi ricordi e poi si volta verso di me. I suoi occhi s'incontrano con i miei e la sua mano destra cerca la mia , stringendola forte. «Perché ne sentivo il bisogno. Questo sogno , lo sto comandando io. Sono entrato nella tua testa e ,ad essere sinceri , non è la cosa più dolce e romantica del mondo ma volevo farti vedere il luogo in cui ho passato i miei pomeriggi da bambino e il luogo in cui mi nascondevo quando avevo bisogno di stare da solo» mi spiega con un tono di voce basso.
Lo guardo e gli accarezzo una guancia con la mano libera «Tu sei importante per me, non lo dimenticare mai» sussurro. Kol chiude gli occhi e appoggia la sua fronte contro la mia.
Mi sento benissimo e vorrei che il tempo si fermasse in questo istante. Voglio bene e Kol e , anche se non voglio ammetterlo, giá lo amo. Kol mi prende il volto fra le mani e pressa le sue labbra sulla mia fronte.
«È meglio che mi fermi qui, altrimenti potrei fare qualcosa che tu non desideri» sussurra poi e ,non appena si allontana da me, un fascio di luce bianca ci avvolge.

Mi sveglio e sollevo piano le palpebre. Accanto a me, c'è una figura vestita di tutto punto che mi fissa. Appena metto bene a fuoco tutto , noto che si tratta di Kol.
«E così, sei entrato nella mia testa» sorrido , sollevandomi con l'aiuto di un gomito.
«È un posto meraviglioso. Avrei voluto rimanerci un altro po'» mi risponde lui , guardandomi negli occhi. Sorrido spontaneamente e mi siedo a gambe incrociate.
«Kol, mi dispiace per prima. Non volevo ferirti , ma l'ho fatto. Quando Elijah ti ha rotto il collo, mi sono sentita morire... L'idea di non averti potuto più parlare, vedere e anche bisticciare con te mi stava uccidendo» dico , giocando con il un lembo del lenzuolo.
«Sai, tu sei l'unica ragazza che riesce a farmi pentire di essere un mostro» afferma lui, distogliendo lo sguardo dal mio volto. A questo punto gli prendo il volto tra le mani e sussurro
«Tu non sei un mostro» .
«Non mentire a te stessa, ti prego» mormora lui. Scuoto il capo contrariata. Non sto affatto mentendo a me stessa, nè tanto meno a lui. Non penso che Kol sia un mostro. Sicuramente non è uno stinco di Santo , peró non è un mostro. «I mostri non salvano le vite altrui senza nemmeno conoscere chi hanno davanti» dico piano, ma lui sembra essere riuscito a sentirmi. «Non avrei mai permesso che quel tizio ti uccidesse. Era un vampiro e ti voleva morta solo per ferire me. Pensava che tu fossi la mia ragazza, probabilmente» dice Kol, afferrandomi una mano e stringendola.
«Perché avrebbe voluto farti soffrire?» gli domando io un po' confusa.
«Perché sono un Mikaelson. Quando sei sulla Terra per più di mille anni hai più nemici che amici» .
Il suo tono di voce adesso è piatto, senza emozioni. Mi sporgo leggermente in avanti fino a far sfiorare i nostri nasi. Il suo respiro è caldo ed io chiudo gli occhi ancora una volta.
«Dovrei starti alla larga, ma non ci riesco» ammetto, posandogli una mano sulla guancia.
Kol non si muove di una virgola .
«Arriverà il giorno in cui dovrai fare la scelta e se anche quello giusto per te non dovessi essere io, ricordati che saró sempre al tuo fianco» dice poi. Il mio cuore perde un battito e appoggio la mia testa sulla sua spalla.
«I will love you till the end of time» mormora poi, stringendomi a se. «Ti prego, non te ne andare via» riesco a dire, sentendo una morsa stringermi la gola. Non devo piangere, basta così.
Kol ridacchia «Se tuo padre mi beccasse in camera tua, credo che non mi spezzerebbe solo l'osso del collo...» dice . Sorrido anch'io «In quel caso sarei io a difenderti» gli rispondo.
Sentiamo un grande applauso ed i fuochi d'artificio cominciano a scoppiare nel cielo blu.
«Ma che ore sono?» domando a Kol.
«È l'una passata... Dovremmo scendere e raggiungere gli altri» mi suggerisce.
Annuisco ed insieme raggiungiamo la folla di gente raccolta in giardino.

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