Capitolo XXI

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«Clara...» mi richiama la voce.
«Ciao, nonna...» le rispondo io un po' irritata.
Lei si toglie il cappuccio dal capo e finalmente posso ammirare il suo vero volto.
Ha dei lunghi capelli mossi color cioccolato e due occhi luminosi proprio come i miei.
«Mi dispiace tanto, tesoro. Avrei voluto dirtelo prima» mi dice lei. Certo, dicono tutti così. È rincuorante sapere di appartenere ad una famiglia di bugiardi egoisti.
«Non fa niente. Ormai sono abituata a non sapere le cose» sospiro io, sedendomi a terra.
«Sei una ragazza forte, Cloe. Vorrei aver avuto la possibilità di conoscerti veramente, di vederti nascere, ma il destino non me l'ha permesso» ammette mia nonna con tristezza e malinconia. La guardo e appoggio la testa alla sua spalla «Sono distrutta, nonna. Non so come andare avanti, non so più come farmi chiamare dalla gente e non so chi sono» mormoro, sprofondando nell'abbisso della confusione che mio padre mi ha donato. Non mi sono mai sentita così tanto persa quanto lo sono adesso. Mia nonna sorride e mi accarezza una guancia «Fatti chiamare Cloe, è un nome bellissimo. Tu sei una ragazza splendida, solare , forte e se anche adesso credi di essere a pezzi , ricordati sempre che non esiste nulla che non possa essere riparato. Hai Kol accanto, questo è ciò che conta. Devi stringere i denti e sfoderare gli artigli, Cloe. A breve scoppierà la guerra e tu devi vincerla». Facile a dirsi. Mi sento come Napoleone a Waterloo: una perdente. Mi alzo in piedi e dico «Se io volessi combattere, cosa dovrei fare?».
«Ritrovare il ciondolo».
«Cosa c'è nel ciondolo?» le domando.
«Quattro gocce di sangue e l'energia di una congrega intera» mi risponde lei. Ecco cosa c'è in quel ciondolo: gli ingredienti per formare un mostro. «Lo andró a recuperare» sussurro, per poi svegliarmi.

Apro gli occhi e respiro profondamente. Devo trovare quel ciondolo. Mi metto seduta sul letto noto che il corpo di Kol si trova ancora steso a terra. Devo svegliarlo. Scendo dal letto e mi inginocchio accanto a lui . Avanti, Cloe, estrai il pugnale. Accarezzo il volto di Kol e afferro l'elsa della daga, poi con un'unica e forte tirata riesco a sfilargli l'arma dal cuore. Scaglio la lama lontano da me ed aspetto che Kol si riprenda. Sono sicura che non sarà affatto d'accordo con me quando gli esporró le mie intenzioni di cercare il ciondolo e far sì che l'incantesimo di mio padre sia portato a compimento, ma devo dirglielo. Osservo attentamente il volto di Kol e noto che le vene stanno scomparendo e la carnagione sta riprendendo il suo normale colorito.
«Kol?» sussurro con un tono di voce difficile da udire. Il vampiro apre gli occhi di scatto gli occhi e posa il suo sguardo su di me.
«Cloe» dice, per poi abbracciarmi.
«Non ti azzardare mai più a compiere un'idiozia simile, capito?» lo ammonisco io, stringendolo stretto a me. Kol si scosta un po' solo per lasciarmi un bacio sulla fronte , ma non dice nulla. Rimaniamo a guardarci negli occhi per un paio di minuti, poi io rompo di nuovo il silenzio. Gli prendo il volto tra le mani e con voce bassissima inizio «Tu non sai come mi sono sentita quando sei caduto a terra davanti ai miei occhi. È stata la più brutta sensazione di tutta la mia vita... Non farlo mai più». Kol mi accarezza il viso e ,prima di incollare le sue labbra alle mie , dice «Tu sai perché mi sono pugnalato, Cloe? Non credo. L'ho fatto perché hai dormito per due giorni ed io non ho potuto fare nulla per svegliarti. Mi sono pugnalato perché ti amo da morire e la sola idea di non poterti più abbracciare mi ha fatto perdere la testa». Le sue parole mi scavano nel profondo e sento delle lacrime minacciare di uscire dagli occhi. Il vampiro mi bacia con passione e infila le sue mani nei miei capelli. La tensione tra noi è ormai alle stelle ed   io avvolgo le mie braccia intorno al collo di Kol e chiudo gli occhi. Lo amo, Dio quanto lo amo. Sarei capace perfino di far cadere gli angeli dal cielo, pur di vederlo felice. Kol mi prende in braccio e continua a baciarmi mentre si dirige verso la porta e la chiude a chiave.
«Adesso voglio solo te. Il resto vada pure in malora» sussurra al mio orecchio. Un brivido mi percorre la schiena e sorrido un po' imbarazzata.
Per caso Kai prevede anche il futuro?
«Ti amo, Kol» mormoro, mentre l'Originale mi bacia in collo e scaccia via tutte le angosce che mi assalgono.

Insegnami ad amare |#Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora