«Fai dieci giri di corsa intorno al palazzo, non intendo sentire lamentele» mi ordina Kol, sfoggiando una faccia da schiaffi.
È impazzito per caso? Pensa che sia una vampira? Probabilmente si è dimenticato del fatto che sia una semplice umana che potrebbe diventare una sorta di mostro invincibile grazie al padre. Inarco un sopracciglio «Vuoi che mi venga un infarto o cosa?» gli domando incredula. «Hai il sangue di Elijah in circolo. Se morissi , diventeresti una vampira» scherza lui.
«Ti odio. Giuro che in questo istante muoio dalla voglia di spaccarti il naso con un pugno» gli dico, cominciando a correre. L'Originale ridacchia «Per lo scontro corpo a corpo devi aspettare domani mattina» mi urla dietro.
L'unica frase che gli vorrei dire adesso è "vaffanculo, mio caro Originale" , ma trattengo la lingua e mi risparmio il fiato per la corsa.
Mentre acquisto sempre più velocità, penso al mio sogno. Per quale motivo la donna non mi ha chiamata Cloe , ma Clara ? Ho studiato latino alle superiori e so che il corrispettivo italiano di Clara è Chiara . Non ho detto nulla a Kol di ció che ho sognato, ma di sicuro se mi capiterà una seconda volta saró costretta a farlo. Un'altra cosa che mi lascia di stucco e per la quale non riesco a darmi pace è la frase con cui la voce mi ha risposto alla domanda su dove dovessi andare :"Dove hai perso ció che contiene quello che dovresti essere".
Che diavolo significa? Cosa ho perso e ,soprattutto,dove? Forse tutto questo ha a che fare con il maledetto incantesimo di quel genio di mio padre. Basta. Preferisco non pensare a lui. Continuo a correre e mi rendo conto di aver fatto già sei giri di corsa. Le gambe mi bruciano e faccio seriamente fatica a continuare. Chiudo gli occhi e cerco di ignorare il dolore , ma vado a sbattere contro qualcuno ed entrambi finiamo a terra.
«Cloe, dannazione!» dice Kol, esasperato.
Rido «La colpa è tua, Originale. Mi hai ordinato di fare dieci giri di corsa intorno alla vostra piccola villetta ed io sono a pezzi! Ritengo che chiudere gli occhi un secondo sia più che normale, mentre stare in piedi ostruendomi il passaggio non lo sia affatto!» dico , cercando di respirare lentamente.
Kol ridacchia «Non è divertente. Sei pigra, mia cara» scherza lui.
«Almeno non perdo i colpi per via dell'età!» lo prendo in giro io. Un ghigno malefico increspa le labbra del vampiro e , senza che faccia nemmeno in tempo ad alzarmi, mi ritrovo fradicia d'acqua. «Kol!» urlo io, guardandolo innervosita. Lui ride e lancia a terra il secchio d'acqua ormai vuoto «Ecco cosa succede a chi mi dà del rimbambito». Se lo sguardo potesse uccidere, e Kol fosse un normale essere umano, a quest'ora sarebbe sotto terra.
«Ti odio!» urlo , strizzandomi i capelli zuppi d'acqua. Lui mi fa l'occhiolino «Non dire stupidaggi, tesoro. Lo sappiamo entrambi che mi ami» mi provoca. Rido e guardo l'orologio «Sono le 20:00 e , al contrario di te, io ho bisogno di mettere qualcosa di solido sotto i denti» lo avverto, dirigendomi verso la porta della villa.
«Vatti a preparare, ti porto a cena fuori» grida Kol alle mie spalle. Che cosa? Kol Mikaelson mi ha appena chiesto di andare a cena con lui?
Mi volto lentamente verso di lui «Devo considerarlo come un vero appuntamento o più come un atto di pietà nei confronti di una povera umana affamata?» gli domando.
Kol sorride e mi lancia un bacio con la mano «Interpretalo a tuo piacimento» .Dopo circa mezz'ora sono pronta. Scendo di sotto e noto che Kol si è cambiato.
«Sei veloce a cambiarti» nota lui, sorridendomi e porgendomi un braccio.
«Cosa ti aspettavi? Non sono una di quelle ragazze che stanno ore e ore davanti allo specchio e non sanno mai cosa mettersi» gli rispondo io , afferrando volentieri il suo braccio. Lui sorride ancora «Per il trucco posso crederti, ma per gli abiti no. Ci hai messo poco solo perchè siamo partiti di tutta fretta e ti sei portata poche cose» mi punzecchia lui. Forse ha ragione, ma non voglio dargliela vinta.
Decido di ignorarlo e saliamo in macchina.
«Ti piace Mystic Falls?» gli domando, mentre la macchina esce dal giardino della villa.
Lui si passa la lingua sul bordo dei denti e dice «Tecnicamente qui sono stato ucciso».
Giro la mia testa di scatto verso di lui «T-Tu sei stato cosa? O mio Dio, Kol. Mi dispiace, chi è stato?» comincio , tempestandolo di domande. Sembro un po' apprensiva, ma in fondo è perchè non sopporto l'idea che Kol abbia sofferto: il solo pensiero fa soffrire anche me.
«È lunga storia. Ma se questa sera dovessimo incontrare un tizio dai capelli neri e troppo muscoloso per la sua età, stagli alla larga» mi avverte lui.
«È lui che ti ha ucciso, vero? Come si chiama?» gli chiedo, provando odio verso una persona che non conosco nemmeno.«Jeremy Gilbert. Brutto nome, non trovi?» mi risponde lui. Alzo gli occhi al cielo e ridacchio.
«Sul serio, mi fa pensare ai germi! Che razza di nome è? Andiamo, Kol è un bel nome» continua, facendomi scoppiare definitivamente a ridere.
«Ti prego, non smettere» dice lui, parcheggiando l'automobile davanti ad un locale chiamato Grill . Lo guardo confusa. Siamo avvolti dall'oscuritá, l'unica luce che gli illumina il volto e gli fa brillare gli occhi è quella dell'insegna del ristorante.
«Non devo smettere di fare cosa?» gli chiedo con un fil di voce.
«Di ridere. La tua risata è il suono più bello che abbia mai ascoltato in vita mia» ammette, guardandomi seriamente . Nei suoi occhi vedo la sincerità più pura. Arrossisco per la sua frase uscita fuori dal nulla e gli accarezzo una guancia «Mi dispiace che ti abbiano ucciso... Non lo meritavi» gli dico, fissando quei due meravigliosi occhi color cioccolato.
«A me no. Se morire significasse poter avere la possibilità di incontrarti, morirei altre mille volte piuttosto che trascorrere una vita eterna senza poter guardarti negli occhi e baciare le tua labbra» dice lui, spiazzandomi.
Kol è sempre stato dipinto come un mostro, come un serial killer spietato e da Klaus come uno spensierato maniaco omicida. Se non avessi avuto l'onore di incontrarlo di persona, forse avrei dato credito a tutte quelle pessime voci . Ma grazie al cielo ho potuto conoscere Kol per quello che è: un vampiro capace di provare sentimenti. Magari sará pure vero che nei momenti di noia , in passato, abbia compiuto stragi a sangue freddo , non sono nessuno per poterlo negare , ma la persona che adesso mi sta seduta a cinque centimetri di distanza è la persona che mi sta dando la forza per andare avanti.
I nostri volti sono a pochi millimetri di distanza ora ed il mio cuore sembra essersi trasformato in un martello pneumatico che vuole sfondarmi la cassa toracica.
«Forse è meglio andare» sussurra poi lui, allontanandosi e scendendo dall'auto.
Sospiro e lo raggiungo.Quando entriamo nel Grill troviamo quasi tutti i tavoli occupati, ma grazie a Dio uno è libero.
Ci sediamo ed io lascio la mia ordinazione ad una cameriera. Il servizio è veloce e ,dopo al massimo una ventina di minuti , la ragazza torna con il mio pasto.
«Se non fosse per il fatto che tu sia una potenziale strega, giurerei che dentro di te si nasconda il gene del lupo mannaro!» scherza Kol, vedendomi mangiare con gusto.
«Ho letteralmente una fame da lupi!» gli rispondo sorridente.Non appena finisco di mangiare, Kol mi propone di bere un drink insieme ed io accetto.
«Ti aspetto al tavolo da biliardo» gli dico io, raggiungendo l'enorme tavolo verde con due stecche per giocare. Mi siedo e nel frattempo metto in ordine le palline.
«Serve aiuto?» mi domanda una voce maschile.
«No, grazie. Ormai ho sistemato tutto» rispondo, voltandomi per guardare il ragazzo in faccia.
«Perfetto, tranquilla. Comunque piacere, sono Jeremy Gilbert» si presenta lui, porgendomi la mano.Jeremy Gilbert. Jeremy Gilbert.
Mi irrigidisco e fingo un sorriso. Assassino che non sei altro... Kol non deve vederlo, almeno non deve vedermi vicino a lui.
«Va tutto bene? Sembri agitata» mi dice Jeremy. Certo che lo sono ! E indovina un po'? È tutta colpa tua!
«Sì! Va tutto alla grande, grazie per avermelo chiesto» gli dico.
«Bene, allora. Tu come ti chiami?» mi domanda lui, sorridendo.
«Cloe Amato. Strano cognome , lo so... Ma sono italiana» gli spiego io, stringendo la stecca da biliardo talmente forte da farmi male.
«Tranquilla. Conosco due fratelli che di cognome fanno Salvatore, quindi Amato non mi fa molto effetto» mi dice , sedendosi davanti a me.
«Allora, Cloe , ti va di uscire un po' con me?» mi chiede Jeremy. Faccio per rispondere, ma noto Kol dietro le spalle di Jeremy con un volto da far paura.
«Io dico che non le va» sibila l'Originale, porgendomi il mio drink e squadrando dalla testa ai piedi Jeremy con disgusto.«Kol» dice il ragazzo dai capelli corvini.
«Jeremy, il ragazzo che non sa fare un corno con la mazza da baseball!» afferma Kol, innalzando il suo bicchiere in alto e sorseggiando il suo drink.
«Invece tu ci sai fare molte cose» ribatte Jeremy.
«Certo che sì! L'ho spaccata una in testa a Damon» ride Kol, avvolgendomi il fianco con un braccio. Rimango in silenzio e sorseggio il mio drink.
«Ed io , con i pezzi rotti, ho pensato bene di infilzartici come uno spiedino» ridacchia un'altra voce. Mi volto e due occhi color ghiaccio incontrano i miei.
«Sera, splendore- mi saluta quello che ho capito essere Damon , - e sera anche a te , coglione» dice guardando Kol.
«Da che pulpito viene la predica» dice Kol, posando il suo bicchiere sul tavolo da biliardo. Okay, sto iniziardo a spaventarmi.
«Ti ho già detto che non sei tu il mio Mikaelson preferito?» lo provoca Damon.
«Già, il tuo preferito è Elijah» gli risponde Kol annoiato.
«Ma lui è il mio Mikaelson preferito, quindi vedete di trattarlo con i guanti di velluto altrimenti giuro che ,appena ne avró la facoltà , torneró qui e vi inceneriró con le mie mani» sibilo io alquanto stufa della situazione. Mi giro verso Kol e lo bacio , poi sorrido a Jeremy/Germi e Damon e mi allontano con il mio drink. Saranno i tre giorni più lunghi della mia vita.
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Insegnami ad amare |#Wattys2016
FanfictionCloe Amato è una ragazza come tante altre. I suoi genitori sono separati da undici anni e suo padre vive a New Orleans. Non appena la scuola finisce , la giovane raggiunge il padre in America per trascorrere l'estate insieme a lui. Dal momento che...