Capitolo XVI

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Esco fuori dal locale e respiro a pieni polmoni. Se fossi rimasta lì dentro per altri cinque minuti sarei impazzita. Damon Salvatore, Jeremy Gilbert e Kol Mikaelson non possono assolutamente trovarsi nello stesso posto contemporaneamente... Rischierebbero di far diventare matto chiunque.
Passeggio lungo il marciapiede e osservo le costruzioni di Mystic Falls. Il campanile è spettacolare e gli edifici che si ergono , per così dire, al centro della cittadina riprendono lo stile della torre campanaria. L'orologio in alto segna la mezzanotte e , eccetto me, non c'è un'anima in giro. Una leggera folata di vento mi fa rabbrividire ed incrocio le braccia al petto, ma sono certa che si tratti di Kol.
«Ti prego, non correre per arrivare da me. Mi spaventi!» comincio, voltandomi lentamente.
I miei occhi incontrano effettivamente un paio di occhi castani, ma non sono quelli di Kol.
«Tu...» sussurro, arretrando di un passo.
Non ci posso credere, non è possibile.
«Salve, Cloe» mi saluta Fabio, sorridendomi malignamente. È un vampiro, questo è poco ma sicuro. La domanda peró mi sorge spontanea: chi diavolo lo ha trasformato?
«Che cosa ci fai qui? Vettene immediatamente» lo ammonisco io, cercando di mantenere la calma. Il mio ex fidanzato piega di nuovo gli angoli della sua bocca in un sorriso «Quello che mi è stato ordinato di fare: catturarti» afferma, avvicinandosi di più a me. Bene, adesso è il momento di corerre. Caccio un urlo e mi lancio in una folle corsa senza una meta precisa. Sento Fabio ridere «Ti do qualche secondo di vantaggio, altrimenti non ci sarebbe gusto ad acciuffarti subito». Non ci credo, non voglio farlo. Ovunque vada , i miei problemi mi seguono. Dove vado?
Non posso tornare al Grill, dovrei passare accanto a Fabio e mi prenderebbe subito. Così corro più veloce che posso e arrivo ad una casetta disabitata, con una staccionata in legno.
Non so nemmeno come si uccide o mette fuori gioco un vampiro, ma penso che il legno non gli faccia bene. Tiro un forte calcio alla vecchia staccionata e, facendo attenzione a non ferirmi con qualche scheggia, ne raccolge un pezzo appuntito. Mi nascondo nel retro dell'edificio e mi accuccio a terra. Okay, Cloe... Adesso devi solo calmarti e chiamare Kol.
Tiro fuori dalla tasca del pantalone il mio telefono e compongo il suo numero.

Questa è la segreteria telefonica di Kol Mikaelson, lasciate un messaggio, magari vi richiamo!

Non ci credo. Non è possibile. Ma a cosa gli serve il telefono se poi non risponde!
Chiudo gli occhi e provo a non pensare alla mia imminente morte per mano del mio ex. Fabio... Feccia dell'umanità! Come puó essere un vampiro ? Fino a due settimane fa era un semplice umano . Stringo nelle mie mani il fortuito paletto che sono riuscita a ricavarmi e attendo il suo arrivo. So che non ci metterà molto a stanarmi e catturarmi, ma non mi stenderó su un piatto d'argento per rendergli il lavoro facile.
Chiudo gli occhi e avverto il rumore di foglie secche schiacciate da una scarpa. Eccolo, miha trovata. Uno:i passi si fanno sempre più vicini. Due: sento il suo respiro. Tre: è qui.
Lancio un grido per incoraggiarmi e conficco il pezzo di staccionata nel suo stomaco.
Il vampiro grida in preda al dolore ed io gli tiro un calcio.

«Brutto imbecille! Credevi che mi sarei lasciata prendere così facilmente? Certo, come no!» gli urlo contro. Sono rabbiosa e continuo a tirargli calci. È un vero e proprio sfogo! Lui si lamenta e tossisce, ma non parla. L'oscurità non mi permette di guardarlo in viso, ma lo verrei tanto.
«Parla! Perché non dici nulla?» lo aggredisco io.
«Cloe! Ma che cavolo fai?!» urla una voce. Mi volto e riconosco Kol. «Pesto il mio ex, mi sembra ovvio!» gli rispondo io.
«Quello è Damon! Fermati!» mi avverte lui, avvolgendo le sue braccia intorno alla mia vita per impedirmi di colpirlo ancora.
«Chi è?! Porca miseria, Damon! Mi dispiace!» gli dico , mente Kol mi guarda in faccia allibito e divertito.
«Grazie mille, Cloe... Questa sera mi ci voleva proprio» si lamenta Damon, alzandosi e sfilandosi il pezzo di legno dall'addome.
Guardo in basso e cerco di non pensare a quello che sarebbe potuto succedere se avessi pugnalato Damon al cuore... Sarebbe morto e la colpa sarebbe stata tutta mia.
Kol mi prende il volto fra le mani e cerca di tranquillizzarmi «Hey, va tutto bene. Damon sta benissimo» dice, ma il poveretto lo guarda di sbiego e gli risponde «Certo, tanto la pancia è la mia e il dolore l'ho sentito io».
«Damon, mi dispiace davvero tanto. Non volevo colpire te, ma il mio ex. È qui a Mystic Falls ed è un vampiro» scoppio io quasi sull'orlo di una crisi di nervi.
Kol mi guarda con un'espressione seria sul volto . È teso e fa scivolare le sue mani dal mio viso alle mie braccia «Chi è questo tizio? È per colpa sua che hai strillato in quel modo? Ti ha fatto qualcosa? Rispondimi sinceramente perchè se ti ha toccata anche solo un dito , giuro che l'ammazzo con le mie mani» minaccia Kol, spaventandomi un po'. Io mi perdo nel suo sguardo e provo a trattenere le lacrime «No, non l'ha fatto... Ma avrebbe voluto rapirmi e consegnarmi a qualcuno e forse so a chi: alla congrega di Tanya» gli dico con voce tremante. Kol serra la mascella e mi stringe tra le sue braccia. Mi sfogo e lui mi dice che andrà tutto bene, ma so che non è vero.
«Forse è meglio che la riporti a casa. Io e Jeremy perlustreremo la zona e se dovessimo trovarlo, vi chiameremo» dice Damon, guardandosi intorno con fare circospetto.
Kol si stacca da me e mi prende per mano «Andiamo via» mi sussurra, mentre ci incamminiamo verso la sua automobile.
«Cloe! - mi richiama Damon, - Per essere una novellina che non sa nulla su come uccidere un vampiro, te la sei cavata bene». Mi volto verso di lui e gli sorrido «Grazie, Damon, per essere stato la mia cavia!» scherzo. Lui ridacchia ed io e Kol proseguiamo la camminata.

«Il tuo strillo mi ha spaventato a morte» ammette con voce mesta Kol.
«Mi dispiace, non volevo spaventarti, ma sapevo che in quel modo mi avresti sentita» .
L'Originale non dice nulla e mi fa cenno di salire in macchina. Sembra scosso, triste ed è tutta colpa mia. Non sarei mai dovuta uscire dal Grill e non avrei dovuto giocare al gatto e il topo con Fabio.
Il tragitto per arrivare a casa è silenzioso e riesce a far riaffiorare tutte le mie paure.
Quando Kol parcheggia l'auto , io corro più veloce che posso e raggiungo la mia camera.
Chiudo la porta a chiave e mi lascio scivolare a terra. Perché la vita è così amara?
Quando pensi che tutto vada a meraviglia, c'è sempre qualcosa o qualcuno che ti manda tutto a rotoli. Non è giusto. Comincio a piangere e cerco di non far rumore per impedire a Kol di sentirmi.
Qualcuno bussa alla porta e so già di chi di tratta. Presso una mano sulla bocca e stringo i denti. «Cloe, apri la porta» dice Kol con voce ferma.
«No. Vai via , Kol» sussurro io, certa che lui mi abbia comunque sentita.
«Non me ne andró da qui finchè non aprirai questa dannata porta e se non lo farai tu, lo farò io a modo mio» mi avverte lui, dando un colpo sul legno bianco.
«Allora fallo, non m'interessa!» urlo , alzandomi da terra e buttandomi sul letto.
«Pensi davvero che non abbia il coraggio di fare a pezzi una stupida porta? Ho ucciso migliaia di innocenti, come potrei aver paura di sfondare una tavola di legno?» mi domanda , per poi distruggere la porta. Klaus non ne sarà contento e , a dirla tutta , nemmeno io : non avró più diritto ad un po' di privacy.
Kol mi guarda dritto negli occhi «Che succede, si puó sapere?» mi domanda, avvicinandosi lentamente. È troppo difficile da spiegare.
«Ho paura, Kol, ecco cosa c'è» dico infine, pensando che queste poche parole siano in grado di spiegare cosa provo adesso. Sono terrorizzata da quello che accadrà nel giro di pochi giorni, da me stessa e quello che potró diventare e , soprattutto, ho paura di perdere Kol. Il vampiro si side accanto a me e mi stringe una mano «Sei la ragazza più coraggiosa e forte che abbia mai conosciuto in mille anni di inutile esistenza sprecata ad uccidere interi villaggi per pura noia, quindi sei perfettamente in grado di affrontare tutto. Guarda le tue paure in faccia e mostragli quanto sei forte, mostragli che puoi ridurle a stupide ombre insignificanti. Io sono qui con te e per te: non lasceró che tu crolli a pezzi» mi dice. Scuoto il capo «Sono io l'asso che vi puó aiutare a vincere, ma come posso fare a sconfiggere un esercito se non posso combattere le mie paure? Non ce la faccio!» gli dico, ricominciando a piangere.
L'Originale mi abbraccia e mi accarezza la schiena «Tu ce la fai. Io ti aiuteró, non ti lasceró da sola» mi rassicura. Lo spero tanto perché è lui che mi sta dando la forza per poter andare avanti ed affrontare questa assurda situazione.
«Ti amo , Kol. Il resto non importa» mormoro io, seppellendo il mio volto nell'incavo del suo collo. Lui mi bacia una guancia e mi accarezza i capelli «Ti amo anch'io, tesoro» sussurra.
Chiudo gli occhi e ,dallo sfinimento , mi addormento tra le sue braccia.

«Clara, sei tornata» sussurra la voce del mio sogno. Di nuovo lei. Sono ancora una volta a Roma, ma questa volta mi trovo davanti all'obelisco di Piazza del Popolo.
«Non sono tornata di mia spontanea volontà. Mi sono solamente addormentata e sto di nuovo sognando questo posto» le rispondo di getto.
«Lo stai sognando perché il tuo subconscio lo vuole. Hai capito che cosa hai perso?» mi domanda. Scuoto il capo «A dirla tutta, no. Non capisco che cosa vuoi dire e poi , per cortesia, mi potresti spiegare perché non mi chiami con il mio nome?» dico.
La donna fa una breve pausa poi mi risponde «C'è un motivo per cui ti chiamo in quel modo. Ma devi riuscire a risolvere l'enigma. Quando eri molto piccola hai perso qualcosa di molto importante». Io ho perso qualcosa? Ci penso un po' , poi scuoto il capo.
«Non mi sembra di aver perduto qualcosa, sul serio» le dico.
La donna allora si materializza davanti a me.
Il volto è nascosto dal cappuccio nero del suo lungo mantello e stende una mano verso di me.
«Memento, Clara!» grida.
Cosa devo ricordare? Avverto un forte dolore alla testa e cado in ginocchio a terra. All'improvviso alcune immagini compaiono in sequenza rapida nella mia mente. Prima vedo me da piccola che sorrido , poi vedo qualcuno che mi dà un ciondolo a goccia color rosso cremisi ed infine mia madre che mi sussurra all'orecchio «Stai attenta a non perdere ció dovresti essere» . Il dolore scompare ed io svengo.

Insegnami ad amare |#Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora