Capitolo XXVIII

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«E questo da dove esce fuori?» mi domanda Kol incredulo. Lo guardo e non posso fare a meno di sorridere. Mi mordo il labbro inferiore, poi gli mostro la mia mano . Kol mi guarda confuso ed io comincio a contare sulla punta delle dita tutto quello che ha fatto.
«Innanzi tutto volevo ringraziarti per avermi fatto passare i due giorni più brutti della mia vita. Ora passiamo a tutto ció che hai fatto...
Uno : hai picchiato Elijah davanti ai miei occhi, hai accoltellato Kai e mi hai morsa al collo.
Due: hai spento la tua umanità e massacrato decine di persone innocenti.
Tre: hai stretto alleanza con uno degli eretici e gli hai chiesto di farmi fuori.
Quattro: mi hai detto le cattiverie peggiori esistenti in questo mondo.
Cinque: hai usato la compulsione su di me e alterato i miei sentimenti.
E sei: forse mi hai fatto distruggere l'amicizia con Kai... Ti sembra poco? Forse dovrei darti un altro schiaffo , ma penso che non sarebbe abbastanza!» concludo, guardandolo fisso negli occhi. Kol sembra dispiaciuto. I suoi occhi mi scrutano attentamente e le sue mani tremano leggermente.
«Cloe, mi dispiace da morire... Quando ho sentito quello che ti ha fatto Elijah, ho perso il controllo. Porca miseria, ti ha baciata! Non sopporto nemmeno l'idea che qualcuno possa baciare le tue labbra... Tu sei mia, mia e di nessun'altro» mormora poi l'Originale. Io guardo in basso e sposto il peso del mio corpo su di una gamba «Certo... Non eri in te, lo capisco. Ma le labbra di Elijah non sono le uniche ad essersi posate sulle mie. Io e Kai ci siamo baciati due volte e sai perché? Perché tu mi hai fatto credere di essere innamorata di lui» dico io. Spero solo che Kai voglia vedermi ancora dopo ciò che è successo. Non voglio perderlo, è il mio migliore amico e ho bisogno di lui.
«Per quanto possa odiare Kai, non vorrei mai allontanarlo da te. Mi dispiace ... Rovino qualsiasi cosa tocchi» dice Kol con voce spezzata. Chiudo gli occhi e scuoto il capo , poi gli afferro una mano «Non è vero. A me non hai rovinato, mi hai aiutata a ridere di nuovo e a provare dei sentimenti più profondi dell'amore» sussurro , avvicinandomi di più a lui. Dio quanto mi è mancato. Nonostante una parte di me sia arrabbiata con lui per tutto ció che è stato capace di fare, non riesco a stargli lontana e farlo soffrire. Questo è il potere che ha su di me. Mi tiene incatenata a lui con un gancio invisibile attaccato al mio cuore.
Kol mi prende il volto fra le mani e pressa le sue labbra contro la mia fronte.
«Mi dispiace per tutte le cose orribili che ho fatto e per le cattiverie che ti ho detto» mormora lui, allacciando le sue braccia intorno alla mia vita. Io gli accarezzo il volto e cerco di trattenere le lacrime «Tra tutte le parole terribili che mi hai urlato contro, le più devastanti sono state "Io non ti amo". Mi sono sentita morire in quell'istante, ci ho quasi creduto» . Sento la gola stringersi e delle lacrime cadere giù dai miei occhi. Kol mi stringe a sè e mi bacia con passione.
I miei pensieri più oscuri svaniscono come nubi spazzate via dal vento e mi sento viva . Di nuovo . Mi è mancato il suo profumo, il sapore delle sue labbra e , soprattutto , il suo tocco.
È terribile e meraviglioso allo stesso tempo scoprire quanto sia grande il potere che la persona che amiamo esercita su di noi.
Ogni volta che mi allontano da lui, è come se perdessi la capacità di respirare. Lui è il mio ossigeno e senza finisco per soffocare.
«Non potrei mai dirti una mostruosità del genere nemmeno sotto tortura. Io ti amo da matti, Cloe. Spero che tu lo sappia» mi sussura a fior di labbra , non appena ci allontaniamo per riprendere fiato. Io chiudo gli occhi e annuisco piano «Potrei mai dimenticarlo, dopo che per te ho mandato a monte tutti i miei piani? Dopo che ho messo in dubbio tutto e tutti compresa me stessa?» mormoro. Lui per risposta mi bacia di nuovo e questo mi basta.

Sarei rimasta volentieri a ridere e divertirmi con Kol , ma Klaus lo ha chimato e gli ha detto che ci sarebbe stata una cena di famiglia a casa dei Mikaelson questa sera. Così ci siamo dovuti separare e adesso mi ritrovo davanti all'armadio a cercare qualcosa da mettermi. Considerando che i Mikaelson sono persone sofisticate ma parecchio imprevedibili, niente gli impedirà di cominciare a lottare e tirarsi coltelli a tavola e non vorrei finire con il rovinarmi un vestito carino. Sbuffo frustrata e mi lascio cadere sul letto. Sono stanca, penso che lo stress accomulato in questo mese stia cominciando a farsi sentire.
Qualcuno bussa alla mia porta ed io dico annoiata «Chiunque tu sia, vattene».
L'individuo ignora completamente ció che ho detto ed entra.
«Cloe, possiamo parlare civilmente almeno per una volta?» dice la voce di mio padre.
Dentro di me scatta subito una molla e sento la ferocia di Kol scorrere dentro le mie vene.
Non ho detto a nessuno degli effetti che il sangue dei Mikaelson ha su di me e preferirei tenerlo nascosto per un po' .
«Spero che si tratti di qualcosa di veramente importante, altrimenti ti conviene girare i tacchi e andartene» gli dico acida, rimettendomi di scatto in piedi.
«So come ti senti, tesoro. Lascia che ti aiuti» dice lui.
«No, invece. Non lo sai e non voglio il tuo aiuto» sputo , cercando di sopprimere la voglia di graffiargli il viso con le unghie.
«Ho paura per te, Cloe. Ho paura di ciò che potrebbe accaderti e voglio assicurarmi che tu stia bene» continua mio padre con voce ferma.
Ridacchio e mi volto verso di lui «Senti, papà, non ti è importato nulla della mia salute fino ad adesso e tutto è andato benissimo. Perché non continui a fregartene?» gli rispondo , afferrando un pantalone nero dall'armadio. Lui si schiarisce la voce e avanza di qualche passo nella stanza «Fino ad ora ti ho tenuto nascosto tutto. Sei venuta a sapere per caso del mondo soprannaturale e nel giro di poche settimane ti sei ritrovata coinvolta in delle questioni importanti quanti rischiose. Voglio prendermi la mia responsabilità di padre ed aiutarti ad affrontare la tempesta che presto ci travolgerà».
La tempesta arriverà, certo, ma travolgerà me in primis. È tutta colpa di mio padre se mi trovo a combattere per la mia vita. Io sono nata non per amore, ma per sconfiggere il gruppo di stregoni che ha massacrato i miei nonni senza pietà.
«Posso farcela da sola. Non ho bisogno del tuo aiuto e non lo voglio. Adesso, se non ti dispiace, dovrei cambiarmi per andare dai Mikaelson» lo liquido, dandogli di nuovo le spalle.
«Sai, figliola, sono stato invitato anche io. Andremo insieme, giuderó personalmente la macchina» dice lui , sospirando. O pace, non è possibile. Ora capisco cosa intendeva dire Klaus con riunione di famiglia .

Ci manca solo che ci sia anche Kai e come dessert verrà servita una testa con panna e ciliegine.

«Che cosa? Allora è sicuro che voleranno coltelli a tavola!» dico quasi urlando.
«La smetti di comportarti così?» grida mio padre , visibilmente infastidito dal mio comportamento. Mi dispiace trattarlo in questo modo, ma se lo merita.
«E tu la smetterai di cercare invano di aggiustare il nostro rapporto? Non me la sento di perdonarti, almeno non adesso... Forse un giorno lo faró, papà, ma non è ancora arrivato il momento» sospiro, incrociando le braccia al petto e guardando in alto per non piangere un'altra volta. Mi sento così stupida certe volte.
Lui si allontana e , prima di chiudere la porta alle sue spalle , dice «Ti aspetto di sotto. Non metterci troppo».

Quando sono pronta raggiungo mio padre ed insieme raggiungiamo la casa dei vampiri Originali. Il viaggio in macchina è silenzioso e non vedo l'ora di scendere dall'auto.
Arrivati mi precipito verso la porta e suono il campanello. Ad aprirmi è Elijah. Il suo portamento è impeccabile e l'abbigliamento è elegante come al solito. I nostri occhi si incontrano ed io gli sorrido debolmente «Ciao, Elijah». Lui si sposta dalla soglia d'entrata quanto necessario per permettermi di passare e  saluto mio padre cordialmente. Avanzo nel salone e vengo accolta da Rebekah e Klaus.
«Cloe, come stai?» mi domanda la bionda, abbracciandomi. Io e Rebekah abbiamo legato in quest'ultimo periodo e lei sembra essere l'unica che mi capisca pienamente. Forse è per il fatto che è l'unica femmina , esclusa la sottoscritta, che fa parte della squadra.
«Sto bene adesso, Beky. Peró così finirai per soffocarmi» dico ridacchiando. Lei si stacca da me e Klaus sorride «Stasera sembri il diavolo in persona. Strano che non ti sia messa un vestito» dice in tono scherzoso.
«Forse è perché ho un diavolo per capello» gli rispondo io , inarcando le mie sopracciglia.
Klaus sorride ed io noto nel corridoio dietro di lui una figura scura che scompare in una stanza. Mi scuso con tutti e lo seguo. Immagino che sia Kol e comincio a sussure il suo nome.
«Kol?» dico, guardandomi intorno.
Alle mie spalle qualcosa fa rumore ed io mi volto, ma non vedo niente. Affranta mi volto di nuovo, ma vado a sbattere contro qualcosa. Alzolo sguardo e vedo Kol in tutto il suo splendore .
«Accipicchia che testa dura che hai» dice, massaggiandosi scherzosamente il petto.
«E tu hai la solita brutta abitudine di comparire all'improvviso!» lo rimprovero io.
Per qualche secondo tra di noi cala un silenzio di tomba, ma poi i nostri occhi decidono di combinare un disastro. Vedo le pupille di Kol rimpicciolirsi ed in un secondo mi trovo in una stanza , molto simile ad uno studio, seduta su di una scrivania mentre Kol mi bacia con passione.
«Tra poco ci chiameranno per la cena! Che cosa faremo?» mormoro, mentre lui mi bacia il collo. Kol per tutta risposta mi sbottona la camicia e sorride «Indovina?» mi chiede in tono scherzoso.
«Ce ne fregheremo, certo...» dico, allacciando le mie gambe intorno alla sua vita.
Kol mi bacia ancora una volta e sarebbe passato a fare altro , se colpo di tosse non ci avesse interrotto.

«Santa pace, non potete andare da qualche altra parte a divertirvi? Sotto il sedere di Cloe ci sono dei fogli con su scritti degli incantesimi... Potrei riaverli?» dice la voce seccata.

Questa cena è un vero inferno.

«Certo, Malachai» sibila Kol, facendomi scendere dalla scrivania. Vorrei seppelirmi viva in questo preciso istante.


 Vorrei seppelirmi viva in questo preciso istante

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