Capitolo 75✔

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Alex
-La settimana scorsa avevo cominciato a raccontarti la mia storia e oggi vorrei continuare.-dico mentre guido.
-Forse dovresti lasciar guidare me.-dice Elizabeth e io acconsento visto che non so esattamente come reagirò.
-Quando lei se n'è andata il mio mondo è crollato. Nulla aveva più senso e così ho commesso un errore colossale. Allora mi sembrava l'unica soluzione ma non era così. Sono entrato in un brutto giro: la droga.-a queste parole Elizabeth frena e mi guarda preoccupata.- Ne facevo uso ed ero diventato dipendente. I miei genitori sono riusciti a tirarmi fuori da quella merda ma io ero comunque a pezzi, così sono diventato un cattivo ragazzo. Mi portavo a letto una ragazza diversa ogni sera e a scuola succedeva lo stesso. Era diventata un'abitudine. Però io non ero più lo stesso, ero vuoto, privo di sentimenti e le uniche cose che riuscivano a donarmi un po' di vita erano la musica ed il basket. Ma poi sei arrivata tu piccola mia  e mi hai fatto vivere di nuovo, mi hai fatto provare dei sentimenti e non potrò mai ringraziarti abbastanza amore mio.-dico stringendole la mano.
-Non pensavo che....non potevo immaginarlo....mi dispiace Alex.-sussurra guardandomi. Mi perdo in quelle due pozze verdi smeraldo e poi la bacio.
-Deludente, vero?-chiedo triste.
-Sorprendente sì, ma non deludente. Quello mai.-dice abbracciandomi forte.
-Grazie piccolina mia -sussurro annusando i suoi capelli neri.
-E ora tocca a me.-dice sospirando e staccandosi.
-Se non vuoi non devi- mi affretto a dire.
-Voglio e devo.-dice scendendo dalla macchina.

Elizabeth
Non pensavo che Alex avesse avuto a che fare con la droga. Non me lo sarei mai immaginata.
-E ora tocca a me- sospiro staccandomi dall'abbraccio.
-Se non vuoi non devi-dice Alex.
-Voglio e devo.-dico scendendo dalla macchina.-Ti ricordi che l'altra volta ci eravamo fermati qui con la storia?-dico e lui annuisce.-Dopo che Nicole se n'è andata ho cominciato a vedere l'orfanotrofio com'era in realtà. Il mese dopo l'adozione di Nicole la mia vita è stata distrutta ancora più di quanto già non lo fosse.-dico mandando giù il nodo alla gola che si è formato. Alex stringe la mia mano e io trovo il coraggio di continuare.-La mancanza di mamma e papà diventava sempre più opprimente e come se questo non bastasse è arrivato anche lui.-dico stringendo i pugni.- Non avevo rivolto la parola a nessun ragazzo in orfanotrofio e con lui è successo lo stesso. Aveva 17 anni e io ne avevo un po più di 13. Un giorno ero uscita dalla mia stanza per andare a cercare una suora e lui mi ha rinchiuso in un ripostiglio e lì....-stringo i pugni mentre delle lacrime scendono -lì mi...mi ha violentata. Quel bastardo ha messo le mani su di me...-dico ed Alex mi abbraccia forte.- le suore sentendo le mie urla sono accorse e mi hanno salvata. Hanno arrestato quel ragazzo e lo hanno mandato nel carcere minorile finché non avesse compiuto i 18 per portarlo nel vero carcere. Da allora non sono più la stessa. Mi hanno portata dallo psicologo ma io non volevo più vivere. Non aveva più un senso. Avevo visto morire i miei genitori davanti ai miei occhi, ero stata rinchiusa in un orfanotrofio ed avevano abusato di me. Non aveva un senso vivere, così ho cominciato a tagliarmi. I tagli all'inizio facevano male ma poi sono diventata immune.-dico con voce fredda mentre le lacrime non smettono di uscire.-Allora, dopo molti mesi, ho cercato una soluzione e l'unica che ho trovato è stata la droga. Non era difficile trovarla in orfanotrofio, si otteneva facilmente.-deglutisco a fatica e salgo in macchina. Guido per tre minuti, parcheggio davanti ad un muretto e scendo.
-Una sera ho deciso di evadere dall'orfanotrofio. Avevo imparato a scassinare le porte e questo mi è stato utile. Avevo con me la droga e così decisi di farmi quattro passi. Sono arrivata qui e mi sono seduta sul muretto.-dico mentre ripeto il gesto.-Stavo fumando tranquillamente finché non sono apparsi dei ragazzi che hanno cominciato a farmi il terzo grado. Quando ho detto il posto da dove venivo si sono guardati in faccia e mi hanno chiesto se volevo venire con loro. Io ho rifiutato, ma un ragazzo più grande di me di qualche anno ha chiesto ai suoi amici di lasciarlo solo con me. Si è seduto accanto a me sul muretto ed è rimasto in silenzio per mezz'ora. Poi ha parlato e mi ha detto queste parole:"  Cosa ottieni fumando? Pace, non è così? Senti di avere controllo sulla tua vita, giusto? Ti dico una cosa : non sei tu a decidere cosa fare della tua vita, è la droga a decidere cosa fare di te. Vedi queste? "Mi chiese mostrandomi le chiavi di una macchina" Con queste decidi cosa fare con la macchina e soprattutto con la tua vita. Una macchina ti permette di prendere le staffe del tuo mondo perché la macchina senza di te non può far nulla al contrario della droga. Perciò puoi decidere se prendere nelle mani la tua esistenza o lasciarla a qualcun altro. Decidi tu finché ne hai la possibilità "mi ha detto. In quel momento ho capito che dovevo prendere il controllo di tutto, anche di ciò che non voleva essere controllato. E così ho fatto; ho buttato a terra la canna, ho chiesto se potevano aiutarmi e loro mi hanno offerto il sostegno a una condizione. -dico ripensando a quella sera e alle parole che Alan mi disse.- Dovevo far parte del loro mondo: le corse clandestine. Mi hanno insegnato a guidare e mi hanno aiutato ad ottenere la patente, poi è arrivata la sera in cui dovevo dimostrare la mia bravura e scegliermi un nome. Ho battuto i migliori e mi sono scelta un nome, il nome sotto cui sono conosciuta in quel mondo.-dico sospirando.
-E qual è questo nome?-chiede piano Alex.
-L'Angelo dalle Ali Nere.- dico asciugandomi le lacrime.-Ti starai chiedendo il perché di questo nome. Tutti dicevano che sono bella come un angelo ma tutta la sofferenza che mi portavo dietro non mi permetteva di volare, così ho capito che le mie ali erano nere.-
Restiamo in silenzio per qualche minuto e poi decido di parlare.
-L'altra volta, quando me ne sono andata così, sono andata da loro, la mia "famiglia", la mia salvezza. Sono loro che mi hanno fatto smettere sia di drogarmi che di tagliarmi.-dico con occhi appannati dalle lacrime. -Sei deluso lo so. Faccio schifo, me ne rendo conto e se vuoi andartene fallo pure. Non posso obbligarti a restare.-dico scendendo dal muretto.
-Loro sono riusciti a portarti dai tuoi genitori? -chiede e io mi blocco.
-No. Non ce l'hanno fatta.-dico.
-Mi sento inutile.-dice avvicinandosi.-Non posso salvarti come ha fatto quel ragazzo. Non posso fare nulla.-
-Tu hai fatto più di quanto credi Alex: hai fatto sciogliere il ghiaccio che avevo attorno al cuore.-dico prendendo le sue mani tra le mie.
-Mi permetti di fare una cosa?-chiede tenendo gli occhi fissi sui miei.
-Dipende da cosa vuoi fare.-
-Voglio aiutarti ad andare a trovare i tuoi. Posso?-chiede accarezzandomi la guancia.
-Non ci sono andata dal loro funerale, non ce la faccio. -sussurro guardando le mie scarpe.
-Permettimi di aiutarti. Andremo piano, noi due insieme...-lascia la frase sospesa.
-Mano nella mano andremo lontano.-dico intrecciando le nostre mani. Sorridiamo e io salto al suo collo per baciarlo.
-Ti ho raccontato tutto. Non ci credo...-sussurro contro il suo collo.
-Ci siamo raccontati tutto piccola . Grazie.-dice stringendomi a sé.
-Grazie a te amore mio.- dico mentre delle lacrime di gioia rigano il mio volto.
Ci baciamo ed io entro in paradiso. Tra le braccia di Alex sono al sicuro. Sono loro la mia casa. Sono loro la mia salvezza.  

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Ciao a tutti! Spero che il capitolo vi piaccia. Votate e commentate se il capitolo vi è piaciuto. Baci💋

Lasciati Amare(#WATTYS2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora