Capitolo 77✔

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Elizabeth
Mi sveglio sul corpo di Alex. Lo guardo attentamente e mi perdo nella sua bellezza. Comincio a lasciare piccoli baci su tutta la sua faccia facendolo sorridere.
-Buongiorno piccola -dice unendo le nostre labbra.
-Buongiorno.-sorrido.
-Pronta?-chiede guardandomi negli occhi.
-Non lo so...-bisbiglio.
-Ricorda che ci sono io- dice accarezzandomi una guancia.
-Grazie.-
-E ora dove scappi? -si lamenta mentre infilo le ciabatte ai piedi.
-A preparare la colazione. -
-Ma sei tu la mia colazione- dice Alex bloccandomi e guardandomi maliziosamente.
-Pervertito! -dico evitando il suo sguardo.
-E dai piccola....-dice baciandomi il collo. Poi comincia a succhiare piano la mia pelle ed allora chiudo gli occhi.
-Sei mia.-dice soffiando sul suo "lavoro".
-Così non vale però! -dico incrociando le braccia al petto mentre il mio ragazzo mi guarda perplesso.-Anche tutte quelle oche là fuori devono sapere che sei mio!-dico.
-Solo ed esclusivamente tuo.-dice circondando la mia vita con le braccia. Mi avvicino al suo collo e comincio a lasciare un scia di baci umidi. Mi fermo su un punto del collo e comincio a succhiare prima piano, poi forte e di nuovo piano.
-Piccola...-ansima mentre il soffio sul mio "lavoro".
-Sei mio.-e poso un bacio sulle sue labbra.
Mi segue sulle scale,entro in cucina e comincio a preparare la colazione. Cornetti alla marmellata, caffè latte, pane e Nutella, spremuta d'arancia e cereali.
-Quasi quasi licenzio Ginevra e assumo te come cuoca.-dice Alex mangiando.
-Te lo puoi scordare bello!-dico bevendo il mio caffè latte.
-Stai ammettendo che sono bello!-si vanta.
-Ovvio! Stai con me!-dico scherzosa facendo l'occhiolino. Scoppiamo entrambi a ridere mentre ripulisco la cucina.
Mentre lavo le tazze delle mani si posizionano sui miei fianchi facendomi rabbrividire.
-Sei bella nei panni di casalinga.-dice sorridendo.
Sorrido arrossendo.
-Dobbiamo andare.-dico ed Alex si stacca da me. Salgo in camera mia, faccio una doccia veloce, indosso un jeans attillato, una felpa nera e gli stivaletti. Mi trucco soltanto con del mascara e del burro cacao alla ciliegia. Tolgo dalla carica il telefono, prendo la lettera scritta ieri e infilo tutto nella borsa.
-Sono pronta. Andiamo?-dico arrivata in salotto.
-Andiamo.-dice baciandomi- Burro cacao alla ciliegia.-sorride.
Lo prendo per mano ed andiamo verso la sua auto. Ho una paura tremenda. Ho paura di vedere quelle due lapidi e la foto dei miei genitori.
-Andrà tutto bene.-dice Alex percependo il mio disagio. Non rispondo e continuo a guardare fuori dal finestrino. Come reagirò quando sarò lì? Riuscirò ad entrare nel cimitero, prima di tutto? Tutte queste domande non hanno una risposta. Dopo quaranta minuti la macchina si ferma ed assieme a lei anche il mio cuore.
-Siamo arrivati. -sussurra Alex toccandomi la spalla. Faccio un respiro profondo e metto la mano sulla maniglia.
-Sei forte Ellie, e poi ricordati che ci sono io con te.-dice il mio ragazzo stringendomi la mano. Lo guardo negli occhi e riesco ad acquistare un briciolo di sicurezza. Scendo dalla macchina ed arrivo davanti al cancello del cimitero.
-Non ce la faccio Alex. Non posso.-dico indietreggiando e andando a sbattere contro il suo petto.
-Se non ce la fai da sola ce la faremo insieme.-dice prendendo le mie mani tra le sue. Le porta alla bocca e soffia, mentre tiene i suoi occhi fissi sui miei. Mi prende per mano e mi porta accanto al cancello. Guardo Alex, le mie mani tremanti, il cancello di ferro battuto, il cimitero e di nuovo le mie mani. Ora o mai più Elizabeth! Apro il cancello e faccio un passo avanti. Sono entrata nel cimitero. Ora devo andare da papà e mamma.
Alex mi prende per mano e mi incita con lo sguardo a camminare. Faccio passi lenti e pesanti, come se avessi i piedi di piombo. Sento una pressione sempre maggiore sul cuore mentre avanzo tra le lapidi. Mi fermo. Eccoli qui. Guardo le due lapidi e la statua che c'è dietro di loro. Un angelo che piange.
-È strano come le lapidi siano ricoperte da muschio, foglie e altro, ma il nome e la fotografia siano perfettamente visibili. Sento che tra poco esplodo. Vi chiedo scusa per il ritardo, avrei voluto venire prima ma non ne ho avuto la forza. Perdonatemi.-dico mentre la voce si inclina. Mi avvicino e cado in ginocchio.
-Perché, cavolo, perché? Perché mi avete lasciata qui? Perché non avete mantenuto la promessa di proteggermi? Dove siete stati per quattro anni? Dove? Dov'eravate quando soffrivo? Perché non sono morta io quel giorno? Voi avevate una vita davanti. Eravate giovani. Avevate Chloe da crescere. Perché ve ne siete andati così? Mi avreste fatto un favore se mi avreste fatto morire. Non avrei vissuto questo schifo! Sarei rimasta la vostra Ellie, la vostra bambina! Mi vedete ora?! È rimasto qualcosa di ciò che avete lasciato?! Vi rispondo io: no! È tutto distrutto. Tutto! Non so neanche cosa dirvi. Sono a pezzi. A pezzi.-dico in un pianto disperato. Rimango lì, per terra, a piangere per molto tempo. Alex è dietro di me , ma non si avvicina. Sa che è meglio così. Mi asciugo le lacrime e cerco nella borsa la lettera.
-Leggetela se mai arriverà da voi. Non so come si mandino lettere nel cielo però ci provo.-dico alzandomi da terra. Mi trascino fino alla statua angelica e metto la lettera ai piedi dell'angelo, dove c'è una superficie concava. Prendo l'accendino e ne brucio un angolo. La carta prende fuoco e si trasforma lentamente in cenere. Mi inginocchio nuovamente e faccio alcune preghiere. Mi alzo e vado ad accarezzare i nomi incisi nella roccia e le fotografie dei miei genitori. Le lacrime scendono ed io vorrei restare ancora lì.
-Perché papà? Perché?-sussurro mentre guardo la sua foto. Era un uomo molto bello, con due occhi azzurri da paura e quando sorrideva si formavano delle fossette a dir poco adorabili. Invece io sono la fotocopia di mamma. Uguale identica a lei, fatta eccezione per il carattere. Lei era perfetta ed invece io non lo sono.
Mi alzo da terra e saluto i miei genitori con un "ciao" appena udibile. Guardo Alex e vedo che ha gli occhi leggermente arrossati.
-Amore mio ....-sussurro con un filo di voce. Alex mi abbraccia forte mentre io comincio di nuovo a piangere.
-Andiamo piccola mia- dice prendendomi in braccio a mo di sposa. Ciao papà. Ciao mamma. Non dimenticatevi di noi.

Lasciati Amare(#WATTYS2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora