Capitolo 2

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Mi sento bene , tanto bene che la malattia, il coma sembrano eventi anni luce da me. Il merito, non so se sia di Lyla ma averla accanto mi piace.

Entro nell'edificio di mia proprietà pensando a Lei e il sorriso che ho viene subito notato.

La ragazza alla reception mi sorride. Non riconosco il suo viso. Deve essere nuova.

Assunta, da chi?. Quella è un'altra delle cose che ignoro. In mia assenza chi ha agito in mia vece. Alan?. Probabilmente, ma non ne ho la certezza .

Le passo davanti rivolgendole solo uno sguardo. Sembra delusa.

Prendo l'ascensore e raggiungo il mio ufficio.Non appena le porte si aprono Diana è sull'attenti.

"Buongiorno Sig. Lake,è un piacere riaverla tra Noi"

"Lo stesso per me Diana. Alan?"

"Nel suo ufficio Signore, glielo chiamo?".

Perché me lo chiede, non è ovvio?. La guardo interrogativo ,

Sposta il peso da un piede all'altro a disagio e poi ritorna dietro la sua scrivania ad assolvere il compito.

Ad avere incertezze non sono solo io a quanto parte.

Senza soffermarmi oltre metto piede nel mio ufficio.

Lo sguardo ricade su un mazzo di rose bianche e blu sulla mia scrivania.

"Ma che..... ". Mi avvicino e intravedo un biglietto.

Ti Augurio una splendida giornata, la prima di tante . Lyla.

Mia moglie. Mi fa specie chiamarla moglie, è così strano. Non mi sono ancora abituato all'idea.

Sopprimo un sorriso e la chiamo.

"Cristopher...". Il mio nome con la sua voce roca e fonda sembra un inno.

"Proprio io,tuo marito". Dico con la curva sulle labbra mentre un brivido mi corre sulla schiena, il cuore scalpita e un caldo languore salendo si propaga in tutto il mio corpo.

Quante e strane sensazioni mi dà.

"Come mai mi chiami?". Sento insicurezza vibrare nella sua voce.

Se l'avessi davanti la rassicurerei con un bacio ....un Bacio. Non ricordo come sia con Lei. Al pensiero di scoprirlo un fremito di desiderio mi attraversa.

Non sono mai stato così per nessuna. Cosa mi sta facendo.

"E' per le rose?". La voce si interrompe, il respiro si è accorciato.

"Ho gradito molto ,grazie".

Uno squittio risuona all'altro capo. Deve aver sorriso.Eppure,percepisco anche delusione.

Cosa si aspettava che dicessi?. Non riesco a chiedere.

"Dove mi porti stasera?". La sua voce è più sicura e dolce adesso.

Sto per rispondere quando la porta si apre e appare Alan. Vedendo la mia espressione , sul suo volto si schiude un sorriso e per un attimo perdo il controllo della situazione.

"E' appena entrato Alan devo lasciarti". Mi affretto a dire."Per stasera sarà una sorpresa". Metto giù. Fisso per un attimo ancora il telefono poi, sollevo lo sguardo a un Alan fastidiosamente sorridente. "Che hai da sogghignare?"

"La tua faccia. Già ti manca"

Centrato il problema. Mi succede .

Da quando in ospedale i miei occhi si sono incastrati nei suoi non riesco a togliermela dalla testa. E' una sensazione strana che non so come spiegare, ma se mi allontano da Lei o non la sento per un po' è come se dentro mi si formasse un vuoto.

 Il Nostro Per Sempre (SEQUEL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora