Rifiutato. Negato. Con il nervoso nello stomaco, seduto in ufficio senza fare assolutamente niente guardo la foto di Lyla.
Vederla. Vederla. Il pensiero mi assilla. A distogliermi da quella apatia un toc alla porta. Mi do solo il tempo di dire avanti e alzare lo sguardo per vedere chi è ; vedendo Alan gli faccio segno di entrare e torno pigramente a posare gli occhi sulla foto ."Come stai?"
"Devastato", confesso.
"Dovresti essere da Lyla e piangere con lei ".
"Non mi vuole"
"Mi dispiace tanto". Qualcosa nella sua voce mi spinge ad alzare lo sguardo e mi accorgo che si è fermato dopo solo pochi passi.
"Che hai?"
"Mi dispiace tanto per te, ma non la biasimo; quello che ti sta capitando te lo sei ampiamente meritato" Lo guardo freddo, la mia espressione si indurisce.
"Non è mia intenzione mettere il dito nella piaga, ma il sorriso spento, le lacrime e questa decisione di tenerti lontano ,non sono altro che il risultato delle montagne di menzogne che tu hai tirato su "
"Per proteggerla, ho fatto tutto per proteggerla"
"E' arrivato il momento che tu la smetta con questa protezione"
"Come posso, se là fuori, chissà dove, c'è un pazzo che la segue"
"Informala"
"Con il dolore che ha in corpo adesso ? Sarebbe come darle la mazzata finale"
"Con questo atteggiamento finirai per perderla"
"Basta, sono stanco di ascoltarti". Prendo la giacca e mi avvio verso la porta.
"Dove stai andando?"
"Passo a farle visita". Mi chiudo la porta alle spalle.
Alan esagera, certe cose non lo riguardano.
Cerca solo di farti ragionare. Sussurra la voce. Come vorrei metterla a tacere.
Impossibile imbavagliare la coscienza.
Se fosse fatta di carne in questo momento avrebbe uno di quei sorrisi beffardi in viso.
E tu se fossi intelligente daresti retta ad Alan.
Ci mancava solo la voce stizzosa . La ignoro e continuo a guidare fino a casa. Quando entro della signora Emma, assunta per fare compagnia a Lyla non c'è traccia, nella camera di Jocelyn c'è luce.Dal fatto nessuno è più entrato, non può che essere Lyla. Mi accosto senza far rumore. Sta guardando i piccoli abiti, con la mano li accarezza; in silenzio singhiozza.Mi si stringe il cuore.
"Non puoi tenerti tutto dentro, è un dolore troppo grande". Dico con un filo di voce e lei, scoppia a piangere. "Hai bisogno di parlare". Mi avvicino.
" Non voglio parlare" .
"Se non vuoi con me, un medico"
"Non voglio medici, non voglio parlare, non voglio consigli e non voglio sentire niente . Voglio solo restare da sola". Si abbandona a sedere sul pavimento , raccolte le ginocchia al petto stringendole con le braccia si lascia andare a un pianto silenzioso.
"Non ti lascio a crogiolare nel dolore da sola". Strazio e disperazione la scuotono, mentre io, testardo, per lenire la sofferenza mi metto a sedere sul pavimento ,accanto a Lei .
"Non puoi farcela da sola". Allungo il braccio dietro la sua schiena , le massaggio piano il dorso.
"Non voglio farcela". Mi guarda, adesso. E' indescrivibile la desolazione nei suoi occhi.
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Il Nostro Per Sempre (SEQUEL)
RomanceSequel de ''Il mio sì" #È consigliato andare a leggere prima IL MIO SÍ#