Capitolo 16

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È già passata la mezzanotte. Lyla dorme su di me, un braccio intorno alla vita e la testa sul petto. Mentre la guardo, la paura, quella che ti fa pensare di non essere abbastanza mi striscia dentro, alimentando la sensazione di smarrimento ,scaturita dall'accordo di divorzio, che come spada di Damocle pende sulla mia testa . Aver scoperto che  pensava di lasciarmi mi aveva sconvolto, sentire terrore e insicurezza crescente , pervadermi come un fremito, mi aveva fatto sentire ancora più fragile e vulnerabile di quella volta che , diagnosticata la malattia Micael non aveva saputo quantificare in termini di tempo la mia vita.   Lyla era  in grado di disintegrare la mia corazza, Lei era l'unica capace di intorpidirmi e emozionarmi , perderla non avrebbe significato solo infelicità, ma vivere senza un pezzo di me .
Instabile sul filo delle emozioni, tormentato dalla costante preoccupazione voglia lasciarmi, prima che il corpo mi tradisca facendo attenzione a non svegliarla la scosto leggermente per alzarmi. Mi metto i pantaloni e silenziosamente esco dalla stanza.

Indipendentemente dalle sensazioni straordinarie vissute, non mi riesce di non pensare che forse Lei .....Troppo doloroso. Fermo la mente.

Non può essere stata Lei a lasciare la busta. Conclude la voce.

Lo spero, con tutto il cuore, ma sarà Max a confermare. Nonostante sia notte fonda prendo il cellulare per chiamare quando, avverto il calore del suo sguardo dietro di me .

" Che ci fai in piedi?". Chiedo senza girarmi. E posando il cellulare prendo la scatola di cereali.

" E io che volevo coglierti di sorpresa"

"Impossibile, sentirei i tuoi occhi anche se fossi dall'altra parte del mondo" . Dico voltandomi .

Sorride . Ha la curva più piacevole e magnetica che abbia mai visto.

"E Tu , come mai in piedi?". Chiede.

"Fame". Afferro un pugno di cereali, verso il latte e ne porto un'abbondante cucchiaiata alla bocca

"Mi viene voglia solo a guardarti" .Abbozzando un sorriso prende posto vicino a me.

"Me ne offri un po'?". Incrocio il suo sguardo ...

"Dipende"

"Da cosa?". Punto le sue labbra. Ammicco malizioso....

"Un equo scambio , insomma".
Mi prende il cucchiaio dalle mani ,lo riempie di cereali e se lo porta alla bocca. I suoi occhi , incollati ai miei ,  pieni di luce e sicurezza, giocano, fantasticano.

Con la bocca si nutre, con gli occhi mi divora e io, io sto impazzendo; per la voglia e la curiosità di sapere cosa accade in quel momento nella sua mente. Nella mia, fra il casino dei pensieri e il languore di Lei c'era tanto rumore. Dare senso a tutto quel baccano era essenziale, amarla mi era indispensabile ,ma c'era quell'ombra, a cui mi costringevo di non pensare e che nonostante tutto , balzava con lacerante luminosità nella mia mente. La fisso. In quel viso c'era tutto il mio mondo. Quello che avevo sempre cercato era lì, davanti a me, con Lei il mondo intero si fermava, con Lei la vita era diversa.                          Osservarla mentre mangia, senza staccare gli occhi dai miei mi fa pensare a una leonessa dalla grande capacità predatoria. Mi viene da sorridere, nascondo il sorriso dietro l'indice e continuo a guardarla,  finchè finito il latte posa il cucchiaio.

"E adesso?". Chiedo.

"Adesso la mia ricompensa". Alzandosi si siede cavalcioni su di me.

"Tua!". Sussurro a sopracciglia alzate sforzandomi di reprimere un riso.

"Hai sentito bene, sig. Lake". Mi sfiora il lobo dell'orecchio, il suo respiro è corrente che percorre la mia pelle.

So cosa vuole, so come finirà, ma conoscere i suoi pensieri attraverso la sua voce è così elettrizzante che chiedo. "E....In cosa consiste la ricompensa?"

 Il Nostro Per Sempre (SEQUEL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora