CAPITOLO TRENTUNESIMO

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«Sei raggiante stamattina, Alba» notò Valentina.

«Ha la faccia di una che ha scopato per tutta la notte».

Arrossii fino alla radice dei capelli.

«Maddy! Un po' di contegno!»

«Sì, ci ha dato dentro eccome!» esclamò Rosamaria.

«Fate schifo, ragazze».

Scoppiarono a ridere mentre richiamavo alla mente il ricordo di quelle ore di sesso selvaggio che mi avevano sfinito. Fabrice era instancabile e insaziabile ed io dovevo ancora imparare a stargli dietro. Ogni volta era sempre meglio della precedente e sospettavo che le sorprese non sarebbero finite qui. Lui aveva un sacco di assi nella manica e una profonda esperienza in campo sessuale. Cosa che non si poteva dire di me, ma ero un'allieva volenterosa, che desiderava apprendere il più possibile. Sorrisi. Ciò che mi piaceva di più era l'equilibrio che avevamo raggiunto: a volte si faceva a modo suo, altre a modo mio. Quando mi piegavo al suo volere, non avevo alcuna paura, perché questa forma di sottomissione era lontana anni luce da quella sperimentata in passato nel suo antro. Rabbrividii. Quanto dolore, quante umiliazioni, quanto odio avevo provato in quella stanza maledetta. A stento riuscivo a credere che il Fabrice violento e crudele che era stato il mio padrone, fosse lo stesso uomo gentile e premuroso che stava adesso con me. A letto veniva fuori la sua natura da predatore geloso e possessivo, ma non mi dispiaceva per niente.

Ogni tanto il mostro riaffiorava, spingendolo lontano da me, eppure, grazie alle mie parole, ritornava sempre tra le mie braccia. Da qualche giorno pensavo a un modo per dare alla bestia il colpo di grazia ed ero convinta di averlo trovato, ma temevo la reazione di Fabrice se gliel'avessi rivelato.

«Parli del diavolo...» disse Maddalena.

Sollevai lo sguardo dal bancone appena in tempo per vedere Fabrice che scendeva dall'auto, parcheggiata dall'altro lato della strada.

«Cavolo, quanto è sexy! Me lo mangerei a morsi!»

Spalancai la bocca.

«Valentina, non ti ci mettere anche tu!»

«Lasciaci fantasticare, Alba. Tu puoi sbattertelo tutte le volte che vuoi, quindi non ci puoi capire. Comunque, hai avuto una fortuna sfacciata, mia cara».

«Rosy, tu non immagini neanche quante ne abbiamo passate Fabrice ed io prima di metterci insieme».

Lui entrò nella boutique, sorridendomi.

«Ciao, amore» mi salutò, baciandomi poi con una dolcezza che mi fece tremare le ginocchia.

«Ciao» risposi, imbarazzata.

«Buongiorno, splendide signore».

Le mie colleghe sospirarono, sventolandosi il viso con la mano.

«Ciao, Fabrice» dissero, all'unisono.

«Non è che hai un fratello?» gli chiese Rosy.

Fabrice le scoccò un sorriso accattivante e lei per poco non cadde a terra stecchita.

«Mi dispiace, ma sono figlio unico».

«Che peccato».

«Alba, sei pronta per andare?»

«Sì. Ci vediamo domani, ragazze».

«A domani. Ciao».

«E divertiti anche per noi» aggiunse Rosy, mentre uscivamo dal negozio mano nella mano.

Sua... (Alba & Fabrice trilogy - erotic/dark romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora