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Stavo facendo tutto ciò che mi aveva sempre fatto provare ribrezzo, credendo che non sarei riuscita a gestirla, ed invece la rabbia senza ragione mi aveva spinto oltre i miei limiti.

Non sentivo i suoi occhi su di me ed ero sicura che guardasse lei, il cuore sussurrava di guardare cosa facesse ma la ragione mi suggeriva di stare incollata a Rudy per non permettergli di averla vinta e di ricredersi facendo crollare tutto.

Mi sfilai anche il perizoma, mettendomi a sedere a terra allargando le gambe, nessuna inibizione, non potevo fermarmi e non volevo, dovevo essere forte come lo ero sempre stata.

Mi leccai un dito, portandolo sicura a riempirmi, roteando in profondità, muovendomi a ritmo delle note.
Vedevo Rudy che si sganciava i pantaloni fiero, prendendo in mano la sua erezione, iniziando ad andare in su e giù con la mano, godendo insieme a me.
Non volevo lui, mi faceva schifo tutto questo, sognavo James, il modo in cui mi leccava lui portandomi al l'apice del piacere facendomi perdere il controllo e il contatto con la realtà.

Non potevo, e ciò mi faceva uscire di testa.
Mi muovevo sempre più veloce gettando la testa all'indietro ansimando e gemendo forte, sentendo la gola che si stava prosciugando.
Portai una mano a palparmi il seno, stuzzicando il capezzolo.
Ero fuori controllo e tutto per mantenere salda la mia maschera.

Chiusi gli occhi, mi apparvero davanti i suoi pozzi profondi, troppo sempre, anche ora che sapevo la verità.
Venni gridando, sentendo la mia voce riecheggiare insieme alle note.

Riaprii gli occhi e vidi Rudy soddisfatto del lavoro compiuto.
Non avevo coraggio di accennare una minima occhiata al mio lato, avrebbe fatto male, come una coltellata che ti trapassa da parte a parte.
Mi rivestii uscendo dal cubo, per dirigermi in fretta nel camerino.

Chiusi la porta alle mie spalle con il cuore che martellava.
Andai nel bagno, versandomi una quantità spropositata di sapone sulle mani, aprendo il rubinetto, lavandomi energicamente via tutto lo schifo che facevo, e per quanto potessi lavare l'avevo dentro ormai.
Guardai le mani arrossate dalla troppa foga con cui le lavai, gettandomi l'acqua sul viso.

Portai le mani sul marmo del lavandino, alzando piano la testa per incontrare il mio viso attraverso lo specchio.
Mi guardai, sentendomi male per ciò che avevo fatto, quella non ero la vera io, la vera Cindy sarebbe scappata la nuova Cindy invece doveva rimanere ed eseguire.

Buttai la testa in avanti appoggiando la fronte allo specchio freddo, sentendo una lacrima che scorreva lenta sulla guancia, bruciando come alcool corrosivo.

Un rintocco di nocche mi fece sobbalzare alzando la testa di scatto.
Doveva essere Rudy, si sarebbe congratulato per il lavoro da puttana svolto.
Mi uscii un risolino isterico a quel pensiero.

Aprii la porta girandomi per andarmi a sedere sfinita, non m'importava nulla dei complimenti.
Quando una presa salda, mi fece voltare inchiodandomi al muro.

Incrociai i suoi occhi gelidi che mi guardavano con ira.

Sentendo le sue mani premute su i miei fianchi, cercai di liberarmi ma la presa si fece più forte spingendomi ancora di più, contro la parete del muro fredda.

"Che cazzo ci fai qui?" Gli gridai in pieno viso fuori di me, per ciò che avevo visto.

"Ah davvero non lo sai, ti rendi conto di quello che ho visto fuori da questo lurido camerino?" Sbottò pieno di rabbia, con la voce roca e graffiata.

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