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Il tragitto era stato lunghissimo,ventuno ore che non passavano mai. Vedevo l'autostrada difronte a me sempre più lunga, e solo alberi ai lati a farci da compagnia. Il sole picchiava su i vetri della macchina, filtrando prepotentemente i suoi raggi verso i nostri visi.

Ci eravamo Fermati solo una volta, per fare il pieno e comprare qualcosa da mettere sotto i denti e dissetarci.

Avevo raccontato meglio ad entrambi la situazione che si era venuta a creare, lasciando una Katy senza parole. Ad ogni parola sgranava gli occhi grandi, si parava la mano con una bocca, oppure una sul cuore, scuotendo la testa scusandosi per essere stata così sciocca da rimproverarmi per non averla chiamata, ma la tranquillizzai con un 'non potevi saperlo' ed un 'già' dispiaciuto da lei.

Daniel era stato silenzioso, rivolgendomi qualche occhiata ogni tanto. Non ci eravamo lasciati bene sul discorso fatto prima, ma non volevo calcare la mano. Prendeva fuoco subito ed io ero fuoco, avrei acceso la miccia e non sapevo se avrei avuto acqua sufficiente per spegnerla.

Ci addentrammo in una strada asfaltata, sentendo la ghiaia scricchiolare sotto le ruote.
Quando in lontananza vidii una casa di campagna, in mezzo al verde, stile country. Dilatai le pupille che ero sicura brillassero. Era talmente bello, sapeva di libertà e gioia. Una staccionata bianca verniciata, una sedia a dondolo sotto il para tetto, la porta bianca e di vetro da cui s'intravedeva una tendina ricamata a mano beige.

Daniel, sostò la macchina azionando il freno a mano. Quando dalla porta apparve di corsa un Josh raggiante, scendendo gli scalini di legno venendoci incontro, mentre una ragazza dai capelli biondo cenere stava sulla soglia con un sorriso dolce.

Scendemmo dalla macchina. Josh si fiondò a salutarmi, abbracciandomi stretto.
"Ecco il fiore più bello della Florida. Sei venuta a portare un buon odore qui in Kansas" scherzò ricevendo una sonora risata da parte mia.

"Katy che piacere. Kevin, e tu devi essere Daniel" gli tese la mano, che Daniel afferrò saldamente.

Mi lisciai il vestito verde, quando ci fece cenno di andare.
"Venite, vi presento la mia ragazza Sarah" ci rivolse un sorriso spensierato, incontrando il volto della sua ragazza. Vedevo come gli brillavano gli occhi, l'amore era arrivato anche per lui.

Anche se non vuoi che arrivi, lui viene, non ti chiede il permesso. È come un uragano che ti travolge e ti porta via con se.

"Benvenuti ragazzi. Vi prego fate come se foste a casa vostra" c'intimò Sarah, sorridente, porgendomi la mano subito dopo.

Era di una bellezza particolare. Delle leggere lentiggini ad incorniciarle il volto e degli occhi nocciola solari e dolci.

Si scostò dalla porta, aiutandoci insieme a Josh a portare i bagagli dentro.
Salimmo delle scale di legno, assegnandoci le varie stanze luminose.
Aprii la porta della mia camera. Odorava di Marsiglia. Inalai quell'odore, vedendo una piantina di lillà vicino alla finestra bianca con tende ricamate.
Un letto matrimoniale essenziale, e mobili vintage sul verde bottiglia.

"Cindy, sentiti a casa" sentii la voce soffice di Sarah dietro le spalle. Mi voltai ringraziandola con un cenno del capo.

"Grazie. Sei stata gentilissima" rivelai sorridendole di ricambio.

"Per così poco" canzonò poggiandomi una mano sulla spalla, prima di uscire dalla stanza.

Mi adagiai sul letto, strofinando i palmi al lato dei miei fianchi sul lenzuolo, presi il sacchetto con i gioielli di mia madre, versando il contenuto sul materasso morbido.
Mi sentii invadere da una sensazione strana. Toccare i suoi oggetti mi riportavano al passato, saltando di battiti alternati, lenti e più veloci.

Aprii le buste trasparenti restando attenta a non rompere nulla.
Gioielli in oro giallo, di tutte le forme. Ciondoli con pietre e Swarovski, collier, bracciali con pietre incastonate, orecchini a pendenti lunghi.
Erano bellissimi. Mancava solo il collier di quella sera al ballo, quella dove tutto aveva avuto veramente inizio.
Scossi la testa come per riprendermi dai pensieri che la testa continuava a formare, rimettendo tutto nelle apposite buste, per poi prendere un sospiro, per la mancanza di James. Abbassai la maniglia e scesi per raggiungere gli altri.

Mi avvicinai sentendoli parlare, a sedere intorno al tavolo tondo, quando mi videro sbucare.

Josh mi venne incontro, mettendomi una mano sulla spalla, sussurrandomi all'orecchio.
"Come stai?" Chiese gentile e premuroso.

Mi vestii di un finto sorriso, sforzandomi che tutto andasse bene.
"Sto bene grazie" sussurrai, vedendolo poco convinto, inarcando il sopracciglio.

"Cindy, non fingere, te lo leggo negli occhi" rivelò, sentendomi presa in contropiede. Aveva ragione, non andava bene. Rudy chissà che stava complottando, ero sicura che la falsa non avrebbe retto ancora per molto, la verità viene sempre a galla prima o poi.

Mi stava ancora fissando attendendo una mia risposta, quando vide che non arrivò capì da solo. Mi poggiò una mano dietro la spalla, accompagnandomi alla sedia per sedermi, dove una Sarah arrivò con un vassoio con dei bicchieri e una caraffa di succo e muffin fatti in casa.

"Prendete, li ho appena sfornati. Una ricetta di mia nonna" ammise con lo sguardo che luccicava. Potevo ben capire perché Josh si fosse innamorato di lei. Era semplice e genuina, ti metteva buon umore al solo guardarla.
Notai Josh afferrare un muffin tirando un morso, andando da Sarah vicino al viso.
"Sono buonissimi amore" affermò facendogli tirare un morso anche a lei, mentre le briciole sporcavano la sua camicetta, ridendo in simbiosi.

Katy e Kevin erano silenziosi. Seduti ai due poli opposti del tavolo. Non si scambiavano occhiate, e la tensione era alta, potevo notare la nube di diffidenza tra i due, mentre io ero al centro, assorta nei miei pensieri, prendendo solo un po' di succo per calmare i miei battiti, mentre Daniel era concentrato sul display del cellulare.
Quando vide che lo guardavo, alzò piano lo sguardo incontrando i miei occhi, che distolsi subito, portandoli a guardare le tende trinate della finestra.

Non potevo sopportare che non mi volesse dire la verità, specialmente quando io ero stata sincera fin dall'inizio. Certo aveva omesso varie cose per proteggermi, ma dovevo sapere se mi aveva baciata o no. Lo dovevo per l'amore che provavo per James e l'idea di essere stata una traditrice mi metteva in subbuglio.
Gli avrei parlato la sera stessa, quando saremmo stati da soli.

Disegnai cerchi immaginari con il dito sul tavolo di legno massello, sentendo ancora le risate di Josh e Sarah. Mentre Kevin mangiava un muffin ispezionando con lo sguardo la casa e Katy se ne stava ancora con le braccia conserte appoggiata allo schienale della sedia, ma notavo che ogni tanto buttava occhiate a Kevin, mentre la sorprendevo, si voltava verso di me, facendo l'indifferente, sbuffando.

"Vado su a riposarmi" intimò Katy quasi urlando, per paura che non la sentissimo o meglio non la sentisse. Poggiò i palmi sul tavolo, alzandosi furiosa, scostando la sedia dal tavolo, e si voltò per salire le scale.

Guardai Kevin posare il muffin non finito sul tovagliolo, gettandomi un'occhiata. Gli feci un cenno della testa per annuire e anche lui acconsentì, scusandosi con gli altri, salendo le scale subito.

Mi chiedevo quanto sarebbe durata la loro rottura. Certe strade si dividono, ma il destino confabula per noi. Quando siamo destinati ad essere accoppiati con quella persona nulla può fermarti, nè il tempo, nè il luogo, nè un'altra possibile persona, perché sei semplicemente legata a quel filo invisibile ed inossidabile, che nulla può spezzare.

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