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Pov.James

Riaprii gli occhi incontrando le sue pietre devastate ed arrossate, il rimmel colato sotto l'occhio. Ed io non potevo fare nulla, forse aveva ragione, forse se non sarei dovuto andare a cercarla per la mia stupida vendetta, forse adesso non soffrirebbe e non sarebbe in pericolo per colpa mia, per colpa di una vendetta che non ci sarà mai, comunque vada avrà sempre vinto lui, ma infondo ci speravo che uno spiraglio si sarebbe aperto per vedere luce lì dove regnava solo tenebra.

Era il momento di dire che persona ero stata con Linda, e dopo di lei quante ragazze avevo sfruttato, ma senza mai picchiarle. Scopavo per il bisogno di farlo, per scordarmi di tutti i problemi, per tenere impressi i suoi occhi anche quando ero dentro ad altre.

"Andiamo parla, sei un codardo come tuo padre, l'ho sempre saputo" si beffeggiò di me con irruenza e superiorità, se non avessi avuto queste fottute mani legate ed una gamba di cui non sentivo più nulla come se fosse amputata, l'avrei ucciso, la sete del suo sangue era tanta, come chi è nel deserto, ed io ne esigevo.

I miei occhi andarono in fiamme, non ero un codardo, non lo ero mai stato.
Venni incitato dal verde delle sue iridi, mentre una Linda si limava quelle schifose unghie, assaporando il momento che avrei detto tutto, il momento in cui Cindy non mi avrebbe più guardato con quel brillio che amavo.

Presi un respiro profondo, più del dovuto, ne sarebbe stato necessario. Quando sentii un rintocco di nocche al portone.
Rudy sfilò la pistola dalla tasca, intimandoci di stare zitti portandosela sulle labbra, avvicinandosi cauto al portone, scoprendo l'occhiello per vedere chi fosse.

Lo vidi tirare un sospiro di sollievo, aprendo di poco la porta, afferrando la persona dall'altra parte per il braccio, sbattendolo dentro con forza.
Mi accorsi che era il dottore, raccattò la cartellina che era caduta a terra, venendo tirato su per il braccio da Rudy.
Notai quanto fosse impaurito, sicuramente non si aspettava di trovare due persone legate ed un uomo armato.
Si guardò in giro spaesato, quando Rudy gli schioccò due dita davanti agli occhi, si ridestò.

"Forza muoviti, non abbiamo tempo da perdere" affermò con irruenza, spingendolo verso di me per la spalla.

"Io...io non, cosa stavate facendo?" Chiese balbettando intimorito, estraendo dei guanti in latice.

"Io...io, cos'è balbuziente? L'ho chiamata per visitare lui, non per controllare cosa stessimo facendo, e se non si muove e non chiude quella bocca sarò costretto ad ucciderla" rivelò con un tono di astio soddisfatto.

Lo vidi acconsentire, mentre Cindy teneva la testa bassa, incredula di tutta quella situazione come ero io.

Mi tolse con cautela la fasciatura, gettando un'occhiata fugace su i miei occhi spenti. Vedevo che tentava di capire qualcosa, ma la profondità riusciva a vederla solo Cindy, non ero bravo a rivelare la mia anima attraverso gli occhi, volevo tenere le cose cesellate dentro di me.

Guardò la ferita profonda, strappandomi il pantalone con l'aiuto delle forbici, sentendosi gli occhi di Rudy dietro le spalle, che mettevano pressione.
Vedevo come stesse iniziando a sudare sulla fronte rugosa, ma cercai di calmarlo con uno sguardo.

"È una ferita molto profonda, dovrei portarlo in sala" rivelò titubante, ingoiando un magone.

Vidi Rudy spazientirsi, grattandosi la nuca con la pistola.
"Mi ascolti, forse non ci siamo capiti, le ho detto di sbrigarsi, cazzo, è così difficile da capire? È ottuso?" Puntualizzò diretto e secco, premendogli la pistola in mezzo A le scapole.

"Si muova" aggiunse alzando il mento.

Vidii la mano tremolante che cercava delle pinze dentro la cartellina, estraendo anestetico e cotone.

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