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Avevamo appena finito di parlare quando Katy rientrò dalla porta, con un'espressione angosciata.
Probabilmente era per colpa mia, non ne combinavo una giusta da quando ero tornata.

"Katy, Cindy mi ha spiegato di ier..." Non fece finire di parlare Kevin che lo fermò alzando una mano.

"So già tutto, ho chiamato James perché ero preoccupata per te, non ti ho visto tornare stanotte" disse in tono tenue, vedendo la sua preoccupazione stampata in faccia.
"Perché non mi hai detto nulla?" Aggiunse fuori di se per avergli mentito, scaraventando la borsa sul divano di fianco a me.

"Perché credimi, ancora non ho assimilato tutti i fatti, ne sono successe troppe Katy, una dietro l'altra, ho un peso proprio qui" dissi esausta indicando lo stomaco.

"Tu stasera non andrai fuori con Rudy, ma che ti dice il cervello?" Sentenziò in preda ad attacchi isterici, puntandomi un dito contro. Sapevo quanto tenesse a me e non voleva che mi accadesse nulla.

Mi alzai andandole incontro, vedendola tirare fuori dal frigo delle verdure.

"Katy sai che devo andarci, non mi accadrà nulla" cercai di farla ragionare. Si girò verso di me poggiando i palmi sul marmo.

"Bene allora io e Kevin saremo lì" asserì guardando Kevin fulminandomi subito dopo, riprendendo a tagliare con veemenza le zucchine.

"sei testarda, andrà tutto bene, fidatevi di me, vi prego" li supplicai guardandoli tutti e due che si scambiavano occhiate, finendo per annuire.

Katy alzò le mani in aria arrendendosi alle mie suppliche.

"Bene, promettimi che qualunque cosa, qualunque, mi chiamerai" mi prese le mani nelle sue, vedendomi annuire.

"Qualunque, prometto" confermai, anche se dovevo tenerli fuori dai miei problemi, non avrei messo a rischio la loro vita una seconda volta.

Li vidi tranquillizzarsi, andandomi a fare una doccia, che lavasse via tutto, era complicato persino per me.

Mi vestii di fretta, con un vestito che arrivava sopra al ginocchio monospalla, nero lucido.
Dirigendomi verso il locale, trovando Rudy ad aspettarmi poggiato al cofano della macchina.

"Che onore portare a cena una simile bellezza" sussurrò baciandomi la mano, guardandomi dritto negli occhi, il suo ambrato era misterioso e m'incuteva timore, ma allo stesso tempo brividi, speravo più di paura.

Mi aprii lo sportello, facendomi entrare, richiudendolo.

Appoggiai la pochette sulle gambe, sorridendogli lievemente.
Ero stufa di tutti questi sorrisi falsi, stufa di tutto questo gioco.

Il tragitto durò poco, era uno che parlava poco, e lo vedevo teso stranamente, non era il solito Rudy, il che mi agitava maggiormente.

Parcheggiò in uno spiazzato ghiaioso, aiutandomi a scendere.
Mi voltai vedendo il ristorante, dava una vista sul lago illuminato al chiarore della luna che si specchiava sull'acqua.
Vi erano appese lanterne, che adornavano il gazebo trasparente contornato da foglie di Edera.
Rimasi incantata, ma il tocco della sua mano che sfiorò la mia mi riportò con la mente lucida, sussurrando dentro di me 'tu non sei James'.

Accettai la mano, scortandomi all'interno, vedendo che era vuoto, mi sentii spaesata, allungando il collo per controllare, quando lo sentii ridere, una risata divertita, mi faceva un effetto strano,

Lo vidi togliersi la giacca, allentandosi la cravatta.

"Siamo soli, l'ho prenotato per noi" affermò vedendomi titubante, gli sorrisi poiché non sapevo cos'altro dire.

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