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Pov.James

Mi fermai davanti casa di Kevin, vedendola aprire lo sportello per scendere.
La fermai prendendole il braccio, tenendola ferma.

"Ti prometto che non sparirò più" le dissi cauto, vedendo la sua preoccupazione in volto.
Era stata silenziosa per tutto il tragitto, sapevo che aveva paura che dopo quella notte non mi sarei fatto risentire per altro tempo.

"Non promettere cose che non puoi mantenere James" disse fievole abbassando lo sguardo sul tappetino della macchina, strusciando i piedi agitata.

Sospirai chiudendo gli occhi.
"Cercherò di fare il possibile per assicurarmi che ciò non accada" ribattei, prendendole il viso tra le mani per guardarla.
"Il possibile ok?" Confermai fissandola per capire se avesse inteso ciò che dicevo.

Annuii con un lieve sorriso.
"Stasera, devo andare a cena con..." Non riuscii a terminare la frase, spostando lo sguardo dietro le mie spalle.

Un'impeto di paura e rabbia si propagò dentro.
"Rudy?!" Era una domanda per confermare se il mio dubbio fosse reale.

Annuii di nuovo chiudendo gli occhi.
Gli strinsi la mano con la mia. Rassicurandola che non avrebbe fatto nulla in mezzo a tanti.

La fermai prima che potesse scendere, recuperando una scatolina dal cruscotto.
"Cos'è?" Mi chiese, mentre teneva lo sguardo sul cofanetto di velluto.

Lo aprii, ordinando di voltarsi, spostandogli i capelli da una parte, allacciandogli la collana al collo, una collana con una pietra verde.

La vidii toccare il collo, fermandosi, prendendo il ciondolo tra le dita, guardandolo affascinata, prima di allacciare le braccia intorno al mio collo.
"Ti amo" affermai vedendo un luccichio nelle sue pietre.

"Anche io" affermò, prima di attirarla in un bacio, vedendola uscire dalla macchina richiudendo lo sportello, salutandomi con la mano.

Mi avviai nel Pub che avevo preso in gestione con Alex.
Trovando fuori Rudy che mi aspettava a braccia conserte appoggiato al muro vicino alla porta del pub.

Sterzai, sostando la macchina, imprecando a bassa voce, emettendo un sospiro.
Che cazzo era venuto a fare?

Scesi di macchina e si avvicinò a me, con il suo solito ghigno.

"Piaciuto lo spettacolino ieri, fratello?" Rise di gusto, vedendo la mia faccia incazzata.

Dovevo fingere indifferenza per Cindy.

"È stato memorabile" affermai digrignando i denti.

"È brava Monjca" rivelò con un sorriso compiaciuto.
"Ma lo sai, Cindy è tutt'altra storia, peccato che abbia occhi solo per me" aggiunse sorridente, facendo montare in me rabbia e disprezzo.
Strinsi i pugni lungo i fianchi per non sferzarlo in pieno viso, mettendo a rischio Cindy.

"Non m'interessa più Cindy, credevo fosse chiaro" affermai sicuro. Quelle parole facevano più male a me, perché erano false, il mio cuore diceva altro da quando quelle pietre erano entrate dentro i miei pozzi.

"Già, beh stasera l'ho invitata a cena, ma sappiamo di solito cosa succede dopo. Ho voglia di sbatterla fino allo sfinimento" disse tagliente come la lama di un coltello che poteva trafiggermi.

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